I medici hanno proposto come ultima soluzione la terapia tramite cordarone
Buongiorno. Mio padre (1948) è stato sottoposto a maggio 2008 all'ablazione del flutter atriale. Qualche giorno fa si è ripresentata l'aritmia (140 battiti al minuto). I medici hanno provato a curarla con i farmaci, ma non c'è stata risposta e hanno riproposto l'ablazione del flutter: conviene rifare questa procedura visto che meno di un anno fa era già stata fatta e il problema si è ripresentato? Quali altre cure alternative si possono attuare? Grazie
Vs. risposta:
Gentile utente, la recidiva di flutter atriale è purtroppo legata alla presenza di circuiti elettrici minori non videnziatisi nel corso della prima procedura. Trattasi purtroppo di evento non raro che può richiedere nei casi in cui non vi è risposta farmacologica, oltre ad un'altro tentativo di ablazione, la cardioversione elettrica esterna. In altri casi, se il paziente rifiuta alcun tipo di trattamento semi-invasivo, si può procedere ad un rallentamento della frequenza e al mantenimento del flutter (cosa che i cardiologi sconsigliano vivamente).
Saluti
Nuova richiesta:
Buongiorno. Come lei indicato i medici hanno rieseguito l'ablazione del flutter atriale e la cardioversione elettrica esterna, ma ad oggi il problema dell'aritmia non è stato risolto. E' stato fatto anche l'esame da stress farmacologico senza avere ulteriori risultati: è stata confermata l'aritmia. I medici hanno proposto come ultima soluzione la terapia tramite cordarone (hanno già provato tutti gli altri farmaci in commercio senza successo). L'anno scorso era già stata effettuata questa terapia x 6 mesi poi è stata sospesa in quanto i livelli della tiroide erano saliti al limite massimo. Un'ulteriore alternativa proposta è un intervento (non conosco la terminologia esatta) che è simile all'ablazione del flutter, ma coinvolge la parte sinistra del cuore (verrebbe eseguito in un'altra struttura perchè più "complicato") e da' una risoluzione nel 60-70% dei casi. La situazione è "appesantita" dal fatto che mio padre non ha sintomi (al controllo si riscontrano anche 160 bpm A RIPOSO senza che il paziente lamenti alcun fastidio). Possibile che non ci siano altre alternative? Grazie.
Vs. risposta:
Gentile utente, la recidiva di flutter atriale è purtroppo legata alla presenza di circuiti elettrici minori non videnziatisi nel corso della prima procedura. Trattasi purtroppo di evento non raro che può richiedere nei casi in cui non vi è risposta farmacologica, oltre ad un'altro tentativo di ablazione, la cardioversione elettrica esterna. In altri casi, se il paziente rifiuta alcun tipo di trattamento semi-invasivo, si può procedere ad un rallentamento della frequenza e al mantenimento del flutter (cosa che i cardiologi sconsigliano vivamente).
Saluti
Nuova richiesta:
Buongiorno. Come lei indicato i medici hanno rieseguito l'ablazione del flutter atriale e la cardioversione elettrica esterna, ma ad oggi il problema dell'aritmia non è stato risolto. E' stato fatto anche l'esame da stress farmacologico senza avere ulteriori risultati: è stata confermata l'aritmia. I medici hanno proposto come ultima soluzione la terapia tramite cordarone (hanno già provato tutti gli altri farmaci in commercio senza successo). L'anno scorso era già stata effettuata questa terapia x 6 mesi poi è stata sospesa in quanto i livelli della tiroide erano saliti al limite massimo. Un'ulteriore alternativa proposta è un intervento (non conosco la terminologia esatta) che è simile all'ablazione del flutter, ma coinvolge la parte sinistra del cuore (verrebbe eseguito in un'altra struttura perchè più "complicato") e da' una risoluzione nel 60-70% dei casi. La situazione è "appesantita" dal fatto che mio padre non ha sintomi (al controllo si riscontrano anche 160 bpm A RIPOSO senza che il paziente lamenti alcun fastidio). Possibile che non ci siano altre alternative? Grazie.
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Gentile utente, purtroppo la situazione di suo padre è in effetti abbastanza complessa ma fortunatamente ben sopportata dal paziente, che a suo dire è asintomatico. Dato l'infruttoso esito dell' ablazione, l'ipotesi farmacologica sarebbe quella più ovvia ed anche in caso di alterazione tiroidea si potrebbe comunque intervenire con farmaci adiuvanti la funzione di tale ghiandola. Altra soluzione ma più aggressiva ma definitiva, sarebbe quella dell'applicazione di un pmk, cosa forse attualmente non proposta dai colleghi per l'asintomaticità del paziente.
Cordialmente,
Cordialmente,
Dr. Vincenzo MARTINO
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.9k visite dal 20/05/2009.
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