Angioplastica con stent ( non per il dottor cecchini)

Buongiorno, scrivo per mia moglie di 55 anni in terapia farmacologica per una cardiopatia dilatativa ipocinetica idiopatica ischemica (Eutirox 100, Pantoprazolo 40, Losartan 50, Cardioaspirina 100, Bisoprololo2, 5, Clopidogrel 75 e Atorvastatina 80) , recentemente è stata sottoposta ad angioplastica con stent al TC per una stenosi del 60%, dopo l'intervento il cardiologo interventistica ha rassicurato sulla qualità di vita futura di mia moglie per quanto riguarda un progressivo recupero della Fe del ventricolo sinistro ora al 42% e altri benefici riguardo la dilatazione.
Volevo inoltre chiederle se il Blocco di branca sinistro indicato come secondario (alterazioni secondarie della ripolarizzazione ventricolare) può beneficiare della terapia in atto, cordiali saluti
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Dr. Fabio Fedi Cardiologo 3.6k 146
"Idiopatica ischemica" è un ossimoro, ossia una contraddizione di termini. La cardiopatia dilatativa o è idiopatica (non viene riconosciuta una causa) o è ischemica (la causa è l'ischemia). Detto ciò, se la cardiopatia ipocinetica ha origine ischemica, dopo la procedura di rivascolarizzazione ci sono buone possibilità di ripristino almeno in parte della funzione contratti le del ventricolo sinistro, al momento moderatamente depressa. Se invece fosse idiopatica, la procedura cui è stata sottoposta sua moglie avrebbe solo una funzione coadiuvante della prognosi.
Il disturbo di conduzione intraventricolare (blocco di branca) molto difficilmente regredisce, anche dopo l'angioplastica.
È essenziale seguire attentamente la terapia prescritta alla dimissione dall'ospedale, così come sottoporsi puntualmente ai controlli clinici e strumentali seguendo le indicazioni del cardiologo curante. Altrettanto indispensabile è l'attenzione verso i fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipertensione arteriosa, dislipidemia, sedentarietà, obesità eccetera).
Cordiali saluti

Fabio Fedi, MD
Specialista Cardiologo