Tachicardia sfuggente!

Buonasera, scrivo questa domanda alla ricerca di un parere medico sulla (eventuale?) pista diagnostica da seguire riguardo a delle sospette tachicardie parossistiche che mi stanno creando non pochi grattacapi. Da quando avevo 14 anni (ora ne ho 23) mi colpisce una crisi tachicardica circa una volta l'anno, con frequenze intorno ai 160 - 180 bpm per minuto, lasciandomi poi debilitato e chiaramente scosso. L'insorgenza è improvvisa, non legata ad uno stato fisico o emotivo particolare, se non che "l'innesco" è dato da un piegamento in avanti (spesso per prendere qualcosa da terra) ed ha una durata media di circa 20 - 30 minuti, per poi rientrare in modo autonomo e progressivo. Il problema è che nonostante due accessi al ps la tachicardia è sempre rientrata prima che potesse essere registrata, quindi ad ora non sono stato in grado di "catturarla" su un tracciato ecg. Ho eseguito a 14 anni un ecocuore risultato nella norma, e negli ultimi 7-8 anni ho eseguito almeno 5 ecg (anche per motivi di sport agonistico che ora ho smesso di praticare) e 3 holter cardiaci che non hanno rilevato nessuna anomalia se non un blocco parziale di branca destra (privo di significato clinico mi è stato detto) e qualche battito ventricolare o al massimo una salva ventricolare di 3 battiti (anche questa priva di significato clinico, così mi è stato detto). In famiglia non ho casi di familiarità di malattie cardiache, almeno arrivando fino ai nonni paterni e materni (più indietro non ne avrei idea). Ogni volta che ho uno di questi attacchi il mio medico curante mi prescrive il solito giro di analisi, con holter ed ecg, che però, come sempre, non mostrano niente che non vada. La mia domanda è la seguente: Come dovrei comportarmi adesso? Continuare a fare gli stessi esami sperando che riescano a catturarla nonostante mi capiti così tanto di rado? Rinunciare a catturarla sperando non sia pericolosa? Il mio medico sostiene che non si possa escludere niente fino a che la tachicardia non viene registrata su un tracciato, cosa purtroppo molto difficile data la sporadicità dell'evento. Ho sentito anche parlare di studio elettrofisiologico, ne può valere la pena? Voi che cosa suggerite?

Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità e la gentilezza
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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.7k 3.7k
Lo studio elettrofisiologico , esse do un esame invasivo, viene eseguito in pazienti che abbiano una tachiaritmia documentata .
Nel suo caso le consiglio dei prodotti che si trovano su Internet che permettono di registrare al. Momento l aritmia avvertita, scaricarla sul telefono i e inviarla al cardiologo curante

Arrivederci

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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Utente
Utente
Mille grazie dottore per la celere risposta, mi informerò su internet, magari ne parlerò anche con il curante. Purtroppo la situazione è davvero stressante, l'incertezza è veramente frustrante e genera ansia. Speriamo che questo suo suggerimento possa finalmente essermi utile.

Saluti
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