Complicanze post operatorie
Salve, in seguito ad alcuni avvenimenti davvero poco chiari riguardanti un parente stretto che ha subito una trafila poco comprensibile.
Il soggetto, mio zio, ha avuto 8 anni fa la leucemia e l’ha sconfitta con successo, ancora prima ha avuto problemi cardiaci che lo hanno obbligato all’utilizzo di una valvola (qui l’informazione che ho è poco dettagliata perché è successo 30 anni fa).
A causa del suo trascorso, e grazie al posto di lavoro che lo ha agevolato, ha continuato a tenersi sotto controllo negli anni post leucemia finché due mesi fa, per sintomi davvero poco gravi, ha deciso di indagare di più.
Gli hanno fatto gli esami del caso e l’hanno tenuto ricoverato un mese, mandandolo a casa per Natale (probabilmente per bontà).
Nella stessa nottata (24/25) ha avuto un malore (non capitato prima così grave) che l’ha paralizzato nella parte destra del corpo e gli ha impedito di parlare per 24/48 ore.
Portato in ambulanza ad un ospedale differente, gli hanno diagnosticato un tumore al cervello di circa 5cm di diametro, anche se non hanno voluto dirglielo a causa della sua patologia cardiaca e l’imminente operazione.
In ospedale si era ripreso del tutto nelle sue funzioni e tranquillo si è operato.
L’operazione è durata 7 ore dopo le quali mio zio sembrava essere rinato per 5 giorni.
Parlava, camminava, mangiava, beveva, era pieno di vita come prima.
Improvvisamente, dopo aver parlato fino alla sera, la mattina dopo non camminava, non riusciva più a parlare ne a muovere il braccio destro.
Questo di Venerdì.
Viene portato nel reparto riabilitazione, non si sa perché. Prima era ovviamente in neurologia.
Il Sabato e la Domenica, i medici erano latitanti e mio zio, aggravatosi, non ha mangiato e bevuto per 2/3 giorni (Venerdi\Lunedi) trovandosi, difatti, al lunedì con a pressione a terra e disidratato.
Questo detto dal cardiologo tornato dopo il weekend, che oltre ad aver cazziato gli infermieri per non averlo chiamato, ha immediatamente portato mio zio in terapia intensiva ( se ho capito bene prima è passato dal defibrillatore).
Le sue informazioni sono state: il paziente sta bene, la pressione era bassissima, ma i problemi che riscontra sono dovuti a coaguli di sangue creatosi nel cervello dopo l’asportazione del tumore.
Sottolineo, non so se si doveva, ma non è stato inserito alcun drenaggio.
Diceva che si sarebbero riassorbiti da soli.
Questa informazione alle 17:00.
Alle 7:00 del mattino mio zio è stato portato a casa perché non c’era più niente da fare a causa di complicanze cardiache .
È deceduto appena posato sul suo letto all’età di 58 anni.
Ora la mia domanda è, può un cuore seppur affetto da patologie, resistere per 35 anni e un’operazione simile, ma crollare improvvisamente 5 giorni dopo in maniera così fulminea?
Può un soggetto affetto da complicazioni cardiache aggravarsi per la somministrazione di tranquillanti?
Perché alcuni infermieri hanno tentato invano due volte di darglieli, ma lui sapientemente, ha rifiutato.
Il soggetto, mio zio, ha avuto 8 anni fa la leucemia e l’ha sconfitta con successo, ancora prima ha avuto problemi cardiaci che lo hanno obbligato all’utilizzo di una valvola (qui l’informazione che ho è poco dettagliata perché è successo 30 anni fa).
A causa del suo trascorso, e grazie al posto di lavoro che lo ha agevolato, ha continuato a tenersi sotto controllo negli anni post leucemia finché due mesi fa, per sintomi davvero poco gravi, ha deciso di indagare di più.
Gli hanno fatto gli esami del caso e l’hanno tenuto ricoverato un mese, mandandolo a casa per Natale (probabilmente per bontà).
Nella stessa nottata (24/25) ha avuto un malore (non capitato prima così grave) che l’ha paralizzato nella parte destra del corpo e gli ha impedito di parlare per 24/48 ore.
Portato in ambulanza ad un ospedale differente, gli hanno diagnosticato un tumore al cervello di circa 5cm di diametro, anche se non hanno voluto dirglielo a causa della sua patologia cardiaca e l’imminente operazione.
In ospedale si era ripreso del tutto nelle sue funzioni e tranquillo si è operato.
L’operazione è durata 7 ore dopo le quali mio zio sembrava essere rinato per 5 giorni.
Parlava, camminava, mangiava, beveva, era pieno di vita come prima.
Improvvisamente, dopo aver parlato fino alla sera, la mattina dopo non camminava, non riusciva più a parlare ne a muovere il braccio destro.
Questo di Venerdì.
Viene portato nel reparto riabilitazione, non si sa perché. Prima era ovviamente in neurologia.
Il Sabato e la Domenica, i medici erano latitanti e mio zio, aggravatosi, non ha mangiato e bevuto per 2/3 giorni (Venerdi\Lunedi) trovandosi, difatti, al lunedì con a pressione a terra e disidratato.
Questo detto dal cardiologo tornato dopo il weekend, che oltre ad aver cazziato gli infermieri per non averlo chiamato, ha immediatamente portato mio zio in terapia intensiva ( se ho capito bene prima è passato dal defibrillatore).
Le sue informazioni sono state: il paziente sta bene, la pressione era bassissima, ma i problemi che riscontra sono dovuti a coaguli di sangue creatosi nel cervello dopo l’asportazione del tumore.
Sottolineo, non so se si doveva, ma non è stato inserito alcun drenaggio.
Diceva che si sarebbero riassorbiti da soli.
Questa informazione alle 17:00.
Alle 7:00 del mattino mio zio è stato portato a casa perché non c’era più niente da fare a causa di complicanze cardiache .
È deceduto appena posato sul suo letto all’età di 58 anni.
Ora la mia domanda è, può un cuore seppur affetto da patologie, resistere per 35 anni e un’operazione simile, ma crollare improvvisamente 5 giorni dopo in maniera così fulminea?
Può un soggetto affetto da complicazioni cardiache aggravarsi per la somministrazione di tranquillanti?
Perché alcuni infermieri hanno tentato invano due volte di darglieli, ma lui sapientemente, ha rifiutato.
[#1]
La storia è complessa.
Certo che un paziente con un tumore cerebrale non è che avesse grandi speranze.
Il peggioramento dopo l iniziale miglioramento post operatorio di solito è dovuto all edema che avviene dopo l asportazione della massa tumorale
Arrivederci
Certo che un paziente con un tumore cerebrale non è che avesse grandi speranze.
Il peggioramento dopo l iniziale miglioramento post operatorio di solito è dovuto all edema che avviene dopo l asportazione della massa tumorale
Arrivederci
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta Dott. Cecchini,
purtroppo i dubbi ci sono venuti perché, come diceva lei, la storia è complessa e purtroppo, per una persona ignorante in materia, è incredibile poter parlare, ridere e scherzare con un famigliare fino a 8 ore prima e dopo trovarlo privo della parola, di muoversi.
So che le ipotesi che abbiamo avanzato, seppur velate, sono di una gravità enorme, ma sappiamo anche il modo in cui è stato trattato mio zio in quell’ospedale.
Abbandonato per due giorni in una stanza, senza che potesse mangiare o bere, con gli infermieri che pur potendo, non hanno chiamato il cardiologo.
Qui, mi spiace dirlo, tutti ci interroghiamo sulla possibilità che non siano stati proprio questi trattamenti poco affettuosi a stremarlo.
Questa storia dei tranquillanti ci ha fatto riflettere, perché mio zio era un paziente un po’ fastidioso per loro (non che l’abbiano nascosto davanti a noi utilizzando toni veramente disgustoso) e non vorremmo che, per fargli fare meno noie, glieli abbiano somministrati anche contro le sue indicazioni, poiché sapeva molto bene cosa poteva o non poteva prendere per la sua problematica cardiaca ed aveva rifiutato due volte.
In aggiunta sappiamo che il cardiologo l’ha trovato disidratato e l’hanno dovuto defibrillare proprio dopo il weekend in cui è stato lasciato a se stesso, senza mangiare o bere.
So bene che è una teoria, per quanto di una gravità enorme, e probabilmente non è questa la sede per chiedere delucidazioni.
Volevamo solo comprendere come una persona energica possa arrivare in poche ore a crollare così velocemente, ma se la medicina dice che è possibile, lo accettiamo.
purtroppo i dubbi ci sono venuti perché, come diceva lei, la storia è complessa e purtroppo, per una persona ignorante in materia, è incredibile poter parlare, ridere e scherzare con un famigliare fino a 8 ore prima e dopo trovarlo privo della parola, di muoversi.
So che le ipotesi che abbiamo avanzato, seppur velate, sono di una gravità enorme, ma sappiamo anche il modo in cui è stato trattato mio zio in quell’ospedale.
Abbandonato per due giorni in una stanza, senza che potesse mangiare o bere, con gli infermieri che pur potendo, non hanno chiamato il cardiologo.
Qui, mi spiace dirlo, tutti ci interroghiamo sulla possibilità che non siano stati proprio questi trattamenti poco affettuosi a stremarlo.
Questa storia dei tranquillanti ci ha fatto riflettere, perché mio zio era un paziente un po’ fastidioso per loro (non che l’abbiano nascosto davanti a noi utilizzando toni veramente disgustoso) e non vorremmo che, per fargli fare meno noie, glieli abbiano somministrati anche contro le sue indicazioni, poiché sapeva molto bene cosa poteva o non poteva prendere per la sua problematica cardiaca ed aveva rifiutato due volte.
In aggiunta sappiamo che il cardiologo l’ha trovato disidratato e l’hanno dovuto defibrillare proprio dopo il weekend in cui è stato lasciato a se stesso, senza mangiare o bere.
So bene che è una teoria, per quanto di una gravità enorme, e probabilmente non è questa la sede per chiedere delucidazioni.
Volevamo solo comprendere come una persona energica possa arrivare in poche ore a crollare così velocemente, ma se la medicina dice che è possibile, lo accettiamo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 689 visite dal 25/01/2019.
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