Sospetta fibrillazione e betabloccante
Salve dottore,
nella consapevolezza che un parere telematico non possa essere mai sostitutivo di una visita cardiologica effettuata di persona, le chiedo un autorevole parere per una donna di 50 anni, in sovrappeso, non ancora in menopausa, in cura da poco più di un anno con ramipril 5mg con pressione ben controllata tranne che in alcuni periodi.
Nel mese di agosto ha subito un sospetto episodio (non accertato) di fibrillazione atriale a regressione spontanea di durata minore di 24 ore.
L’eco color Doppler mostra un atrio sinistro dilatato con diametro di 34 mm e una traccia di insufficienza mitralica.
L’Holter ECG ha mostrato frequenza media 68 bpm, minima 43 bpm, massima 126 bpm.
Battiti ectopici ventricolari: 5, con 0 Run V e 0 Coppie.
Battiti ectopici sopraventricolari: 74. Con 2 shortb SV-Runs e 5 Coppie.
FT4 ai limiti minimi dell’intervallo di riferimento, TSH ai limiti massimi, ematocrito 39%, emoglobina 12, aldosterone e adrenalina nella norma, renina bassa, sospetto di presenza di un’ermia iatale.
I quesiti sono:
-) Esistono aritmie di durata dell’ordine dei minuti, o più, che possono somigliare alla fibrillazione atriale dal punto di vista della rilevazione del polso ma che sono meno pericolose di quest’ultima?
-) Anche se il soggetto tende ad accusare nel corso della giornata moderati ma anomali sbalzi in aumento di frequenza e pressione, soprattutto in risposta a sensazioni emotive (e forse legati anche al ciclo mestruale), è anche vero che c’è una sostanziale bradicardia essendovi frequenza a riposo è intorno a 50-55 bpm con una minima notturna di poco superiore a 40 bpm. In una quadro di questo tipo può comunque essere indicata l’assunzione di betabloccante ? In caso affermativo può andar bene il bisoprololo o esistono principi attivi più indicati ?
nella consapevolezza che un parere telematico non possa essere mai sostitutivo di una visita cardiologica effettuata di persona, le chiedo un autorevole parere per una donna di 50 anni, in sovrappeso, non ancora in menopausa, in cura da poco più di un anno con ramipril 5mg con pressione ben controllata tranne che in alcuni periodi.
Nel mese di agosto ha subito un sospetto episodio (non accertato) di fibrillazione atriale a regressione spontanea di durata minore di 24 ore.
L’eco color Doppler mostra un atrio sinistro dilatato con diametro di 34 mm e una traccia di insufficienza mitralica.
L’Holter ECG ha mostrato frequenza media 68 bpm, minima 43 bpm, massima 126 bpm.
Battiti ectopici ventricolari: 5, con 0 Run V e 0 Coppie.
Battiti ectopici sopraventricolari: 74. Con 2 shortb SV-Runs e 5 Coppie.
FT4 ai limiti minimi dell’intervallo di riferimento, TSH ai limiti massimi, ematocrito 39%, emoglobina 12, aldosterone e adrenalina nella norma, renina bassa, sospetto di presenza di un’ermia iatale.
I quesiti sono:
-) Esistono aritmie di durata dell’ordine dei minuti, o più, che possono somigliare alla fibrillazione atriale dal punto di vista della rilevazione del polso ma che sono meno pericolose di quest’ultima?
-) Anche se il soggetto tende ad accusare nel corso della giornata moderati ma anomali sbalzi in aumento di frequenza e pressione, soprattutto in risposta a sensazioni emotive (e forse legati anche al ciclo mestruale), è anche vero che c’è una sostanziale bradicardia essendovi frequenza a riposo è intorno a 50-55 bpm con una minima notturna di poco superiore a 40 bpm. In una quadro di questo tipo può comunque essere indicata l’assunzione di betabloccante ? In caso affermativo può andar bene il bisoprololo o esistono principi attivi più indicati ?
[#1]
Le ho gia risposto ad un quesito simile poco tempo fa.
Se la paziente e' tendenzialmente bradicardica NON c 'e' indicazione al beta bloccante che la ridurrebbe ulrteriormente la frequenza.
Se ha presentato un solo episodio e peraltro NOn documentato non c'e' indicazioner ne' alla anticoagulante ne' ad una terapia antiaritmica.
DAte le dimensioni dell'atrio e la presenza di ipertensione (oltre che per l'eta) e' opportuna una terapia antiaggregamnte con piccole dosi di aspirina quotidiane.
Il dosaggio del ramipirl che lei indica e' basso e la somministrazione singola nelle 24 ore non copre le 24 ore della giornata.
Le ricordo che il valore ottimale della PA e' 120/70 mmHg
Arrivederci
Se la paziente e' tendenzialmente bradicardica NON c 'e' indicazione al beta bloccante che la ridurrebbe ulrteriormente la frequenza.
Se ha presentato un solo episodio e peraltro NOn documentato non c'e' indicazioner ne' alla anticoagulante ne' ad una terapia antiaritmica.
DAte le dimensioni dell'atrio e la presenza di ipertensione (oltre che per l'eta) e' opportuna una terapia antiaggregamnte con piccole dosi di aspirina quotidiane.
Il dosaggio del ramipirl che lei indica e' basso e la somministrazione singola nelle 24 ore non copre le 24 ore della giornata.
Le ricordo che il valore ottimale della PA e' 120/70 mmHg
Arrivederci
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
Salve Dr Cecchini, la ringrazio sempre per la sua attenzione e disponibilità.
Ho inteso riproporre la questione in quanto stavolta ho inserito alcuni referti di cui prima non disponevo.
Così come la professione di medico non è facile, anche lo status di paziente non è da meno, poiché oltre al disagio della patologia ci si imbatte talvolta in pareri discordanti.
Ad esempio, nonostante la controindicazione del betabloccante in soggetti bradicardici. il cardiologo che ha visitato la paziente ha ritenuto opportuno la prescrizione quotidiana di 2,5mg di bisoprololo, avendo presumibilmente attribuito maggiore risalto agli anomali picchi di pressione e frequenza di cui la paziente soffre.
A questo punto le chiedo: visto che il betabloccante agisce principalmente sui recettori dell’adrenalina, è compatibile con la pratica clinica pensare che il suo maggiore effetto si abbia proprio sugli sbalzi verso l’alto di frequenza e pressione, e molto meno nelle condizioni di riposo e di calma?
Ad esempio durante il sonno, quando la frequenza minima è 40-42, il betabloccante (anche in dosaggio minimo) potrebbe essere anche potenzialmente in grado di produrre un pericoloso effetto bradicardizzante fino al collasso? Esiste un principio attivo di tipo betabloccante più “sicuro” in questo senso, oltre al bisoprololo?
Grazie ancora.
Ho inteso riproporre la questione in quanto stavolta ho inserito alcuni referti di cui prima non disponevo.
Così come la professione di medico non è facile, anche lo status di paziente non è da meno, poiché oltre al disagio della patologia ci si imbatte talvolta in pareri discordanti.
Ad esempio, nonostante la controindicazione del betabloccante in soggetti bradicardici. il cardiologo che ha visitato la paziente ha ritenuto opportuno la prescrizione quotidiana di 2,5mg di bisoprololo, avendo presumibilmente attribuito maggiore risalto agli anomali picchi di pressione e frequenza di cui la paziente soffre.
A questo punto le chiedo: visto che il betabloccante agisce principalmente sui recettori dell’adrenalina, è compatibile con la pratica clinica pensare che il suo maggiore effetto si abbia proprio sugli sbalzi verso l’alto di frequenza e pressione, e molto meno nelle condizioni di riposo e di calma?
Ad esempio durante il sonno, quando la frequenza minima è 40-42, il betabloccante (anche in dosaggio minimo) potrebbe essere anche potenzialmente in grado di produrre un pericoloso effetto bradicardizzante fino al collasso? Esiste un principio attivo di tipo betabloccante più “sicuro” in questo senso, oltre al bisoprololo?
Grazie ancora.
[#3]
Gentile utente, le ho gia' espresso il mio giudizio negativo sulla prescrizione di un beta bloccante in questa paziente.
In pazienti bradicardici i beta bloccanti non si impiegano e ci si rivolge d altre cataegorie di farmaci.
Per cio che riguarda le sue osservazioni le ponga al Collega che ha prescritto ben 2, 5 mg di bisoprololo ad una paziente bradicardica.
Sono senza parole
Arrivederci
In pazienti bradicardici i beta bloccanti non si impiegano e ci si rivolge d altre cataegorie di farmaci.
Per cio che riguarda le sue osservazioni le ponga al Collega che ha prescritto ben 2, 5 mg di bisoprololo ad una paziente bradicardica.
Sono senza parole
Arrivederci
[#4]
Utente
Capisco.
Per una mia maggiore consapevolezza le chiedo:
-) Il riscontro eco di un atrio sinistro con diametro di 34 mm, sempre per una paziente di 50 anni in sovrappeso, può definirsi effettivamente "dilatato" e con quale entità e significato patologico?
-) Il riscontro della renina bassa (0,5 clino e 0,9 orto) è un normale effetto dell'assunzione di ace-inibitore oppure è un segnale da indagare assieme al quadro clinico generale?
-) Esistono categorie di farmaci più adatte al caso specifico, in sostituzione al betabloccante?
Grazie sempre
Per una mia maggiore consapevolezza le chiedo:
-) Il riscontro eco di un atrio sinistro con diametro di 34 mm, sempre per una paziente di 50 anni in sovrappeso, può definirsi effettivamente "dilatato" e con quale entità e significato patologico?
-) Il riscontro della renina bassa (0,5 clino e 0,9 orto) è un normale effetto dell'assunzione di ace-inibitore oppure è un segnale da indagare assieme al quadro clinico generale?
-) Esistono categorie di farmaci più adatte al caso specifico, in sostituzione al betabloccante?
Grazie sempre
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.2k visite dal 18/10/2018.
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