Infarto classificato mortale
Salve! Scrivo per avere informazioni circa una diagnosi fatta a mio zio di anni 76 che dice così: pompa ventricolo sinistro depressa, danno cardiaco rilevante.
Spiego la situazione: 48 ore fa mio zio ha avuto un infarto definito dai medici mortale con arresto cardiaco che ha richiesto l'ausilio del defribbilatore per la ripresa del battito. Giunto al Sant'Orsola di Bologna hanno riscontrato la completa occlusione di due coronarie e una terza mai sviluppata dalla nascita. A seguito di ciò hanno effettuato intervento per l'apertura delle deu coronarie, che è andato bene.
Sono trascorse 48 ore e la situazione è stazionaria, stasera dovrebbero trasferirlo in cardiologia, al momento si trova ancora in terapia intensiva. La diagnosi attuale è quella riportata ad inizio testo. Ora vorrei una spiegazione della diagnosi ed inoltre capire che percentuali di sopravvivenza vi sono in un paziente del genere, e se comunque avendo liberato l'ostruzione coronarica, vi è il rischio di un ulteriore infarto o altro.
Il paziente in questione ha 76 anni e non ha mai sofferto di cardiopatie, risulta comunque essere un soggetto affetto da colesterolo alto. Suo padre, cioè mio nonno è deceduto di ictus e la madre, come anche le sorelle del paziente, soffrono tutte di colesterolo alto ed ipertensione.
Grazie del vostro parere che attendo con ansia.
Spiego la situazione: 48 ore fa mio zio ha avuto un infarto definito dai medici mortale con arresto cardiaco che ha richiesto l'ausilio del defribbilatore per la ripresa del battito. Giunto al Sant'Orsola di Bologna hanno riscontrato la completa occlusione di due coronarie e una terza mai sviluppata dalla nascita. A seguito di ciò hanno effettuato intervento per l'apertura delle deu coronarie, che è andato bene.
Sono trascorse 48 ore e la situazione è stazionaria, stasera dovrebbero trasferirlo in cardiologia, al momento si trova ancora in terapia intensiva. La diagnosi attuale è quella riportata ad inizio testo. Ora vorrei una spiegazione della diagnosi ed inoltre capire che percentuali di sopravvivenza vi sono in un paziente del genere, e se comunque avendo liberato l'ostruzione coronarica, vi è il rischio di un ulteriore infarto o altro.
Il paziente in questione ha 76 anni e non ha mai sofferto di cardiopatie, risulta comunque essere un soggetto affetto da colesterolo alto. Suo padre, cioè mio nonno è deceduto di ictus e la madre, come anche le sorelle del paziente, soffrono tutte di colesterolo alto ed ipertensione.
Grazie del vostro parere che attendo con ansia.
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Gentile utente, suo zio, anche se a suo dire non aveva sofferto in precedenza di eventi cardiaci, è ed era comunque in soggetto a rischio di eventi coronarici vista la sua ipercolesterolemia, età e familiarità per vasculopatie, dislipidemia ed ipertensione.
La valutazione del recupero funzionale di un soggetto infartuato va fatta a distanza dopo un congruo periodo di riabilitazione. Allo stato suo zio, come qualunque persona dopo un infarto miocardico, è da considerarsi sempre in pericolo di eventuali recidive ischemiche e/o aritmiche, ma è ovvio che tale rischio decresce notevolmente con il passare del tempo.
In bocca al lupo.
Saluti
La valutazione del recupero funzionale di un soggetto infartuato va fatta a distanza dopo un congruo periodo di riabilitazione. Allo stato suo zio, come qualunque persona dopo un infarto miocardico, è da considerarsi sempre in pericolo di eventuali recidive ischemiche e/o aritmiche, ma è ovvio che tale rischio decresce notevolmente con il passare del tempo.
In bocca al lupo.
Saluti
Dr. Vincenzo MARTINO
[#3]
Dopo un infarto a carico del ventricolo sinistro, che si traduce nella perdita irreversibile di parte della funzionalità delle cellule cardiache, per descrivere tale deficit funzionale è terminologia tecnica indicarla con la dizione "funzione di pompa depressa".
[#5]
E'una dizione tipica per descrivere un'aria infartuata che perde irreversibilmente la sua azione. Ma le ho anche specificato che soltanto a distanza si potrà capire la vera entità del danno. Nella fase acuta le condizioni di un paziente possono talora rapidamente evolversi e non è facile sbilanciarsi sulle possibilità di recupero, più difficili in un soggetto anziano ma comunque con le adeguate cure sempre teoricamente possibili.
[#6]
Ex utente
La ringrazio infinitamente della sua pazienza e disponibilità nella spiegazione. Purtroppo quando ci si trova in queste situazioni brutte si vorrebbe avere un medico che ti spieghi passo passo tutto e in modo sempre più dettagliato, ma mi rendo conto che ciò è impossibile. Grazie nuovamente
[#7]
Ex utente
Gentili medici scrivo per aggiornare la situazione di cui sopra.
a seguito dell'infarto che ha colpito la parte sinistra del cuore, creando una funzionalità al 50% dell'intero organo, diagnosi confermata dagli esami clinici eseguiti in questi giorni, il paziente in questione, questa mattina ha avuto un'ischemia cerebrale con paralisi del lato sx.A 6 ore dall'evento i medici a seguito della tac asseriscono che il suo cervello presenta delle ischemie pregresse che nn hanno lasciato alcun danno. la funzionalità cardiaca a seguito dell'infarto è classificata soddisfacente dai medici stessi,in pratica il cuore non ha subito altri danni, secondo loro questa ischemia potrebbe essere il seguito dell'assunzione degli anticoaugulanti che deve assumere in questo periodo. Gradirei sapere se in medicina è tipico il verificarsi di un'ischemia cerebrale a seguito di un infarto e se è più o meno grave di un ictus.
Grazie mille
a seguito dell'infarto che ha colpito la parte sinistra del cuore, creando una funzionalità al 50% dell'intero organo, diagnosi confermata dagli esami clinici eseguiti in questi giorni, il paziente in questione, questa mattina ha avuto un'ischemia cerebrale con paralisi del lato sx.A 6 ore dall'evento i medici a seguito della tac asseriscono che il suo cervello presenta delle ischemie pregresse che nn hanno lasciato alcun danno. la funzionalità cardiaca a seguito dell'infarto è classificata soddisfacente dai medici stessi,in pratica il cuore non ha subito altri danni, secondo loro questa ischemia potrebbe essere il seguito dell'assunzione degli anticoaugulanti che deve assumere in questo periodo. Gradirei sapere se in medicina è tipico il verificarsi di un'ischemia cerebrale a seguito di un infarto e se è più o meno grave di un ictus.
Grazie mille
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 6.7k visite dal 19/01/2009.
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