Fibrillazione atriale e antiaritmici
Buongiorno Dottori.
Mia madre ha 76 anni e ad agosto 2017 ha avuto un ictus ischemico, dal quale si è ripresa abbastanza bene e rapidamente.
Dal 2009 presentava episodi di BESV ed era in cura con cardioaspirina.
Nonostante una leggera stenosi carotidea, la causa dell'ictus è stata attribuita a episodi di fibrillazione atriale parossistica.
Ha iniziato subito la terapia anticoagulante (Eliquis 5 mg, una compressa al giorno in 2 somministrazioni) e una terapia con antiaritmici che, però, a distanza di 8 mesi non sembra dare risultati e soprattutto mi fa venire molti dubbi.
In questi mesi, infatti, il cardiologo le ha prescritto 2 medicine per la fibrillazione (Idrochinidina 150mg e Cordarone 200mg),
cambiando di volta in volta il dosaggio (dall'ultima visita di controllo di marzo prende 2 compresse al gg di Idrochinidina e mezza compressa di Cordarone ogni 5 giorni).
Ha eseguito un holter di controllo che evidenza i soliti episodi di BESV; la pressione è mediamente 90/60, con 48-52 battiti al minuto
ed, inoltre, mediamente una volta a settimana continuano a presentarsi lievi episodi di f.a. (al massimo 90 battiti al minuto, senza sintomi evidenti).
Leggendo il foglietto illustrativo dei medicinali e grazie all'aiuto di un gentile medico su questo sito ho visto che l'associazione chinidina + cordarone può essere rischiosa e mi sono deciso a consultare un altro cardiologo qui a Roma, che ha lasciato inalterato il dosaggio di Eliquis e ha invece modificato la terapia antiaritmica sostituendo la coppia "chinidina + cordarone" con l'Almarytm 100mg, mezza dose al mattino e mezza la sera.
Pensate sia più appropriata? Se la terapia antiaritmica non dà risultati e in virtù dei modesti valori di f.a. che si presentano settimanalmente, non sarebbe il caso di interromperla evitando quindi i numerosi effetti indesiderati (capogiri, debolezza ecc) che provoca?
Vi ringrazio anticipatamente e rimango in attesa di un vostro gentile riscontro.
Distinti saluti.
Mia madre ha 76 anni e ad agosto 2017 ha avuto un ictus ischemico, dal quale si è ripresa abbastanza bene e rapidamente.
Dal 2009 presentava episodi di BESV ed era in cura con cardioaspirina.
Nonostante una leggera stenosi carotidea, la causa dell'ictus è stata attribuita a episodi di fibrillazione atriale parossistica.
Ha iniziato subito la terapia anticoagulante (Eliquis 5 mg, una compressa al giorno in 2 somministrazioni) e una terapia con antiaritmici che, però, a distanza di 8 mesi non sembra dare risultati e soprattutto mi fa venire molti dubbi.
In questi mesi, infatti, il cardiologo le ha prescritto 2 medicine per la fibrillazione (Idrochinidina 150mg e Cordarone 200mg),
cambiando di volta in volta il dosaggio (dall'ultima visita di controllo di marzo prende 2 compresse al gg di Idrochinidina e mezza compressa di Cordarone ogni 5 giorni).
Ha eseguito un holter di controllo che evidenza i soliti episodi di BESV; la pressione è mediamente 90/60, con 48-52 battiti al minuto
ed, inoltre, mediamente una volta a settimana continuano a presentarsi lievi episodi di f.a. (al massimo 90 battiti al minuto, senza sintomi evidenti).
Leggendo il foglietto illustrativo dei medicinali e grazie all'aiuto di un gentile medico su questo sito ho visto che l'associazione chinidina + cordarone può essere rischiosa e mi sono deciso a consultare un altro cardiologo qui a Roma, che ha lasciato inalterato il dosaggio di Eliquis e ha invece modificato la terapia antiaritmica sostituendo la coppia "chinidina + cordarone" con l'Almarytm 100mg, mezza dose al mattino e mezza la sera.
Pensate sia più appropriata? Se la terapia antiaritmica non dà risultati e in virtù dei modesti valori di f.a. che si presentano settimanalmente, non sarebbe il caso di interromperla evitando quindi i numerosi effetti indesiderati (capogiri, debolezza ecc) che provoca?
Vi ringrazio anticipatamente e rimango in attesa di un vostro gentile riscontro.
Distinti saluti.
[#1]
Sicuramente la flecainide e' la piu' indicata.
Tenga conto che la stessa molecola da circa un anno e' stata confezionata in un prodotto ritardo che eprmette una sola assunzione al giorno e che il dosaggio di 100 mg e' il piu' basso pertanto puo' anche aumentarne il dosaggio all'occorrenza, anche in relazione al peso corporeo
Arrivederci
cecchini
Tenga conto che la stessa molecola da circa un anno e' stata confezionata in un prodotto ritardo che eprmette una sola assunzione al giorno e che il dosaggio di 100 mg e' il piu' basso pertanto puo' anche aumentarne il dosaggio all'occorrenza, anche in relazione al peso corporeo
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
La ringrazio dottore per la celere risposta.
Vedremo allora i risultati ottenuti con la flecainide.
Ho solo un'altra domanda: il fatto che lievi episodi di f.a. (al massimo 90-95 battiti al minuto, senza sintomi evidenti) continuano a presentarsi mediamente una volta a settimana, sempre dopo i pasti, potrebbe far pensare che queste f.a. siano dovute a reflusso o difficoltà digestive?
Se si, la flecainide può essere d'aiuto anche in questo caso o servirebbe altro?
Grazie mille..
Vedremo allora i risultati ottenuti con la flecainide.
Ho solo un'altra domanda: il fatto che lievi episodi di f.a. (al massimo 90-95 battiti al minuto, senza sintomi evidenti) continuano a presentarsi mediamente una volta a settimana, sempre dopo i pasti, potrebbe far pensare che queste f.a. siano dovute a reflusso o difficoltà digestive?
Se si, la flecainide può essere d'aiuto anche in questo caso o servirebbe altro?
Grazie mille..
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 24/04/2018.
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