Associazione aminoacidi ramificati e malattie cardiovascolari
Egregi Dottori
il presente consulto per sottoporre alla Vostra attenzione un quesito relativo alla assunzione di aminoacidi ramificati; in particolare, ho avuto modo di leggere un articolo che riporta il seguente passaggio:
“Un gruppo di ricercatori internazionali statunitensi, canadesi e brasiliani ha voluto indagare questa possibile associazione. Hanno potuto così dimostrare in questo studio prospettico, che ha interessato più di 27.000 donne, 2.207 eventi CVD su un periodo medio di 18,6 anni di follow-up. La determinazione dei metaboliti plasmatici è stata effettuata mediante spettroscopia a risonanza magnetica nucleare. Una articolata valutazione statistica (cha ha interessato anche altri parametri biochimici come ad es l’Hb A1c, i lipidi etc) ha potuto dimostrare che i BCAA plasmatici circolanti sono positivamente associati nelle donne alla incidenza della CVD. Questa associazione era molto più importante nelle donne che avevano manifestato il diabete mellito prima di andare incontro ad un evento cardiovascolare. Gli Autori concludono che una alterazione del metabolismo dei BCAA può mettere in evidenza il rischio a lungo termine della causa comune che sta alla base del T2D e della CVD.”
Premetto che la fonte da cui ho reperito queste informazioni è assolutamente attendibile, mi domando: l’assunzione di queste sostanze al fine di migliorare le performance atletiche, può realmente causare danno alla donna? Esiste davvero una correlazione tra l’uso degli aminoacidi ramificati e l’incidenza delle malattie cardiovascolari?
Speranzoso di ricevere un Vostro cortese riscontro, porgo distinti saluti.
il presente consulto per sottoporre alla Vostra attenzione un quesito relativo alla assunzione di aminoacidi ramificati; in particolare, ho avuto modo di leggere un articolo che riporta il seguente passaggio:
“Un gruppo di ricercatori internazionali statunitensi, canadesi e brasiliani ha voluto indagare questa possibile associazione. Hanno potuto così dimostrare in questo studio prospettico, che ha interessato più di 27.000 donne, 2.207 eventi CVD su un periodo medio di 18,6 anni di follow-up. La determinazione dei metaboliti plasmatici è stata effettuata mediante spettroscopia a risonanza magnetica nucleare. Una articolata valutazione statistica (cha ha interessato anche altri parametri biochimici come ad es l’Hb A1c, i lipidi etc) ha potuto dimostrare che i BCAA plasmatici circolanti sono positivamente associati nelle donne alla incidenza della CVD. Questa associazione era molto più importante nelle donne che avevano manifestato il diabete mellito prima di andare incontro ad un evento cardiovascolare. Gli Autori concludono che una alterazione del metabolismo dei BCAA può mettere in evidenza il rischio a lungo termine della causa comune che sta alla base del T2D e della CVD.”
Premetto che la fonte da cui ho reperito queste informazioni è assolutamente attendibile, mi domando: l’assunzione di queste sostanze al fine di migliorare le performance atletiche, può realmente causare danno alla donna? Esiste davvero una correlazione tra l’uso degli aminoacidi ramificati e l’incidenza delle malattie cardiovascolari?
Speranzoso di ricevere un Vostro cortese riscontro, porgo distinti saluti.
[#1]
Verosilmnehte non hanno effetti negativi sul cuore.
guardo con molto sospetto in ogni caso chi cerca di “mifliorare la performance”
per fare cosa, mi scusi?
guardo con molto sospetto in ogni caso chi cerca di “mifliorare la performance”
per fare cosa, mi scusi?
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Ex utente
Egregio Dottore
intanto La ringrazio per la sua cortese risposta.
Per “migliorare le performance” intendo l’incremento della forza e della resistenza nelle sessioni di allenamento, che di norma mia moglie svolge nel tardo pomeriggio, ovvero dopo una lunga giornata di lavoro. Molto spesso è impossibilità a seguire una alimentazione corretta, o per meglio dire, sufficientemente ricca dei nutrienti che le conferiscano le energie necessarie per “rendere” nelle sua attività fisica. Per quattro giorni alla settimana lei si sottopone a una seduta di circa un’ora e mezzo di allenamento in cui è compreso il sollevamento pesi, esercizi a corpo libero come piegamenti sulle braccia, piegamenti sulle gambe con carichi considerevoli sulle spalle, e due volte alla settimana si appende ad una sbarra fissata al muro e si solleva con la sola forza della muscolatura dorsale. Da qui la necessità di integratori alimentari, in difetto dei quali non riuscirebbe a reggere nemmeno mezz’ora.
La pregherei, se ritesse sconsigliabile l’uso di tali sostanze, di rendermi edotto delle ragioni.
La ringrazio una volta di più per la sua disponibilità, pazienza e cortesia.
intanto La ringrazio per la sua cortese risposta.
Per “migliorare le performance” intendo l’incremento della forza e della resistenza nelle sessioni di allenamento, che di norma mia moglie svolge nel tardo pomeriggio, ovvero dopo una lunga giornata di lavoro. Molto spesso è impossibilità a seguire una alimentazione corretta, o per meglio dire, sufficientemente ricca dei nutrienti che le conferiscano le energie necessarie per “rendere” nelle sua attività fisica. Per quattro giorni alla settimana lei si sottopone a una seduta di circa un’ora e mezzo di allenamento in cui è compreso il sollevamento pesi, esercizi a corpo libero come piegamenti sulle braccia, piegamenti sulle gambe con carichi considerevoli sulle spalle, e due volte alla settimana si appende ad una sbarra fissata al muro e si solleva con la sola forza della muscolatura dorsale. Da qui la necessità di integratori alimentari, in difetto dei quali non riuscirebbe a reggere nemmeno mezz’ora.
La pregherei, se ritesse sconsigliabile l’uso di tali sostanze, di rendermi edotto delle ragioni.
La ringrazio una volta di più per la sua disponibilità, pazienza e cortesia.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 20/04/2018.
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