Atleta con pause superiori ai 6 sec.
Buonasera a tutto lo staff e gli specialisti di MEDICITALIA+,
Con la presente sono a chiedere un Vostro parere in merito alla mia situazione attuale: sono un atleta agonista di Crossfit (sport ad alta intensità che consiste in esercizi di sollevamento carichi, ginnastica a corpo libero e resistenza) con una frequenza di allenamento pari a 36 ore mensili. Circa due mesi fa mi è stato diagnosticato un blocco atrio ventricolare di terzo grado con numerose pause notturne (la più lunga di circa sei secondi). Nessun sintomo durante le ore diurne, nessuno svenimenti o vertigini ma numerose pause notturne e durante il riposo pomeridiano con ritmo cardiaco talvolta sotto i 40 battiti al minuto. Prima di valutare l'idea di impiantare un pacemaker mi è stato chiesto di ridimensionare drasticamente l'attività sportiva eliminando l'alta intensità e dimezzando i carichi di peso per un periodo di circa due mesi. Ripetuti gli esami, la mia situazione si presenta come segue: prova da sforzo ergometrica superata con successo, Ecocardiogramma nella norma, esame holter invariato (anzi, la pausa più lunga si aggira intorno ai 7,5 secondi). Mi è stato consigliato pertanto di impiantare un pacemaker di tipo leadless (senza fili) per non compromettere la mia mobilità e continuare a praticare questo sport. Alla luce di quanto descritto (e mi riserverei di fornire eventuali altri dettagli clinici qualora fossero necessari), sono pertanto a chiederVi:
1 - Posto che tale situazione dipenda essenzialmente dall'azione depressiva del tono vagale sul cuore, esisterebbe un'alternativa in grado di risolvere il problema a monte senza necessariamente impiantare un pacemaker? Sarebbe pertanto possibile inibire l'azione del tono vagale senza ricorrere all'impianto?
Non ho ancora svolto alcun esame elettrofisiologico e mi meraviglio non mi sia stato prescritto, allo scopo di indagare su quale sia l'origine di questo impulso.
2 - In caso di risposta negativa e quindi in caso di necessità di un impianto, può un pacemaker di tipo leadless (Micra) garantire il pieno ritorno all'attività fisica citata sopra, alle stesse intensità, senza limitazioni e soprattutto a livello agonistico?
Vi ringrazio infinitamente per l'attenzione.
Nicola Rizzi, 28 anni.
Con la presente sono a chiedere un Vostro parere in merito alla mia situazione attuale: sono un atleta agonista di Crossfit (sport ad alta intensità che consiste in esercizi di sollevamento carichi, ginnastica a corpo libero e resistenza) con una frequenza di allenamento pari a 36 ore mensili. Circa due mesi fa mi è stato diagnosticato un blocco atrio ventricolare di terzo grado con numerose pause notturne (la più lunga di circa sei secondi). Nessun sintomo durante le ore diurne, nessuno svenimenti o vertigini ma numerose pause notturne e durante il riposo pomeridiano con ritmo cardiaco talvolta sotto i 40 battiti al minuto. Prima di valutare l'idea di impiantare un pacemaker mi è stato chiesto di ridimensionare drasticamente l'attività sportiva eliminando l'alta intensità e dimezzando i carichi di peso per un periodo di circa due mesi. Ripetuti gli esami, la mia situazione si presenta come segue: prova da sforzo ergometrica superata con successo, Ecocardiogramma nella norma, esame holter invariato (anzi, la pausa più lunga si aggira intorno ai 7,5 secondi). Mi è stato consigliato pertanto di impiantare un pacemaker di tipo leadless (senza fili) per non compromettere la mia mobilità e continuare a praticare questo sport. Alla luce di quanto descritto (e mi riserverei di fornire eventuali altri dettagli clinici qualora fossero necessari), sono pertanto a chiederVi:
1 - Posto che tale situazione dipenda essenzialmente dall'azione depressiva del tono vagale sul cuore, esisterebbe un'alternativa in grado di risolvere il problema a monte senza necessariamente impiantare un pacemaker? Sarebbe pertanto possibile inibire l'azione del tono vagale senza ricorrere all'impianto?
Non ho ancora svolto alcun esame elettrofisiologico e mi meraviglio non mi sia stato prescritto, allo scopo di indagare su quale sia l'origine di questo impulso.
2 - In caso di risposta negativa e quindi in caso di necessità di un impianto, può un pacemaker di tipo leadless (Micra) garantire il pieno ritorno all'attività fisica citata sopra, alle stesse intensità, senza limitazioni e soprattutto a livello agonistico?
Vi ringrazio infinitamente per l'attenzione.
Nicola Rizzi, 28 anni.
[#1]
Lei necessita di un pace maker.
Ovviamente dovra eseguire uno studio elettrofisiologico intracavitario.
Avendo un BAV di 3* grado non mi pare che il PM leadless sia piu' indicato perche lei avrebbe bisogno di un PM bicamerale.
Per cio che riguarda quello sport glielo sconsiglio non tanto per l'effetto sul ritmo, quanto per l'efffetto sulla ipertrofia ventricolare sinistra.
Arrivederci
cecchini
Ovviamente dovra eseguire uno studio elettrofisiologico intracavitario.
Avendo un BAV di 3* grado non mi pare che il PM leadless sia piu' indicato perche lei avrebbe bisogno di un PM bicamerale.
Per cio che riguarda quello sport glielo sconsiglio non tanto per l'effetto sul ritmo, quanto per l'efffetto sulla ipertrofia ventricolare sinistra.
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 10/03/2018.
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