Il dolore diventa più forte se mi spavento,se sono

Salve,sono una studentessa di 26anni,madre da 3.Da anni,circa 7 o 8,soffro di dolori al petto.Circa 5 anni fa,poiché il dolore era piuttosto intenso e frequente, il mio medico curante mi prescrisse una radiografia toracica che non mise in luce alcunché di anomalo. Poco dopo,mi sottoposi ad una radiografia alla schiena che evidenziò una cifosi,se ben ricordo,pertanto un'anomalia al tratto cervicale. Il mio medico curante volle,però, vederci chiaro e mi invitò a sottopormi ad una risonanza magnetica al tratto cervicale,dorsale e lombo-sacrale,la quale evidenziò la presenza di un'ernia e due protrusioni. Negli anni,ho tamponato il dolore assumendo antidolorifici all'occorrenza,rimedio che oggi sembra non essere più efficace. Ovviamente, ogni volta che mi si presenta il dolore,l'ipocondria mi induce a pensare che si tratti di angina pectoris o,ancor peggio,d'infarto.Ho eseguito negli anni (l'ultimo un anno e mezzo fa)diverse visite cardiologiche:Elettrocardiogramma,Eco cuore,ecografia alle carotidi,esami del sangue,controllo della tiroide,tutto nella norma. Dal quarto mese di gravidanza,ho iniziato a soffrire di ansia,associata ad attacchi di panico.La tachicardia era devastante,ragion per cui il cardiologo mi prescrisse un beta bloccante che interruppi immediatamente dopo la nascita del mio bambino. Oggi,per tenere a bada gli sbalzi d'umore e l'ansia,assumo soltanto mezza compressa di Eutimil dopo pranzo e due compresse di Tavor Oro al giorno. A parte periodi,come il cambio di stagione,sembra che questa terapia e la forza di volontà,mi aiutino a tenere a bada questo disturbo. Sono ipocondriaca,specie quando mi si ripresenta il dolore al petto che,in realtà, è la ragione primaria per la quale chiedo il vostro parere. Il dolore di cui parlo si manifesta al lato sinistro del petto,si irradia talvolta anche al braccio,che diventa dolente anche al tatto. È un dolore forte,come se mi si aprisse il petto...ma non è costante. Si manifesta generalmente nel tardo pomeriggio,è insopportabile se premo col dito in un punto preciso del petto e si irradia anche alla schiena, in corrispondenza del petto e,non sempre ma a volte accade,anche alla testa.Il dolore al petto si manifesta quando provo a raddrizzare la schiena,quando sollevo un peso e quindi faccio un movimento brusco o uno sforzo intenso,durante l'ispirazione,se fatta profondamente, sento come se il petto mi si aprisse. Se sono distesa,con la schiena comodamente appoggiata,non lo avverto più di tanto. Se mi giro sul fianco sinistro si riacutizza,se mi giro sul fianco destro sembra alleviarsi. Il dolore diventa più forte se mi spavento,se sono in forte stato d'ansia...dopo un po'passa e rimane il classico dolore che è comunque forte e mi impedisce di svolgere le normali attività quotidiane.Sono quasi certa che i dolori siano di natura muscolo-scheletrica ma,in attesa di sottopormi nuovamente ad una risonanza,che ho già prenotato,vorrei un altro parere medico che possa placare le mie ansie. Attendo. R
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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.7k 3.7k
I dolori che lei riferisce sono di tipo nevrotico e non hanno niente a che fare con il suo cuore.
Colpisce che una donna giovane come lei abbia già eseguito così tante radiografie, esponendosi a radiazioni inutili.
È colpisce anche che assuma una quantità così elevata di benzodiazepine.
Forse la sua ansia andrebbe curata in maniera più seria.

Arrivederci

Cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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Utente
Utente
Probabilmente se non mi fossi sottoposta a quelle radiografie, non avrei capito di che natura fosse il mio problema né avrei scoperto l'anomalia al tratto cervicale ed avrei continuato a credere di essere malata di cuore. In ogni caso,la ringrazio per avermi risposto tempestivamente e le chiedo,inoltre,in che modo ritiene sia giusto curare le mie ansie e per quale ragione pensa che la quantità di farmaci che assumo sia elevata se sia il neuropsichiatra che me le ha prescritte,sia il mio medico curante,sostengono che sia un dosaggio davvero minimo. Attendo nuovamente risposta
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Guardi,
sono due concetti diversi
-se lei non avesse fatto le RX clinicamente c'erano mille modi di desumere che il suo cuore non c'entrava nulla con i suoi dolori.
Il tutto senza esporsi a irradiazioni.
-che lei si sia messa il chiodo in testa di essere malata di cuore è una malattia non del cuore ma della Psiche e come tale va curata.
L'Eutimil che assume è la Paroxetina: si può associare al Lorazepam nei primi tempi ma poi se lei continua ad assumerlo senza limiti, diventa non solo inutile perchè non le fa più effetto ma le procura dipendenza psicologica e fisica.
Ora io non so se lei sia tornata dal neurologo per rivalutare la sua terapia o ci sia andata una volta sola.
Il Neuropsichiatra, tuttavia, vecchia definizione risalente al 1800, si preoccupa delle malattie organiche del SNC e di quello periferico. E oggi si chiama Neurologo.
Se fosse onesto manderebbe i pazienti come lei dallo Psichiatra che per definizione è quello che cura i disturbi dell'umore.
Come dire a ognuno il suo.
Può dedurre da questo ragionamento che la dose,elevata o no di Lorazepam, va scalata e tolta perchè lei rimanga in terapia solo con la Paroxetina.
Questo è il messaggio giusto del collega che io condivido pienamente.
Poi lei può fare come vuole.
Saluti cordiali,
Dott. Caldarola.
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Utente
Utente
È stato chiarissimo ed esaustivo. Naturalmente sono stata più volte dal neurologo il quale,ogni volta,ha modificato un po'della terapia. Seguirò il suo consiglio e mi rivolgerò ad uno psichiatra,fino ad ora non ero a conoscenza della differenza che intercorre tra i due ruoli. Per le radiografie, certamente esse sono state prescritte da un medico,forse troppo superficiale...insomma,povero chi ha bisogno! Grazie infinite,alla prossima
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