Forte tachicardia dopo pranzo e cena

Salve!
Ho bisogno di un vostro parere: dopo pranzo e dopo cena, per le quattro/cinque ore successive, avverto una fortissima tachicardia, che raggiunge anche i 113 battiti al minuto. Insieme a questo, comincio ad avere paura, mi faccio prendere dall'ansia, tendo i muscoli, mi gira la testa e mi sento svenire. Così, tento di calmarmi, tento di ripetermi che "si sviene per il battito basso, non per quello alto", come il mio psicologo mi ha suggerito in passato, essendo io un tipo ansioso, ma vivo male. Non posso neppure lavorare dopo pranzo o dopo cena, e io stesso mi accorgo che rendo di meno, o, comunque, se lavoro vado un po "a rilento" non essendo al massimo delle mie forze.

Premetto di essere affetto da un leggerissimo prolasso mitralico, tenuto sotto controllo, e di essere costantemente controllato dal cardiologo, che, fino al mese scorso, non ha evidenziato assolutamente nulla di anormale ne all'ausculto ne all'ECG.

Tendo, tuttavia, a pensare che si tratti della digestione, essendo "vittima" del reflusso gastroesofageo, ed essendo che, spesso, avverto nausea, bruciore alla bocca dello stomaco, gorgoglii, flatulenza. Assumo Gaviscon, e, qualche settimana fa, ho seguito una cura di 14 giorni di Mepral, che un po aveva risolto, ma, quando la cura è terminata, tutto è tornato rapidamente come prima.

Essendo che, di mio, ho un battito cardiaco basale pari a 87 BPM (il medico ha spiegato che il mio cuore ha una conformazione "a goccia", ed essendo più piccolo ha bisogno di pompare più sangue!), volevo chiedervi:

- Devo preoccuparmi?
- Rischio che il mio cuore si danneggi?
- Rischio una minore aspettativa di vita rispetto a chi ha un battito più lento?
- Cosa posso fare quando, dopo pranzo, i battiti superano i 110 BPM ed io comincio ad avere paura?

Sinceramente ho un po paura per la mia salute, per questo chiedo vostri consigli!
Grazie!
[#1]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Guardi dalle sue parole emerge chiaro il quadro di una persona molto ansiosa. lei di cardiologico non ha nulla. Noi cardiologi non possiamo esserle di alcun aiuto. Lei necessita del supporto di uno psicoterapeuta.
Saluti

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta, ma, molto sommessamente, mi permetto di farle notare che il mio stesso medico di base ha escluso cause psicologiche, ed ha chiaramente osservato un reflusso gastroesofageo, che, com'è noto, potrebbe essere alla base del problema.

Prima di essere etichettato come "ansioso", potremmo anche minimamente prendere in considerazione tale evenienza riscontata? Grazie! :)
Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.

Leggi tutto