Betabloccanti?
Gentili Medici,
vi scrivo per chiedervi un parere. Dopo la morte di mio padre, avvenuta circa un anno fa, sono tornata a vivere con mia madre, per non lasciarla sola, perché è anziana e non sta bene. Soffre di crisi epilettiche e, nonostante sia in cura, questi crisi a volte si ripresentano, sia di notte che di giorno. Purtroppo quando capitano non c'è nulla da fare, se non assicurarsi che non si faccia male e aspettare che passino; per fortuna durano qualche minuto, ma in quei momenti il cuore comincia a battermi all'impazzata, sento dei veri tonfi nel petto e riesco a tranquillizzarmi solo dopo un bel po' che la crisi è passata. In questo ultimo periodo, di norma, ho il battito tra 80 e 90, perché vivo in costante apprensione (purtroppo ho anche problemi di lavoro). Ne ho parlato con il medico di base, il quale mi ha consigliato dei betabloccanti, ma io penso che forse potrebbe essere più utile un ansiolitico, o comunque un supporto psicologico contro l'ansia. Voi cosa ne pensate?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
Cordiali saluti
vi scrivo per chiedervi un parere. Dopo la morte di mio padre, avvenuta circa un anno fa, sono tornata a vivere con mia madre, per non lasciarla sola, perché è anziana e non sta bene. Soffre di crisi epilettiche e, nonostante sia in cura, questi crisi a volte si ripresentano, sia di notte che di giorno. Purtroppo quando capitano non c'è nulla da fare, se non assicurarsi che non si faccia male e aspettare che passino; per fortuna durano qualche minuto, ma in quei momenti il cuore comincia a battermi all'impazzata, sento dei veri tonfi nel petto e riesco a tranquillizzarmi solo dopo un bel po' che la crisi è passata. In questo ultimo periodo, di norma, ho il battito tra 80 e 90, perché vivo in costante apprensione (purtroppo ho anche problemi di lavoro). Ne ho parlato con il medico di base, il quale mi ha consigliato dei betabloccanti, ma io penso che forse potrebbe essere più utile un ansiolitico, o comunque un supporto psicologico contro l'ansia. Voi cosa ne pensate?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
Cordiali saluti
[#1]
Ritengo che lei abbia decisamente ragione...non assuma betabloccanti, ma si rivolga a uno psicoterapeuta che saprà sicuramente esserle di aiuto.
Cordialmente
Cordialmente
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
[#2]
Utente
Gentile Dott. Rillo,
La ringrazio molto per la veloce risposta e ne approfitto per chiederLe un'altra cosa. Il medico, quando mi ha suggerito i betabloccanti, mi ha detto che è necessario evitare che la tachicardia si trasformi in fibrillazione atriale. Secondo Lei c'è questo pericolo? Quale frequenza si deve raggiungere per parlare di fibrillazione atriale?
Comunque seguirò al più presto il Suo consiglio e contatterò uno psicoterapeuta.
Grazie ancora, cordiali saluti
La ringrazio molto per la veloce risposta e ne approfitto per chiederLe un'altra cosa. Il medico, quando mi ha suggerito i betabloccanti, mi ha detto che è necessario evitare che la tachicardia si trasformi in fibrillazione atriale. Secondo Lei c'è questo pericolo? Quale frequenza si deve raggiungere per parlare di fibrillazione atriale?
Comunque seguirò al più presto il Suo consiglio e contatterò uno psicoterapeuta.
Grazie ancora, cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 27/01/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.