Infarto, bypass, pacemaker, arteriosclerosi e improvvisa pressione alta
Salve,
mio padre ha 71 anni e a maggio '15 è stato ricoverato al San Raffaele di Milano per un infarto. Trasferito all'ospedale Sacco gli sono stati fatti 4 bypass all'inizio di giugno. L'operazione è andata a buon fine nonostante il cardiochirurgo avesse avvisato che le condizioni delle arterie (causa arteriosclerosi) non essendo delle migliori avrebbero potuto comprometterne l'esito. Dopo una riabilitazione di circa 2 mesi parzialmente passata al Sacco e parzialmente al Don Gnocchi è uscito e fino a settembre non ha presentato alcuno problema.
A settembre è stato ricoverato in emergenza per la seconda volta. La pressione si era alzata improvvisamente a 190 - 100, avvertiva giramenti di testa e le caviglie si erano gonfiate. Presso il Sacco gli hanno impiantato uno stent ed usato il palloncino per allargare un'arteria. Hanno anche controllato lo stato dei bypass e tutto era a posto.
Nel giro di un mese, alla visita di controllo di ottobre ha avuto un giramento di testa nella sala di attesa dell'ospedale Sacco. Nuovo ricovero e la decisione di impiantare il pacemaker in quanto dopo essere stato monitorato i dottori hanno notato un cambiamento nel numero di battiti tra giorno e notte. Operazione completata con successo ed uscita piuttosto veloce dal reparto.
Per tutto il mese di novembre e dicembre la pressione, che mio padre misura mattina e sera, era stabile intorno ai 130 / 70. Una sola eccezione si è verificata a dicembre quando andato in montagna (1100 mt slm) per un week-end (temperatura sotto lo zero di sera) la pressione è salita ancora a 190 / 95. Sceso il giorno successivo a Milano, la pressione è ritornata ai valori normali in 2-3 giorni scendendo progressivamente.
Il 3 gennaio dopo una giornata passata passeggiando per Milano, durante il controllo della pressione di sera i volari registrati erano 200 / 105. Immediato è stato ricovero all'ospedale Sacco nel quale hanno cercato di controllare la pressione farmacologicamente ed hanno controllato il cuore trovandolo addirittura in migliori condizioni rispetto alla visita precedente. Ad oggi è ancora ricoverato in chirurgia per completare la taratura della cura farmacologica. Il dottore che gli ha effettuato la coronografia a settembre (ed ancora ad ottobre) questa volta ha sconsigliato di effettuarla nuovamente per via della fragilità delle arterie.
Sembra che la terapia stia funzionando correttamente e se tutto continua senza problemi uscirà lunedì. Vorrei quindi chiedere cosa fare adesso? Al Sacco viene sempre tenuto in cardiologia e visitato da cardiologi ma non da angiologi. Quale dottore dovrebbe occuparsi di lui? Potreste consigliarci quali specialisti o centri ospedalieri sono i migliori per questa situazione a Milano?
Ringrazio anticipatamente.
Emiliano Marin
mio padre ha 71 anni e a maggio '15 è stato ricoverato al San Raffaele di Milano per un infarto. Trasferito all'ospedale Sacco gli sono stati fatti 4 bypass all'inizio di giugno. L'operazione è andata a buon fine nonostante il cardiochirurgo avesse avvisato che le condizioni delle arterie (causa arteriosclerosi) non essendo delle migliori avrebbero potuto comprometterne l'esito. Dopo una riabilitazione di circa 2 mesi parzialmente passata al Sacco e parzialmente al Don Gnocchi è uscito e fino a settembre non ha presentato alcuno problema.
A settembre è stato ricoverato in emergenza per la seconda volta. La pressione si era alzata improvvisamente a 190 - 100, avvertiva giramenti di testa e le caviglie si erano gonfiate. Presso il Sacco gli hanno impiantato uno stent ed usato il palloncino per allargare un'arteria. Hanno anche controllato lo stato dei bypass e tutto era a posto.
Nel giro di un mese, alla visita di controllo di ottobre ha avuto un giramento di testa nella sala di attesa dell'ospedale Sacco. Nuovo ricovero e la decisione di impiantare il pacemaker in quanto dopo essere stato monitorato i dottori hanno notato un cambiamento nel numero di battiti tra giorno e notte. Operazione completata con successo ed uscita piuttosto veloce dal reparto.
Per tutto il mese di novembre e dicembre la pressione, che mio padre misura mattina e sera, era stabile intorno ai 130 / 70. Una sola eccezione si è verificata a dicembre quando andato in montagna (1100 mt slm) per un week-end (temperatura sotto lo zero di sera) la pressione è salita ancora a 190 / 95. Sceso il giorno successivo a Milano, la pressione è ritornata ai valori normali in 2-3 giorni scendendo progressivamente.
Il 3 gennaio dopo una giornata passata passeggiando per Milano, durante il controllo della pressione di sera i volari registrati erano 200 / 105. Immediato è stato ricovero all'ospedale Sacco nel quale hanno cercato di controllare la pressione farmacologicamente ed hanno controllato il cuore trovandolo addirittura in migliori condizioni rispetto alla visita precedente. Ad oggi è ancora ricoverato in chirurgia per completare la taratura della cura farmacologica. Il dottore che gli ha effettuato la coronografia a settembre (ed ancora ad ottobre) questa volta ha sconsigliato di effettuarla nuovamente per via della fragilità delle arterie.
Sembra che la terapia stia funzionando correttamente e se tutto continua senza problemi uscirà lunedì. Vorrei quindi chiedere cosa fare adesso? Al Sacco viene sempre tenuto in cardiologia e visitato da cardiologi ma non da angiologi. Quale dottore dovrebbe occuparsi di lui? Potreste consigliarci quali specialisti o centri ospedalieri sono i migliori per questa situazione a Milano?
Ringrazio anticipatamente.
Emiliano Marin
[#1]
Buongiorno,
la situazione del papà sembra di una vasculopatia importante. La gestione sembra essere stata molto attenta, da parte di cardiologi che sono specialisti più che adatti a gestire queste problematiche (che rientrano proprio nel campo di competenza della cardiologia).
Proseguirei la terapia che le consiglieranno i colleghi alla dimissione e valuterei l'andamento del papà monitorando la pressione, magari effettuando controlli periodici da un cardiologo che possa a sua volta valutare se effettuare aggiustamenti terapeutici in un paziente in una fase di malattia di difficile controllo.
Rimango a sua disposizione per ogni eventuale dubbio.
la situazione del papà sembra di una vasculopatia importante. La gestione sembra essere stata molto attenta, da parte di cardiologi che sono specialisti più che adatti a gestire queste problematiche (che rientrano proprio nel campo di competenza della cardiologia).
Proseguirei la terapia che le consiglieranno i colleghi alla dimissione e valuterei l'andamento del papà monitorando la pressione, magari effettuando controlli periodici da un cardiologo che possa a sua volta valutare se effettuare aggiustamenti terapeutici in un paziente in una fase di malattia di difficile controllo.
Rimango a sua disposizione per ogni eventuale dubbio.
Dr. Alessandro Durante
Medico Chirurgo - Cardiologo - Milano, Como, Varese
www.durantealessandro.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 09/01/2016.
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