Lone atrial fibrillation
Gentilissimi Cardiologi,
fino a 24 anni ho svolto nuoto agonistico, e ho sempre fatto visite cardiologiche di controllo, dalle quali non sono mai risultati problemi.
Dai 25 ai 27 anni ho smesso di fare sport. 3 mesi fa ho ripreso a nuotare, senonchè, durante un allenamento, mentre facevo uno scatto, ho avvertito una frequenza cardiaca esageratamente elevata. Sebbene sia andato nel panico, ho avuto la freddezza di controllare il polso radiale, e la frequenza era di quasi 300 battiti al minuto. Nonostante una frequenza così elevata, avvertivo solo formicolii agli arti e debolezza, ma non ho perso i sensi.
Ho così chiesto ai ragazzi con cui nuotavo di portarmi al pronto soccorso, e durante il tragitto continuavo a monitorarmi il battito. A un certo punto, poco prima che arrivassimo all’ospedale, ho avvertito che il ritmo, dapprima regolare, era divenuto irregolare.
Non appena siamo arrivati al pronto soccorso, mi hanno diagnosticato una fibrillazione atriale.
Mi hanno così inviato a cardiologia, dove, con terapia amiodaronica, la fibrillazione è rientrata nel giro di un’ora. Mi sono state fatte inoltre le analisi del sangue, e tutto è risultato nella norma: emocromo, enzimi cardiaci, elettroliti e ormoni tiroidei.
Una settimana dopo quest’episodio di fibrillazione atriale, mi hanno fatto tornare in ospedale, dove sono stato sottoposto ad ecocardiografia e ad una prova da sforzo al cicloergometro. a seguito di queste indagini mi hanno detto che non c’è nulla di anomalo nè sul piano del ritmo nè dell’anatomia cardiaca, e che posso quindi riprendere qualsiasi attività fisica.
Mi è stato poi raccomandato di non assumere droghe, alcol e caffè, ma io non ho mai fatto uso di queste sostanze, giacchè sono un tipico salutista. Preciso inoltre che non ho familiarità per cardiopatie.
Io ho insistito con i medici, affinchè facessero ulteriori approfondimenti, per capire da cosa fosse dipesa la tachicardia che ha preceduto la fibrillazione, ma loro mi hanno detto che io ho avuto sin da subito una fibrillazione atriale, e non una tachicardia che è sfociata in fibrillazione. Io tuttavia, pur non essendo cardiologo, sono sicuro che il mio battito fosse inizialmente del tutto regolare, e che solo dopo alcuni minuti è diventato completamente irregolare. Quindi è vero che quando sono arrivato in ospedale avevo la fibrillazione, ma prima questa irregolarità non c’era.
Mi permetto dunque di porvi queste domande:
1) E’ possibile che abbia ragione io, ovvero che ci sia stata prima una tachicardia molto sostenuta e poi la fibrillazione atriale?
2) E’ possibile che sebbene durante la prova da sforzo non sia risultato nulla, io abbia qualche anomalia nell’attività elettrica del cuore, come ad esempio vie di conduzione anomale?
3) E’ vero che posso fare qualsiasi attività fisica, purchè proceda in modo graduale nell’allenarmi?
4) Devo rivolgermi ad un altro cardiologo?
Vi ringrazio infinitamente in anticipo per la vostra eventuale disponibilità a rispondermi.
fino a 24 anni ho svolto nuoto agonistico, e ho sempre fatto visite cardiologiche di controllo, dalle quali non sono mai risultati problemi.
Dai 25 ai 27 anni ho smesso di fare sport. 3 mesi fa ho ripreso a nuotare, senonchè, durante un allenamento, mentre facevo uno scatto, ho avvertito una frequenza cardiaca esageratamente elevata. Sebbene sia andato nel panico, ho avuto la freddezza di controllare il polso radiale, e la frequenza era di quasi 300 battiti al minuto. Nonostante una frequenza così elevata, avvertivo solo formicolii agli arti e debolezza, ma non ho perso i sensi.
Ho così chiesto ai ragazzi con cui nuotavo di portarmi al pronto soccorso, e durante il tragitto continuavo a monitorarmi il battito. A un certo punto, poco prima che arrivassimo all’ospedale, ho avvertito che il ritmo, dapprima regolare, era divenuto irregolare.
Non appena siamo arrivati al pronto soccorso, mi hanno diagnosticato una fibrillazione atriale.
Mi hanno così inviato a cardiologia, dove, con terapia amiodaronica, la fibrillazione è rientrata nel giro di un’ora. Mi sono state fatte inoltre le analisi del sangue, e tutto è risultato nella norma: emocromo, enzimi cardiaci, elettroliti e ormoni tiroidei.
Una settimana dopo quest’episodio di fibrillazione atriale, mi hanno fatto tornare in ospedale, dove sono stato sottoposto ad ecocardiografia e ad una prova da sforzo al cicloergometro. a seguito di queste indagini mi hanno detto che non c’è nulla di anomalo nè sul piano del ritmo nè dell’anatomia cardiaca, e che posso quindi riprendere qualsiasi attività fisica.
Mi è stato poi raccomandato di non assumere droghe, alcol e caffè, ma io non ho mai fatto uso di queste sostanze, giacchè sono un tipico salutista. Preciso inoltre che non ho familiarità per cardiopatie.
Io ho insistito con i medici, affinchè facessero ulteriori approfondimenti, per capire da cosa fosse dipesa la tachicardia che ha preceduto la fibrillazione, ma loro mi hanno detto che io ho avuto sin da subito una fibrillazione atriale, e non una tachicardia che è sfociata in fibrillazione. Io tuttavia, pur non essendo cardiologo, sono sicuro che il mio battito fosse inizialmente del tutto regolare, e che solo dopo alcuni minuti è diventato completamente irregolare. Quindi è vero che quando sono arrivato in ospedale avevo la fibrillazione, ma prima questa irregolarità non c’era.
Mi permetto dunque di porvi queste domande:
1) E’ possibile che abbia ragione io, ovvero che ci sia stata prima una tachicardia molto sostenuta e poi la fibrillazione atriale?
2) E’ possibile che sebbene durante la prova da sforzo non sia risultato nulla, io abbia qualche anomalia nell’attività elettrica del cuore, come ad esempio vie di conduzione anomale?
3) E’ vero che posso fare qualsiasi attività fisica, purchè proceda in modo graduale nell’allenarmi?
4) Devo rivolgermi ad un altro cardiologo?
Vi ringrazio infinitamente in anticipo per la vostra eventuale disponibilità a rispondermi.
[#1]
Dubito fortemente che lei possa aver diagnosticato una frequenza al polso di 300 bpm (sarebbero 5 battiti al secondo e le garantisco che io stesso non riuscirei a contarle).
Detto questo le' ha presentato certamente una f.a. parossitica insorta durante sforzo fisico.
Gli esami finora condotti , come lei riporta sono risuiltati negativi e quindi mi tranquillizzerei.
Se tuttavia episodi analoghi dovessero ripetere sarebbe consigliabile una terapia farmacologica con antiaritmici come prevenzione.
Riguardo alla attivita' fisica , se lo sforzo e la ecografia sono risultati normali, non vedo controindicazioni. La f.a. e' un'aritmia molto anarchica" e compare nei momenti piu' impensati.
Arrivederci
cecchini
Detto questo le' ha presentato certamente una f.a. parossitica insorta durante sforzo fisico.
Gli esami finora condotti , come lei riporta sono risuiltati negativi e quindi mi tranquillizzerei.
Se tuttavia episodi analoghi dovessero ripetere sarebbe consigliabile una terapia farmacologica con antiaritmici come prevenzione.
Riguardo alla attivita' fisica , se lo sforzo e la ecografia sono risultati normali, non vedo controindicazioni. La f.a. e' un'aritmia molto anarchica" e compare nei momenti piu' impensati.
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dott. Cecchini, la ringrazio per la sua celere e cortese risposta.
Mi permetto di riproporle due domande per me molto importanti:
1) È possibile che la tachicardia abbia preceduto la fibrillazione atriale, oppure è più plausibile che ci sia stata la fibrillazione sin da subito?
2) Sul piano diagnostico, terapeutico e prognostico, cambia qualcosa tra una fibrillazione atriale insorta tal quale ed una fibrillazione insorta come complicanza di una tachicardia?
3) In assenza di familiarità, non avendo inoltre io mai avuto altre aritmie, nè prima nè dopo quell'episodio, ed essendo risultati tutti nella norma gli accertamenti, posso ragionevolmente essere certo di non avere pericolose anomalie congenite della conduzione elettrica cardiaca?
Ho chiesto ai cardiologi dell'ospedale se fosse necessario qualche approfondimento, ma mi hanno detto di non fissarmi e di vivere come prima.
Mi permetto di riproporle due domande per me molto importanti:
1) È possibile che la tachicardia abbia preceduto la fibrillazione atriale, oppure è più plausibile che ci sia stata la fibrillazione sin da subito?
2) Sul piano diagnostico, terapeutico e prognostico, cambia qualcosa tra una fibrillazione atriale insorta tal quale ed una fibrillazione insorta come complicanza di una tachicardia?
3) In assenza di familiarità, non avendo inoltre io mai avuto altre aritmie, nè prima nè dopo quell'episodio, ed essendo risultati tutti nella norma gli accertamenti, posso ragionevolmente essere certo di non avere pericolose anomalie congenite della conduzione elettrica cardiaca?
Ho chiesto ai cardiologi dell'ospedale se fosse necessario qualche approfondimento, ma mi hanno detto di non fissarmi e di vivere come prima.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 24/09/2015.
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