Bradicardia in presenza di dolore acuto
Sono un uomo di 45 anni, alto 180 cm, 104 kg, da poco ex fumatore, con problemi di dislipidemia congenita, tenuti sotto controllo farmacologicamente con fenofibrato e atorvastatina.
Di recente, a causa di una devastante cefalea a grappolo, durante i cui attacchi registravo un abbassamento della frequenza cardiaca fino a 28 bpm e "arresti", che poi ho scoperto essere chiamate pause sinusali, fino a 6 secondi.
Da questi sintomi denunciati al neurologo sono partiti una serie interminabile di accertamenti che hanno sostanzialmente diagnosticato una OSAS con indice 9.9, un ottimo stato di salute "muscolare" del cuore, un insospettabile buono stato generale di salute.
Il problema sta nel fatto che metà dei medici ritiene che la bradicardia sia dovuta alle apnee notturne, mentre l'altra metà no.
La bradicardia e le pause sinusali, registrate con Holter ECG, fino a 6,5 secondi, sono avvenute tutte nella fase acuta di dolore, sia di giorno che di notte, mentre ero ben sveglio da almeno 30-45 minuti a seguito dell'insorgere dei sintomi dell'attacco di cefalea, e sicuramente con respirazione regolare se non addirittura in somministrazione di ossigeno puro (15lt/min).
Gli stessi specialisti di pneumologia e orl ritengono che la bradicardia sia collegata esclusivamente alla fase acuta di dolore.
Solo che mi hanno fatto nascere tantissimi dubbi, a cominciare dal fatto che sembrano essere contrari all'impianto di un pacemaker per via della "giovane" età: addirittura mi hanno "terrorizzato" sul numero di cavi che rimarrebbero dispersi nelle mie vene dopo alcune sostituzioni, per via del fatto che non sia possibile rimuoverli (sono stati vaghi nelle risposte ai miei dubbi, alla faccia del consenso informato).
Purtroppo da alcuni anni soffro di calcolosi renale, e pur non avendo predisposizione allo svenimento (tilt test totalmente negativo, dopo 90 minuti e 2 somministrazioni di nitroglicerina recitavo la tabellina del 7 a ritroso), durante l'ultimo attacco, due anni or sono, sono svenuto, ma prima di svenire ricordo di aver avuto una marcata bradicardia, anche se non riesco a ricordare di aver avuto pause sinusali.
Meno male che non sono un tipo ansioso... mi chiedo cosa sarebbe accaduto se lo fossi stato.
Riuscite a fare un po' di ordine nel mio marasma mentale?
Grazie.
Di recente, a causa di una devastante cefalea a grappolo, durante i cui attacchi registravo un abbassamento della frequenza cardiaca fino a 28 bpm e "arresti", che poi ho scoperto essere chiamate pause sinusali, fino a 6 secondi.
Da questi sintomi denunciati al neurologo sono partiti una serie interminabile di accertamenti che hanno sostanzialmente diagnosticato una OSAS con indice 9.9, un ottimo stato di salute "muscolare" del cuore, un insospettabile buono stato generale di salute.
Il problema sta nel fatto che metà dei medici ritiene che la bradicardia sia dovuta alle apnee notturne, mentre l'altra metà no.
La bradicardia e le pause sinusali, registrate con Holter ECG, fino a 6,5 secondi, sono avvenute tutte nella fase acuta di dolore, sia di giorno che di notte, mentre ero ben sveglio da almeno 30-45 minuti a seguito dell'insorgere dei sintomi dell'attacco di cefalea, e sicuramente con respirazione regolare se non addirittura in somministrazione di ossigeno puro (15lt/min).
Gli stessi specialisti di pneumologia e orl ritengono che la bradicardia sia collegata esclusivamente alla fase acuta di dolore.
Solo che mi hanno fatto nascere tantissimi dubbi, a cominciare dal fatto che sembrano essere contrari all'impianto di un pacemaker per via della "giovane" età: addirittura mi hanno "terrorizzato" sul numero di cavi che rimarrebbero dispersi nelle mie vene dopo alcune sostituzioni, per via del fatto che non sia possibile rimuoverli (sono stati vaghi nelle risposte ai miei dubbi, alla faccia del consenso informato).
Purtroppo da alcuni anni soffro di calcolosi renale, e pur non avendo predisposizione allo svenimento (tilt test totalmente negativo, dopo 90 minuti e 2 somministrazioni di nitroglicerina recitavo la tabellina del 7 a ritroso), durante l'ultimo attacco, due anni or sono, sono svenuto, ma prima di svenire ricordo di aver avuto una marcata bradicardia, anche se non riesco a ricordare di aver avuto pause sinusali.
Meno male che non sono un tipo ansioso... mi chiedo cosa sarebbe accaduto se lo fossi stato.
Riuscite a fare un po' di ordine nel mio marasma mentale?
Grazie.
[#1]
E' fisiologico che la frequienza si riduca anche drasticamente in caso di solore per l'ipertono vagale.
Ma da cio che lei descrive lei e' candidato ad uno studio elettrofisiooplogico e con molta probabilita' all'impianto di un pace-maker.
Cio' che le hanno detto dei cateterui sono sciocchezze: quando viene sostituito il generatore si impiegano gli stessi cateteri del primo impianto, non avrebbe quindi nessun "cavo disperso).
Tenga presente che con lo stato attuale non potrebbe neppure guidare l'auto, cosa invece che puo' tranquillamente fare con un pace maker, dal momento che farebbe una vita del tutto normale.
Arrivederci
cecchini
Ma da cio che lei descrive lei e' candidato ad uno studio elettrofisiooplogico e con molta probabilita' all'impianto di un pace-maker.
Cio' che le hanno detto dei cateterui sono sciocchezze: quando viene sostituito il generatore si impiegano gli stessi cateteri del primo impianto, non avrebbe quindi nessun "cavo disperso).
Tenga presente che con lo stato attuale non potrebbe neppure guidare l'auto, cosa invece che puo' tranquillamente fare con un pace maker, dal momento che farebbe una vita del tutto normale.
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 25/08/2015.
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