Dispnea da scompenso cardiaco
Dopo un ictus mio padre purtroppo è afasico e immobilizzato a letto da circa un anno. Ha un grave problema di insufficienza aortica e al momento lo scompenso cardiaco ha prodotto un versamento pleurico. I medici dicono che un polmone appare "velato". Adesso è tracheostomizzato e collegato ad un ventilatore in modalità assistita.
I medici dicono che non soffre.. io però lo vedo andare in forte affanno respiratorio ogni 20 minuti e mi pare una tortura.. volevo sapere se l'uso della morfina o di un sedativo sia davvero controindicato, perchè al momento è totalmente cosciente.
I medici dicono che non soffre.. io però lo vedo andare in forte affanno respiratorio ogni 20 minuti e mi pare una tortura.. volevo sapere se l'uso della morfina o di un sedativo sia davvero controindicato, perchè al momento è totalmente cosciente.
[#1]
Medico Chirurgo
Salve,
in situazione come queste, premesso che non conosco le condizioni dle cuore di suo padre e la terapia medica instaurata, tenere un paziente perfettamente cosciente è contro ogni etica medica.
La morfina solfato, a dosi opportune, non solo è indicata per sedarlo ma esercita una azione di riduzione del preload che può essere benefica.
Non vedo motivi per farlo espiare in terra, tanto più che è in modalità di respirazione assistita.
In bocca al lupo per il papà!
V.C.
in situazione come queste, premesso che non conosco le condizioni dle cuore di suo padre e la terapia medica instaurata, tenere un paziente perfettamente cosciente è contro ogni etica medica.
La morfina solfato, a dosi opportune, non solo è indicata per sedarlo ma esercita una azione di riduzione del preload che può essere benefica.
Non vedo motivi per farlo espiare in terra, tanto più che è in modalità di respirazione assistita.
In bocca al lupo per il papà!
V.C.
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio tantissimo e le chiedo un'ultima cosa.
Avevo dimenticato di dire che qualche giorno fa mio padre ha avuto un episodio di bradicardia da cui hanno tolto alcuni farmaci protettivi che rallentavano il cuore (quelli che si usano per ridurre al minimo lo sforzo del cuore). è comunque possibile dargli una dose leggera di morfina?
Grazie infinite.
Avevo dimenticato di dire che qualche giorno fa mio padre ha avuto un episodio di bradicardia da cui hanno tolto alcuni farmaci protettivi che rallentavano il cuore (quelli che si usano per ridurre al minimo lo sforzo del cuore). è comunque possibile dargli una dose leggera di morfina?
Grazie infinite.
[#3]
Medico Chirurgo
Salve,
la morfina è bradicardizzante tuttavia la bradicardia indotta può essere controllata efficacemente con atropina solfato.
Se è in una unità di terapia intensiva stia tranquillo perchè queste cose dovrebbero saperle.
In ogni caso, non conosco la situazione di suo padre, ma mi pare assai critica.
Non è, ripeto, ammissibile fargli prendere coscienza delle condizioni attualmente "disperate" in cui versa.
E' disumano.
Per il resto un cuore che ha una FE così bassa da provocare un versamento pleurico e presumo un edema polmonare cronico, necessita di una terapia adeguata ed eventualmente di un device di assistenza ventricolare sn che non conosco se sia disponibile presso l'ospedale dove è ricoverato.
Di più capisce che non posso esprimermi perchè non conosco il caso ma solo quello che lei mi ha detto.
E le assicuro che me ne dispiace.
Con grande empatia,
V.C.
la morfina è bradicardizzante tuttavia la bradicardia indotta può essere controllata efficacemente con atropina solfato.
Se è in una unità di terapia intensiva stia tranquillo perchè queste cose dovrebbero saperle.
In ogni caso, non conosco la situazione di suo padre, ma mi pare assai critica.
Non è, ripeto, ammissibile fargli prendere coscienza delle condizioni attualmente "disperate" in cui versa.
E' disumano.
Per il resto un cuore che ha una FE così bassa da provocare un versamento pleurico e presumo un edema polmonare cronico, necessita di una terapia adeguata ed eventualmente di un device di assistenza ventricolare sn che non conosco se sia disponibile presso l'ospedale dove è ricoverato.
Di più capisce che non posso esprimermi perchè non conosco il caso ma solo quello che lei mi ha detto.
E le assicuro che me ne dispiace.
Con grande empatia,
V.C.
[#4]
Medico Chirurgo
P.S.
Chieda ai medici come fanno a dire che il paziente non soffre!
Un paziente cosciente che non riesce a respirare soffre e quanto soffre!
Questi sono retaggi di una vecchia medicina in cui delle sofferenze fisiche dei malati critici o terminali i medici si disinteressavano (eufemismo) totalmente.
In qualunque altro centro di moderna concezione suo padre sarebbe già sotto sedazione.
Esistono una pletora di farmaci per ottenere una migliore qualità di vita anche nelle ultime ore o negli ultimi giorni della stessa, situazione che mi auguro non sia quella di suo padre.
Mi perdoni, ma difronte a certe castronerie del tipo "suo padre non soffre" esco fuori dai gangheri.
Con simpatia,
V.C.
Chieda ai medici come fanno a dire che il paziente non soffre!
Un paziente cosciente che non riesce a respirare soffre e quanto soffre!
Questi sono retaggi di una vecchia medicina in cui delle sofferenze fisiche dei malati critici o terminali i medici si disinteressavano (eufemismo) totalmente.
In qualunque altro centro di moderna concezione suo padre sarebbe già sotto sedazione.
Esistono una pletora di farmaci per ottenere una migliore qualità di vita anche nelle ultime ore o negli ultimi giorni della stessa, situazione che mi auguro non sia quella di suo padre.
Mi perdoni, ma difronte a certe castronerie del tipo "suo padre non soffre" esco fuori dai gangheri.
Con simpatia,
V.C.
[#6]
Utente
Mi scusi se la disturbo ancora, ma spero che la risposta possa essere utile anche a tutti quelli che in futuro dovessero trovarsi nelle mie stesse condizioni.
Attualmente mio padre è in una clinica di riabilitazione neurologico (monitorato, ventilazione assistita) ma non c'è l'anestesista fisso.
Quando il quadro clinico si aggrava così tanto (tracheostomia, insufficienza, ventilazione), quale sarebbe la soluzione ideale? Spingere per trasferirlo in rianimazione presso un ospedale vicino o ci sono proprio centri specializzati per il cuore.
La ringrazio immensamente.
Attualmente mio padre è in una clinica di riabilitazione neurologico (monitorato, ventilazione assistita) ma non c'è l'anestesista fisso.
Quando il quadro clinico si aggrava così tanto (tracheostomia, insufficienza, ventilazione), quale sarebbe la soluzione ideale? Spingere per trasferirlo in rianimazione presso un ospedale vicino o ci sono proprio centri specializzati per il cuore.
La ringrazio immensamente.
[#7]
Medico Chirurgo
Salve,
la sede adatta per malati così critici è una terapia intensiva di un grosso ospedale, notoriamente ben funzionante.
Ivi potrà ricevere assistenza per le complicanze in atto e anche la valutazione del cardiologo e del cardiologo interventista.
A quadro migliorato e stomia tracheale non più nesessaria potrà essere trasferito in una cardiologia di alto livello.
Spero di esserle stato utile.
Cari saluti.
V.C.
la sede adatta per malati così critici è una terapia intensiva di un grosso ospedale, notoriamente ben funzionante.
Ivi potrà ricevere assistenza per le complicanze in atto e anche la valutazione del cardiologo e del cardiologo interventista.
A quadro migliorato e stomia tracheale non più nesessaria potrà essere trasferito in una cardiologia di alto livello.
Spero di esserle stato utile.
Cari saluti.
V.C.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.8k visite dal 23/07/2015.
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