Farmaco in sostituzione del coumadin
Gentili dottori, scrivo per mio padre, 88 anni ottimamente portati, con fibrillazione atriale e terapia con Coumadin da 10 anni. Qualche giorno fa, dopo l'ultimo controllo cardiologico che non ha riscontrato peggioramenti rispetto alla situazione precedente, il cardiologo ha comunicato a mio padre che avrebbe potuto utilizzare un nuovo farmaco - dabitragan, se non sbaglio a scrivere - al posto della sua vecchia terapia. Mio padre è molto contento avendo saputo che non deve più fare il controllo quindicinale dell'INR, che non deve più avere limitazioni alimentari sulle verdure, ecc.
Ovviamente non mi voglio sostituire al cardiologo nè posso giudicare il farmaco ma ho un dubbio - probabilmente banale agli occhi di un medico - che non ho potuto esprimere di persona non essendo presente alla visita e che ora giro a voi. Quanto è necessario e conveniente modificare la terapia in un paziente di 88 anni che non ha trovato problemi nell'assunzione del Coumadin se non dovuti al fastidio di recarsi al centro prelievi ogni 15 gg o di controllare l'assunzione di verdure? Grazie per la cortese attenzione.
Ovviamente non mi voglio sostituire al cardiologo nè posso giudicare il farmaco ma ho un dubbio - probabilmente banale agli occhi di un medico - che non ho potuto esprimere di persona non essendo presente alla visita e che ora giro a voi. Quanto è necessario e conveniente modificare la terapia in un paziente di 88 anni che non ha trovato problemi nell'assunzione del Coumadin se non dovuti al fastidio di recarsi al centro prelievi ogni 15 gg o di controllare l'assunzione di verdure? Grazie per la cortese attenzione.
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Il limite più importante della terapia con il Coumadin è legato alla necessità di azione entro un limite stretto dell'INR (tra 2 e 3) poichè al di sotto e al di sopra di questo limite si corrono rischi diametralmente opposti, di insufficiente scoagulazione (e quindi di ictus cerebri) o di eccessiva scoagulazione (e quindi di emorragie). Per la protezione tromboembolica è necessario che il tempo di scoagulazione ottimale sia almeno il 70% e più della metà dei pazienti in Coumadin non intercettano questo valore e quindi non sono protetti nonostante l'assunzione del farmaco. C'è poi da considerare il rischio di emorragie cerebrali che nel pz anziano in Coumadin è elevato. I nuovi anticoagulanti, al di là dell'assenza di necessità di controllo dell'INR e di rispettare l'alimentazione priva di verdure ed altro, sono risultati efficaci quanto o più del Coumadin e meno emorragici finanche del 50% e quindi è una terapia ideale soprattutto nei pazienti anziani.
Cordialità
Cordialità
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 71.8k visite dal 24/04/2015.
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