Extrasistoli, betabloccanti e fallot

Gentili dottori, sono un ragazzo di 26 anni, operato di fallot nel 90.
Due mesi fa mi sono sottoposto ad un secondo intervento chirurgico volto a risolvere il problema della severa IP che si era venuto a creare.
L'impianto di valvola homograft é riuscito alla perfezione, degenza breve e senza alcun problema (neanche un minimo versamento).
Tornato a casa tuttavia avvertivo extrasistoli e cardiopalmo e dopo 15 giorni dalla dimissione, dopo essere stato sottoposto a routinari controlli presso la struttura dove ero stato operato (risultati ottimi) ho deciso di montare un holter per togliermi gli ultimi scrupoli.
I risultati hanno evidenziato 121 BeV ed una sola besv con rare coppie e triplette ed un unica run di 4 battiti. I cardiologi mi hanno tranquillizzato ma dall'ospedale di riferimento mi è stato consigliato di assumere 1/4 di pasticca di Seloken (25mg) per due volte al giorno, da aumentare nel tempo sino ad arrivare a 50mg per due volte al dì.
Ora i problemi sono andati aumentado di giorno in giorno, prima avvertivo solo rare e singole extrasistoli, poi pian piano queste iniziavano a concatenarsi, a farsi più frequenti è più lunghe durante il giorno fino a che, pochi giorni fa, non sono stato per diverse ore con un battito di molto alterato, un battito normale si alternava a un extrasistole per poi riprendere il ciclo (bigeminismo?!).
Il mio cardiologo, già contrario all'uso dei betabloccanti mi ha consigliato di dimezzare la dose ed in effetti questi ultimi due tre giorni sta andando molto meglio, con episodi extrasistolici presenti solo nelle ore successive all'assunzione del farmaco. In particolare avverto solo un'extrasistole solo raramente episodi di bigeminismo è molto brevi.
Possono i betabloccanti essere causa di questo malessere? Sottolineo che con l'andare delle ore, dopo l'assunzione del farmaco, la mia fc aumenta e contemporaneamente i sintomi diminuiscono, così come non avverto alcun problema durante l'esercizio fisico.
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
I betabloccanti utilizzati per il trattamento delle extrasistoli a volte, anzichè migliorare, possono peggiorare il quadro clinico. Infatti diminuiscono (e non aumentano) la frequenza cardiaca e possono facilitare focus extrasistolici che emergono quando le frequenze si riducono (questo giustificherebbe il miglioramento che descrive durante sforzi fisici). Il consiglio è di sospendere il betabloccante e di non assumere farmaci se non attraverso una valutazione specialistica aritmologica (ossia di un cardiologo con particolare esperienza in alterazioni del ritmo cardiaco).
Cordialmente

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

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Utente
Utente
La ringrazio della celere risposta, di fatti qyesti sintomi li avverto proprio nel momento in cui la mia frequenza scende di molto (circa70) rispetto ai quasi 100 BPM soliti.
Questi focus, possono essere legati all'intervento fatto da poco e venire meno cin la guarigione o crede che sia un problema ormai persistente? Se non dovessi più assumere farmaci, ci sarebbe comunque da preoccuparsi o non avrei problemi?

ps: mi sono spiegato male. Ovviamente dopo l'assunzione la mia fc diminuisce, per poi aumentare nel corso delle ore e tornare ad un livello per me abituale.
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
E' difficile risponderle senza visionare la documentazione e in particolare senza stabilire la sede di origine delle extrasistoli...solo così è possibile rapportarle o meno all'intervento ed è per questo che le ho consigliato una valutazione aritmologica....
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