Una forte ipocondria
Gentili tutti,
scrivo per chiedervi un consiglio su come gestire una situazione che riguarda mio padre. Da qualche tempo ha sviluppato una forte ipocondria, forse dovuta all'età (ha 70 anni) e ad alcuni problemi di salute avuti di recente. In questo momento non fa quasi più nulla convinto di avere grossi problemi cardiaci, Cerca di non fare movimento o sforzi, non prende nemmeno più in braccio i nipoti, non fa nulla che possa provocargli la minima accellerazione del battito. Posso capire, anzi no, l'immobilità, non l'atteggiamento verso i nipoti. Ad aggravare la questione c'è che si è pure convinto che un intensa emozione, uno spavento gli possa provocare un infarto. Dice di sentire sensazioni sgradevoli e di malessere che immediatamente associa a un possibile attacco di cuore e alla conseguente morte. Ha fatto tutti gli esami del caso che non hanno evidenziato patologie, ma non riesco ne grazie a quelle, ne trovando le parole giuste e il dialogo a convincerlo del contrario e che l'eventualità è remota. Ho pensato di portarlo da uno psicologo o comunque da un terapeuta ma mio padre appartiene alla generazione di quelli che pensano che andare da un terapeuta è uguale ad essere matti e quindi...
Datemi un consiglio su come fare, su quali parole usare per convincerlo che per morire per uno spavento o una forte emozione bisogna avere una patologia importante e che non può succedere nulla, che, nel limite di quello che può fare un settantenne, l'immobilità non porta da nessuna parte se non a un ipotetico e possibile peggioramento. Insomma non dico che deve fare sport intensivo e non dico che dovrebbe portare sotto sforzo il cuore a 180 battiti che per uno sano sono normali e logici sotto sforzo, ma che può fare tutto questo senza rischi probabili e possibili. Immagino che non ci sia la certezza al 100% per nessuno su nulla, a parte morte e tasse, ma se riusciste a darmi dei consigli e delle dritte su cosa dire e come gestire la situazione mi dareste una grande mano!
Per assurdo dà più retta a me che al medico di base che non ha avuto nessuna presa su di lui e sul suo problema.
Grazie in anticipo per quello che mi potrete consigliare
scrivo per chiedervi un consiglio su come gestire una situazione che riguarda mio padre. Da qualche tempo ha sviluppato una forte ipocondria, forse dovuta all'età (ha 70 anni) e ad alcuni problemi di salute avuti di recente. In questo momento non fa quasi più nulla convinto di avere grossi problemi cardiaci, Cerca di non fare movimento o sforzi, non prende nemmeno più in braccio i nipoti, non fa nulla che possa provocargli la minima accellerazione del battito. Posso capire, anzi no, l'immobilità, non l'atteggiamento verso i nipoti. Ad aggravare la questione c'è che si è pure convinto che un intensa emozione, uno spavento gli possa provocare un infarto. Dice di sentire sensazioni sgradevoli e di malessere che immediatamente associa a un possibile attacco di cuore e alla conseguente morte. Ha fatto tutti gli esami del caso che non hanno evidenziato patologie, ma non riesco ne grazie a quelle, ne trovando le parole giuste e il dialogo a convincerlo del contrario e che l'eventualità è remota. Ho pensato di portarlo da uno psicologo o comunque da un terapeuta ma mio padre appartiene alla generazione di quelli che pensano che andare da un terapeuta è uguale ad essere matti e quindi...
Datemi un consiglio su come fare, su quali parole usare per convincerlo che per morire per uno spavento o una forte emozione bisogna avere una patologia importante e che non può succedere nulla, che, nel limite di quello che può fare un settantenne, l'immobilità non porta da nessuna parte se non a un ipotetico e possibile peggioramento. Insomma non dico che deve fare sport intensivo e non dico che dovrebbe portare sotto sforzo il cuore a 180 battiti che per uno sano sono normali e logici sotto sforzo, ma che può fare tutto questo senza rischi probabili e possibili. Immagino che non ci sia la certezza al 100% per nessuno su nulla, a parte morte e tasse, ma se riusciste a darmi dei consigli e delle dritte su cosa dire e come gestire la situazione mi dareste una grande mano!
Per assurdo dà più retta a me che al medico di base che non ha avuto nessuna presa su di lui e sul suo problema.
Grazie in anticipo per quello che mi potrete consigliare
[#1]
Lo faccia valutare da un cardiologo di sua fiducia. Se tutto risulterà normale il problema di suo padre è di pertinenza psichiatrica.
Cordialmente
Cordialmente
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
[#2]
Utente
Grazie della risposta.
Ho già provveduto a portarlo da un cardiologo che ha escluso qualsiasi patologia.
Come scrivevo non ne vuole sapere d'andare a visita da uno psichiatra o da una terapeuta.
E' di quella generazione che pensa che quelli siano i medici dei matti...
Ecco perché cercavo consiglio
Ho già provveduto a portarlo da un cardiologo che ha escluso qualsiasi patologia.
Come scrivevo non ne vuole sapere d'andare a visita da uno psichiatra o da una terapeuta.
E' di quella generazione che pensa che quelli siano i medici dei matti...
Ecco perché cercavo consiglio
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 17/10/2014.
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