TPSV e Ablazione transcatetere
Ho 70 anni e da ormai 40 anni soffro di aritmia, 3-4 episodi negli anni peggiori. Compare di colpo senza specifica causa, sento un lieve dolore retrosternale i battiti del cuore accelerano fino anche a 160-180 e dopo qualche minuto tutto passa. Durante gli episodi compaiono i rigurgiti che magari permangono anche alla conclusione dell'episodio.
Ho fatto tanti controlli anche recenti (elettrocardiografie, test da sforzo, ecodoppler,
ecc.) non si era mai riuscito a diagnosticare il fenomeno. Casualmente
recentemente in pronto soccorso, accompagnando un congiunto, l'episodio si è
ripresentato e in tale occasione monitorato dal cardiografo mi stato diagnosticato
che soffro di tachicardia parossistica TPSV.
Ho fatto una visita Aritmologica e il cardiologo mi ritiene indicato per il SEF ed
eventuale Ablazione Transcatetere con Radiofrequenza( ATC FA). La motivazione di supporto a questa terapia sarebbe che avendo 70 anni ci sono possibili rischi che episodi futuri possano provocare un ictus.
Alla ricerca di conferme alla motivazione su esposta, mi sono sempre imbattuto in
conclusioni che sembrano divergenti. Anche nelle linee guida, -scontando la mia insipieza- non trovo concordanze evidenti, mentre, sempre se non mi sbaglio. emergono non pochi casi di interventi ATC FA inappropriati.
Potete auitarmi a chiarirmi le idee? La terapia propostamè congruente?
Cordiali saluti.
Ho fatto tanti controlli anche recenti (elettrocardiografie, test da sforzo, ecodoppler,
ecc.) non si era mai riuscito a diagnosticare il fenomeno. Casualmente
recentemente in pronto soccorso, accompagnando un congiunto, l'episodio si è
ripresentato e in tale occasione monitorato dal cardiografo mi stato diagnosticato
che soffro di tachicardia parossistica TPSV.
Ho fatto una visita Aritmologica e il cardiologo mi ritiene indicato per il SEF ed
eventuale Ablazione Transcatetere con Radiofrequenza( ATC FA). La motivazione di supporto a questa terapia sarebbe che avendo 70 anni ci sono possibili rischi che episodi futuri possano provocare un ictus.
Alla ricerca di conferme alla motivazione su esposta, mi sono sempre imbattuto in
conclusioni che sembrano divergenti. Anche nelle linee guida, -scontando la mia insipieza- non trovo concordanze evidenti, mentre, sempre se non mi sbaglio. emergono non pochi casi di interventi ATC FA inappropriati.
Potete auitarmi a chiarirmi le idee? La terapia propostamè congruente?
Cordiali saluti.
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Da cio che scrive si evince che il suo problema è una tachicardia parossistica e non la fibrillazione atriale. Considerando la sua eta' ritengo adeguato procedere ad una ablazione per tachicardia parossistica ( aritmia che tra l'altro può' frequentemente indurre anche la fibrillazione striale) mentre, se non è mai stata documentata la fibrillazione atriale effettuare un ablazione potrebbe essere inutile se non dannoso. viceversa se sono stati documentati episodi di fibrillazione atriale in tal caso anche l'ablazione per la fibrillazione striale potrebbe avere un senso.
Personalmente ritengo che in presenza di entrambe le aritmie sarebbe opportuno procedere con l'ablazione per la tachicardia parossistica e solo in un secondo tempo se vi fosse evidenza di recidive difibrillazione atriale con l'ablazione della stessa. Ovviamente dare consigli adeguati utilizzando questo mezzo è sempre difficile. Credo sia importante valutare la sua condizione, spiegare rischi e benefici delle procedure e decidere quindi quale strategia può essere per Lei la più indicata. Sono entrambi atti invasivi e quindi gravati da rischi e complicanze. Per sottoporsi alle stesse è bene che il paziente abbia ben presente rischi e benefici
cordiali saluti
Personalmente ritengo che in presenza di entrambe le aritmie sarebbe opportuno procedere con l'ablazione per la tachicardia parossistica e solo in un secondo tempo se vi fosse evidenza di recidive difibrillazione atriale con l'ablazione della stessa. Ovviamente dare consigli adeguati utilizzando questo mezzo è sempre difficile. Credo sia importante valutare la sua condizione, spiegare rischi e benefici delle procedure e decidere quindi quale strategia può essere per Lei la più indicata. Sono entrambi atti invasivi e quindi gravati da rischi e complicanze. Per sottoporsi alle stesse è bene che il paziente abbia ben presente rischi e benefici
cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 8k visite dal 01/09/2014.
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