Ematoma subdurale cronico in soggetto con pregresso infarto

Salve,
sono un uomo di 60 anni dislipidemico, iperteso con familiarità per CAD, colpito il 12/02/2012 da IMA trattato presso il Policlinico Tor Vergata di Roma con PTCA primaria e impianto di due stent medicati BIOMATRIX embricati tra loro (2.75 x 18 e 3.0 x 24 mm) su arteria discendente anteriore.
In data 18/02/2012 fui dimesso in buone condizioni generali (FEVS: 50%) con la seguente terapia: Pantorc 40 mg (1 cp al mattino a digiuno), Triatec 5 mg (1 cp ore 8), Cardioaspirin 100 mg (1 cp dopo pranzo), Efient 10 mg (1 cp ore 18 per 18 mesi) e Torvast 40 mg (1 cp ore 22).
La Cardiologa che mi seguiva dimezzò nei mesi successivi la quantità del Triatec passando a 2,5 mg , inserì al mattino 1/2 cp di Cardicor da 2,5 mg, durante il pranzo una capsula di Esapent 1000 mg e sostituì il Torvast da 40 mg con il Crestor da 20 mg.
Dopo circa un anno, nonostante una dieta molto rigorosa ed una passeggiata giornaliera, comparve un modesto diabete mellito di tipo 2 che curo con 1/2 cp di Metformina da 500 mg ai pasti.
In questi anni sono riuscito a riprendere la mia attività di libero professionista , ponendomi naturalmente dei limiti per gli orari di lavoro, ed una recente scintigrafia miocardica senza e con test da sforzo eseguita nel marzo 2014 confermava il buon recupero generale.
Il 18 Giugno c.a., in seguito ad un persistente mal di testa manifestatosi il giorno precedente, uno stato di sonnolenza e stanchezza con difficoltà a sollevare la gamba destra e firmare, mi recai al PS dell’Ospedale di Albano Laziale dove con una TC del cranio mi venne diagnosticato un esteso Ematoma subdurale cronico emisferico sinistro con iniziale shift della linea mediana di notevole spessore (35 mm).
Trasportato presso il Policlinico Tor Vergata fui sottoposto d’urgenza ad intervento neurochirurgico di minicraniectomia ed evacuazione dell’ematoma, senza aspettare che passassero gli effetti della Cardioaspirina data la gravità della situazione.
Il giorno successivo ripresi la terapia domiciliare abituale, ad eccezione della Cardioaspirin sostituita dal settimo giorno del ricovero con una fiala di Clexane 4000 UI.
La TC del cranio eseguita dopo due giorni documentò il buon esito dell’operazione ed il 26/06/2014 fui dimesso in buone condizioni generali , senza deficit motori o linguistici, con la prescrizione di eseguire
ogni giorno alle 18 l’iniezione di Clexane fino alla nuova TC di controllo a cui dovrò sottopormi entro la fine di Luglio.
In sede di visita neurochirurgica ambulatoriale, dopo aver esaminato i risultati della TC, sarà valutata l’eventuale ripresa della terapia antiaggregante, causa secondo i neurochirurghi dell’ematoma dato che non sono stati riscontrati segni di traumi.
Quello che vorrei chiedere è se esiste con la terapia attuale il rischio di reinfarto per trombosi dello stent, se esistono terapie antiaggreganti sostitutive della Cardioaspirin e se dovrei eseguire altri esami per verificare la mia situazione cerebrovascolare.
Grazie.
[#1]
Dr. Giuseppe Maccabelli Cardiologo 398 21
Purtroppo la strada scelta dai suoi curanti è l'unica percorribile. Non esistono alternative. Anche perché' esistono altri antiaggreganti ma l'azione è sempre la stessa.Il rischio di occlusione coronaria degli stent è elevato solo nel primo anno. Poi gli stent vengono ricoperti da tessuto e il rischio diminuisce significativamente. Starei tranquillo. E' passato parecchio tempo dall'impianto e un periodo senza aspirina con il Clexane in copertura può' essere intrapreso senza eccessivi rischi.
cordiali saluti
[#2]
Utente
Utente
Grazie Dottore per la sua rapida e gentile risposta.
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