La dose del rytmonorm
Gentili dottori vi vorrei esporre se possibile, il caso clinico di mio padre. Mio papà ha 52 anni e soffre di tanto in tanto di fibrillazione atriale. Cinque anni fa ha effettuato una ablazione e da allora prende rytmonorm 150 due volte al giorno e la cardioaspirina. Nonostante ciò capita a volte che soffra di fibrillazione (un episodio o due all' anno). Stamane ad esempio alle 7 ha avuto un attacco di fibrillazione e siamo andati in ospedale dove gli hanno fatto un lavaggio e i vari controlli. In genere nelle 24 ore la fibrillazione rientra in modo spontaneo. Su consiglio del medico del pronto soccorso mio padre ha aumentato la dose del rytmonorm da 150 a 300 e ha fatto una siringa di calciparina. Stasera la fibrillazione è quasi rientrata e domani ha la visita con il suo cardiologo. In ospedale stamane, hanno parlato di cardioversione elettrica nel caso in cui la fibrillazione non fosse rientrata in modo spontaneo. Mi chiedevo se la cardioversione elttrica comporterebbe poi l' uso del coumadin oppure tale medicinale si prende solo in seguito a trombosi embolie ecc che mio padre fortunatamente non ha avuto. In conclusione chiedo quindi se una cardioversione elettrica richiederebbe per forza l uso del coumadin a vita poi oppure le due cose sono due cose separateGrazie mille
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Cara signora
non è la cardioversione elettrica che impone il coumadin (anche se speso in questi casi è necessario anticoagulare il paziente e per questo è possibile farlo anche con farmaci differenti come la vecchia calciparina), ma sono i fattori di rischio tromboembolico che vengono calcolati con una formula (il CHA2DS2-vasc score) a stabilire se è necessaria la terapia anticoagulante profilattica in cronico. Comunque a mio giudizio suo padre deve fare un secondo tentativo di ablazione transcatetere (a volte è necessario per completare quanto fatto con il primo intervento), ma sicuramente i risultati ottenibili dipendono anche dall'esperienza dell'operatore.
Cordialità
non è la cardioversione elettrica che impone il coumadin (anche se speso in questi casi è necessario anticoagulare il paziente e per questo è possibile farlo anche con farmaci differenti come la vecchia calciparina), ma sono i fattori di rischio tromboembolico che vengono calcolati con una formula (il CHA2DS2-vasc score) a stabilire se è necessaria la terapia anticoagulante profilattica in cronico. Comunque a mio giudizio suo padre deve fare un secondo tentativo di ablazione transcatetere (a volte è necessario per completare quanto fatto con il primo intervento), ma sicuramente i risultati ottenibili dipendono anche dall'esperienza dell'operatore.
Cordialità
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 14/02/2014.
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