Terapia antiaggregante
Gentilissimi Professori,
sono un uomo di 78 anni, premetto che fino a sei mesi non avevo grossi problemi. Poi il 17 maggio scorso, dopo una visita cardiologica ho iniziato ad assumere la cardioaspirina, ma senza nessuna protezione per lo stomaco. Il 20 giugno ho poi subito un intervento di TURBT uretrotomia interna endoscopica per K alla vescica. La cardioaspirina mi è stata sostituita col clexane 4000. Il 16 luglio, poi, al mattino ho avuto forti perdite di sangue dalla bocca e dall’ano, d’urgenza sono stato portato al PS, dove mi hanno ricoverato per ulcera sanguinante del bulbo duodenale. (Due mesi di cardioaspirina senza nessuna protezione). Alle dimissioni del reparto di chirurgia (22 luglio) mi è stato consigliato di proseguire la terapia con clexane e mi è stato aggiunto il pantaprazolo. Tornato a casa mi sono sentito di nuovo male, all’inizio abbiamo pensato ad un mancamento dovuto al caldo, al digiuno e all’allettamento. Ma trascorsi tre giorni io non riuscivo più a stare in piedi. Allora abbiamo chiamato un neurologo, che dopo un’accurata visita e viste le mie condizioni critiche, ha disposto un ricovero d’urgenza. il 26 luglio sono stato ricoverato di nuovo nel reparto di medicina generale e dimesso il 5 agosto con la diagnosi di minor stroke con ipostenia emisoma destro e Aterosclerosi TSA. Il clexane mi è stato tolto e nel foglio di dimissioni si consigliava controllo gastroscopio dopo un mese per eventuale introduzione di terapia antiaggregante piastrinica. Ho fatto poi un mese di riabilitazione e ho recuperato in modo soddisfacente l’uso dell’arto inferiore. Il 17 dicembre, allorquando mi sono sentito un po’ meglio, mi son sottoposto ad un esame gastroscopio con l’esito di Gastropatia antrale. L’esame istologico ha rilevato invece: mucosa gastrica in esame con alterazioni strutturali infiammatorie attive, flogosi interstiziale con eosinofili, microerosioni. Metaplasia colica focale. H.P. non visibile. La mia domanda è questa: visto che ho avuto un ictus, la reimmissione di una terapia antiaggregante dovrebbe essere molto importante per me, ma posso assumerla senza causare danni irreversibili allo stomaco, che sembra non sia del tutto guarito?
Attualmente sto facendo la terapia per il K vescicale e come compressa per la protezione dello stomaco assumo il Limpidex da 15 mg. Inoltre prendo Baypress, Dilatrend e Mittoval.
sono un uomo di 78 anni, premetto che fino a sei mesi non avevo grossi problemi. Poi il 17 maggio scorso, dopo una visita cardiologica ho iniziato ad assumere la cardioaspirina, ma senza nessuna protezione per lo stomaco. Il 20 giugno ho poi subito un intervento di TURBT uretrotomia interna endoscopica per K alla vescica. La cardioaspirina mi è stata sostituita col clexane 4000. Il 16 luglio, poi, al mattino ho avuto forti perdite di sangue dalla bocca e dall’ano, d’urgenza sono stato portato al PS, dove mi hanno ricoverato per ulcera sanguinante del bulbo duodenale. (Due mesi di cardioaspirina senza nessuna protezione). Alle dimissioni del reparto di chirurgia (22 luglio) mi è stato consigliato di proseguire la terapia con clexane e mi è stato aggiunto il pantaprazolo. Tornato a casa mi sono sentito di nuovo male, all’inizio abbiamo pensato ad un mancamento dovuto al caldo, al digiuno e all’allettamento. Ma trascorsi tre giorni io non riuscivo più a stare in piedi. Allora abbiamo chiamato un neurologo, che dopo un’accurata visita e viste le mie condizioni critiche, ha disposto un ricovero d’urgenza. il 26 luglio sono stato ricoverato di nuovo nel reparto di medicina generale e dimesso il 5 agosto con la diagnosi di minor stroke con ipostenia emisoma destro e Aterosclerosi TSA. Il clexane mi è stato tolto e nel foglio di dimissioni si consigliava controllo gastroscopio dopo un mese per eventuale introduzione di terapia antiaggregante piastrinica. Ho fatto poi un mese di riabilitazione e ho recuperato in modo soddisfacente l’uso dell’arto inferiore. Il 17 dicembre, allorquando mi sono sentito un po’ meglio, mi son sottoposto ad un esame gastroscopio con l’esito di Gastropatia antrale. L’esame istologico ha rilevato invece: mucosa gastrica in esame con alterazioni strutturali infiammatorie attive, flogosi interstiziale con eosinofili, microerosioni. Metaplasia colica focale. H.P. non visibile. La mia domanda è questa: visto che ho avuto un ictus, la reimmissione di una terapia antiaggregante dovrebbe essere molto importante per me, ma posso assumerla senza causare danni irreversibili allo stomaco, che sembra non sia del tutto guarito?
Attualmente sto facendo la terapia per il K vescicale e come compressa per la protezione dello stomaco assumo il Limpidex da 15 mg. Inoltre prendo Baypress, Dilatrend e Mittoval.
[#1]
Occore capire meglio qual è la causa e quindi il motivo per il quale il collega cardiologo le aveva prescritto la cardioaspirina (da quanto riporta non è chiaro). Sicuramente se lei necessita di terapia antiaggregante (ed è probabile) occorre fare i conti con il potenziale emorragico gastrico del farmaco, vista la patologia dello stesso. Quindi è importante capire se l'ictus che ha avuto è prevenibile con la terapia antiaggregante (magari con farmaci alternativi alla cardioaspirina) e con l'uso concomitante del protettore gastrico.
Cordialità
Cordialità
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
[#2]
Utente
Gentilissimo dr. Mariano Rillo,
innanzitutto grazie per il suo interessamento. In riferimento alla mia visita cardiologica, che feci perché sentivo come dei piccoli bruciori all’altezza del torace, l’ECG rilevò una tachicardia sinusale, Q nelle derivazioni anteriori con la seguente diagnosi: Ipertensione arteriosa, soffio sistolico eiettivo aortico, in compenso emodinamico. Poi dovevo eseguire un test cardiovascolare sotto sforzo ma visti gli eventi successivi non mi fu possibile. Cosa mi consiglia di fare? Una visita cardiologica è la cosa più giusta da fare per capire se va reintrodotta la terapia antiaggregante ed eventualmente aumentare il dosaggio della protezione (cosa quest’ultima già consigliatemi da un medico amico di famiglia).
Cordali saluti.
innanzitutto grazie per il suo interessamento. In riferimento alla mia visita cardiologica, che feci perché sentivo come dei piccoli bruciori all’altezza del torace, l’ECG rilevò una tachicardia sinusale, Q nelle derivazioni anteriori con la seguente diagnosi: Ipertensione arteriosa, soffio sistolico eiettivo aortico, in compenso emodinamico. Poi dovevo eseguire un test cardiovascolare sotto sforzo ma visti gli eventi successivi non mi fu possibile. Cosa mi consiglia di fare? Una visita cardiologica è la cosa più giusta da fare per capire se va reintrodotta la terapia antiaggregante ed eventualmente aumentare il dosaggio della protezione (cosa quest’ultima già consigliatemi da un medico amico di famiglia).
Cordali saluti.
[#3]
Guardi
non concordo sulla prescrizione della cardioaspirina in profilassi primaria (se non nei pazienti ad alto rischio) e mi sembra di aver capito che l'ictus che lei ha avuto si è verificato dopo l'inizio della sua assunzione, data a scopo profilattico. In questo modo, come può rendersi conto, si hanno solo potenziali effetti collaterali importanti senza alcun vantaggio. Andrebbe invece escluso che lei (anche a causa dell'ipertensione) non abbia degli episodi di fibrillazione atriale che non avverte e che possono essere la causa del suo ictus. Se così è lei deve fare una terapia anticoagulante e non antiaggregante con cardioaspirina, perchè non sarebbe protetto da un potenziale nuovo ictus e rischierebbe solo di avere altri fenomeni emorragici. Si rivolga ad un bravo cardiologo (meglio se con competenze in aritmologia).
Saluti
non concordo sulla prescrizione della cardioaspirina in profilassi primaria (se non nei pazienti ad alto rischio) e mi sembra di aver capito che l'ictus che lei ha avuto si è verificato dopo l'inizio della sua assunzione, data a scopo profilattico. In questo modo, come può rendersi conto, si hanno solo potenziali effetti collaterali importanti senza alcun vantaggio. Andrebbe invece escluso che lei (anche a causa dell'ipertensione) non abbia degli episodi di fibrillazione atriale che non avverte e che possono essere la causa del suo ictus. Se così è lei deve fare una terapia anticoagulante e non antiaggregante con cardioaspirina, perchè non sarebbe protetto da un potenziale nuovo ictus e rischierebbe solo di avere altri fenomeni emorragici. Si rivolga ad un bravo cardiologo (meglio se con competenze in aritmologia).
Saluti
[#4]
Utente
Gentilissimo dr. Mariano Rillo,
nei giorni scorsi ho fatto una visita cardiologica. Dopo avermi visitato e fatto l’ecocardiogramma color doppler lo specialista mi ha detto che è tutto nella norma. Poi dopo avere esaminato con cura tutti i miei pregressi referti mi ha confermato la terapia in atto aggiungendomi il Plavix, con l’accortezza di assumere per i primi 15 giorni una compressa di Limpidex al mattino e una alle sera. Per poi tornare ad una sola di Limpidex.
Ora rifacendomi alle sue parole “non concordo sulla prescrizione della cardioaspirina in profilassi primaria (se non nei pazienti ad alto rischio) e mi sembra di aver capito che l'ictus che lei ha avuto si è verificato dopo l'inizio della sua assunzione, data a scopo profilattico” mi chiedo perché a il medico che mi visitò a maggio decise che per me era necessario quel farmaco.
Non le nascondo che sono un po’ preoccupato, dopo avere letto il bugiardino del Plavix, in cui si evincono le sue potenzialità emorragiche. Ma allo stesso modo, dopo avere avuto già uno stroke, penso che sia necessario un farmaco per impedirne un altro.
La ringrazio anticipatamente per il suo interessamento.
Cordiali saluti
nei giorni scorsi ho fatto una visita cardiologica. Dopo avermi visitato e fatto l’ecocardiogramma color doppler lo specialista mi ha detto che è tutto nella norma. Poi dopo avere esaminato con cura tutti i miei pregressi referti mi ha confermato la terapia in atto aggiungendomi il Plavix, con l’accortezza di assumere per i primi 15 giorni una compressa di Limpidex al mattino e una alle sera. Per poi tornare ad una sola di Limpidex.
Ora rifacendomi alle sue parole “non concordo sulla prescrizione della cardioaspirina in profilassi primaria (se non nei pazienti ad alto rischio) e mi sembra di aver capito che l'ictus che lei ha avuto si è verificato dopo l'inizio della sua assunzione, data a scopo profilattico” mi chiedo perché a il medico che mi visitò a maggio decise che per me era necessario quel farmaco.
Non le nascondo che sono un po’ preoccupato, dopo avere letto il bugiardino del Plavix, in cui si evincono le sue potenzialità emorragiche. Ma allo stesso modo, dopo avere avuto già uno stroke, penso che sia necessario un farmaco per impedirne un altro.
La ringrazio anticipatamente per il suo interessamento.
Cordiali saluti
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No comment....lei con il Plavix non sarebbe comunque protetto da un nuovo ictus se su base tromboembolica.... In questo caso come le ho già detto lei ha bisogno di anticoagulanti e non di antiaggreganti (come invece sono cardioaspirina e plavix) Inoltre non posso dirle io perchè altri colleghi abbiano sottovalutato il suo problema. Io le ho già espresso il mio parere.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.5k visite dal 13/01/2014.
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