Ponte intramiocardico

Nel 2005 ricoverato per tachicardia ventricolare con risultanza di evento ischemico a coronarie indenni senza virus o miocardiopatie. IL referto disse che la tachicardia "potrebbe comunque essere stata secondaria ad un episodio ischemico miocardico transitorio, su base funzionale (vasospasmo/alterazione di tono coronarico) e/o per transitoria trombosi coronarica". Successiva risonanza magnetica che conferma "infarto miocardico apicale e laterale con disfunzione del ventriloco sinistro di grado lieve-moderato". 2/3 settimane di cordarone poi a scalare niente farmaci

Nel 2008 insorgenza di tachicardie ventricolari risolte con ablazione intorno alla necrosi della zona infartuata ed impianto di ICD. Nei primi tempi post ablazione ho avuto alcune tachicardie ventricolari senza intervento ICD anche prolungate a circa 170 b/m. Poi tutto si è normalizzato. E' entrato in funzione 1 sola volta a seguito di forte arrabbiatura.

Terapia: congerscor 5mg + eschim + cardioaspirina.

Pochi giorni fa a seguito di un litigio, pur non sentendomi sostanzialmente niente, sono andato in ospedale dove mi hanno riscontrato modestissimo rialzo di tropomina (1,4). Fatta coronografia che ha confermato coronarie indenni ma anche (FATTO NUOVO) un ponte intramiocardico: CORONARIA DESTRA: priva di stenosi; CORONARIA SINISTRA: tronco comune indenne, arteria interventricolare anteriore priva di stenosi, arteria circonflessa priva di stenosi, si segnala decorso intramiocardico del tratto prossimale del ramo marginale.

I medici mi dicono:
1 - che la scoperta di questo ponte intramiocardico giustifica il fatto del 2005 (tra l'altro la zona infartuata pare sia prossima alla posizione del ponte)
2 - anche le successive tachicardie del 2008 possono essere state causate dal ponte come pure da difetti di conduzione della zona infartuata nel 2005, poi ablata e coperta da ICD;
3 - il ponte non pare grave perchè "non è proprio un ponte" comprendendo io che è superficiale, inoltre recenti prove da sforzo sono state ottime;
4 - è opportuno dare maggiore copertura farmacologica e quindi aumentare il betabloccante oppure, loro consigliano, di associare a questo il CORLENTOR (ivabradina).

DOMANDE:
- quanto detto sub 1 e sub 2 sono condivisibili?. Mi convince che quando mi sono arrabbiato dopo l'impianto del ICD e pochi giorni fa (quando mi hanno trovato la tropomina leggermente rialzata e conseguentemente scoperto il ponte) c'è stato ovviamente un 'incremento della frequenza cardiaca e conseguente strozzatura della coronaria. Mi convince meno l'evento tachicardia/infarto del 2005 in quanto a quel momento ero calmo e rilassato (anche se sotto giorni di stress lavorativo).
- l'ivabradina è farmaco nuovo. Mi prescrivono di ridurre il betabloccante da 5mg a 2,5 ed aggiungere 5 mg di ivobradina per dare maggiore copertura. E' buona cosa? Ho visto che si usa spesso anche i calcio antagonisti. Battiti a riposo 60/m.
Grazie
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
L'Ivabradina è un farmaco che da poco è stato introdotto nella pratica clinica e viene utilizzato per raggiunger un unico obiettivo: ridurre i battiti del cuore poichè è stato dimostrato che il raggiungimento di questo target migliora la prognosi di pazienti ischemici. Non ha alcun effetto diretto sulla tachicardia ventricolare. Entrambe le ipotesi formulate a riguardo dell'origine dell'aritmia sono plausibile. Unica perplessità personale: un evento ischemico acuto (e non un infarto del miocardio, badi bene) può essere causa di aritmie polimorfe (TV o fibrillazione ventricolare), mentre una tachicardia ventricolare monomorfa è più spesso dovuta a una cicatrice come quella dell'infarto. Il risultato dell'ablazione, che agisce sulle strutture anatomiche modificandole (e non sugli aspetti funzionali), mi fà propendere più sulla seconda ipotesi, che tralaltro si ricollega al problema del ponte muscolare con coronarie indenni.
Cordialità

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

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