Trapianto aorta
Gent. Dottori,
scrivo tramite per avere alcune informazioni circa l'intervento che ha subito mio padre, Tria Vincenzo.
Cerco di riassumere, brevemente l'accaduto.
Da poco più di un mese egli è stato operato a causa di un'ischimia cerebrale presso l'ospedale di Brescia, per poi fare la riabilitazione a Zevio. Il problema è sorto un paio di settimane fa: avvertito un piccolo dolore di venerdì, il lunedì successivo decide d'andare a farsi visitare presso l'ospedale di Legnago dove di mercoledì, poco prima della dimissione,si scopre (grazie ad un controllo che sembrava superfluo vista lo stato di salute quasi ottimale) che c'è una emoragia dall'aorta. Gli viene immediatamente comunicata la situazione e riferito che anche 10 minuti potrebbero fare la differenza ma l'ambulanza tarda ad arrivare. Finalmente, dopo 2 ore e mezzo d'attesa, mio padre viene portato a Verona dove verrà operato con risultati tecnicamente positivi; la fuoriuscita di sangue (da quel che ho capito) era arginata dalle aderenze ancora fresche del precedente intervento.
Nella notte tra venerdì e sabato mio padre si stava risvegliando ma in modo troppo agitato, i medici decidono, quindi, di sedarlo nuovamente con una dose meno massiccia. Ci viene riferito la situazione è stabile, che i piccoli problemi renali rientrano negli standard e che reagisce (seppur in modo ancora sconnesso) anche allo stimolo del dolore.
Vorrei chiedere una cosa: vista l'entità delle 2 operazione, è normale un tempo di risveglio così lungo? Il primo giorno che l'ho visto si muoveva molto, come se stesse prendendo piccole scosse. Ieri, dopo essere stato sedato, era più tranquillo e con la pressione cardiaca nettamente inferiore (la massima era quasi sempre inferiore a 100). Anche questo è un dato positivo? Ultima cosa che ho notato: tenendogli la mano destra (dove ha più aghi) e facendogli fare alcuni movimenti mi sono accorto che la ritirava quasi volutamente, come se gli desse fastidio. Può essere?
La TAC la faranno, eventualmente domani sera (lunedì 1 ottobre).
Scusandomi del lessico poco scientifico rimango in attesa di gentile riscontro porgendo i più cordiali ringraziamenti.
scrivo tramite per avere alcune informazioni circa l'intervento che ha subito mio padre, Tria Vincenzo.
Cerco di riassumere, brevemente l'accaduto.
Da poco più di un mese egli è stato operato a causa di un'ischimia cerebrale presso l'ospedale di Brescia, per poi fare la riabilitazione a Zevio. Il problema è sorto un paio di settimane fa: avvertito un piccolo dolore di venerdì, il lunedì successivo decide d'andare a farsi visitare presso l'ospedale di Legnago dove di mercoledì, poco prima della dimissione,si scopre (grazie ad un controllo che sembrava superfluo vista lo stato di salute quasi ottimale) che c'è una emoragia dall'aorta. Gli viene immediatamente comunicata la situazione e riferito che anche 10 minuti potrebbero fare la differenza ma l'ambulanza tarda ad arrivare. Finalmente, dopo 2 ore e mezzo d'attesa, mio padre viene portato a Verona dove verrà operato con risultati tecnicamente positivi; la fuoriuscita di sangue (da quel che ho capito) era arginata dalle aderenze ancora fresche del precedente intervento.
Nella notte tra venerdì e sabato mio padre si stava risvegliando ma in modo troppo agitato, i medici decidono, quindi, di sedarlo nuovamente con una dose meno massiccia. Ci viene riferito la situazione è stabile, che i piccoli problemi renali rientrano negli standard e che reagisce (seppur in modo ancora sconnesso) anche allo stimolo del dolore.
Vorrei chiedere una cosa: vista l'entità delle 2 operazione, è normale un tempo di risveglio così lungo? Il primo giorno che l'ho visto si muoveva molto, come se stesse prendendo piccole scosse. Ieri, dopo essere stato sedato, era più tranquillo e con la pressione cardiaca nettamente inferiore (la massima era quasi sempre inferiore a 100). Anche questo è un dato positivo? Ultima cosa che ho notato: tenendogli la mano destra (dove ha più aghi) e facendogli fare alcuni movimenti mi sono accorto che la ritirava quasi volutamente, come se gli desse fastidio. Può essere?
La TAC la faranno, eventualmente domani sera (lunedì 1 ottobre).
Scusandomi del lessico poco scientifico rimango in attesa di gentile riscontro porgendo i più cordiali ringraziamenti.
[#1]
La sua è una storia molto confusa.
Non si capisce se il paziente sia ancora in rianimazione, probabilmente si.
E' opportuno che lei raccolga notizie dai olle gli che lo hanno n cura.
Non ho dat sufficienti per esprimere alcuna opinione.
Cordialmente
Cecchini
Non si capisce se il paziente sia ancora in rianimazione, probabilmente si.
E' opportuno che lei raccolga notizie dai olle gli che lo hanno n cura.
Non ho dat sufficienti per esprimere alcuna opinione.
Cordialmente
Cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
Buonasera, grazie per aver risposto così velocemente. Mio padre è ancora in rianimazione ed io sono appena tornato dall'ospedale. Fortunatamente i reni sono tornati a funzionare in modo corretto ed i movimenti sossultori scoordinati sono scomparsi! Ora risponde perfettamente allo stimolo del dolore e la pressione si mantiene sempre su valori ottimali... Non dovrebbe mancare molto, spero, al risveglio: quando mia madre è entrata ed ha iniziato a parlargli all'orecchio, mio padre ha mosso la lingua ed ha cercato di socchiudere gli occhi più di qualche volta per poi tornare a dormire, sempre molto rilassato.
Corrado Tria
Corrado Tria
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1k visite dal 30/09/2012.
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