Studio elettrofisiologico
La mia richiesta rigurda mia madre di anni 83 affetta da sclerodermia con impegno polmonare ed esofegeo. A seguito di una malattia da rafferddamento con febbre alta e catarro le sue condizioni generali peggiorano in modo preoccupante e tali da farmi richiedere l'intervento del 118. Le viene rilevata un'aritmia per la quale viene deciso l'immediato ricovero in ospedale. Vorrei precisare che la paziente assumeva da pochi giorni un farmaco mai preso prima: Bosentan. L'aritmia, denominata flutter atriale, viene curata con successo mediante terapia farmacologica ma i medici pensano di effettuare uno studio elettrofisiologico per indagare e eventualmente interrompere l'origine dell'aritmia che potrebbe anche ripetersi. Date le condizioni generali della paziente, attualmente piuttosto peggiorate, la malattia reumatologica da cui è affetta e l'età, quanto è consigliabile ricorrere ad un esame così invasivo e quali rischi si corrono a eseguirlo o a non eseguirlo? Grazie.
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Il flutter atriale risponde molto poco alla terapia farmacologica ed un tentativo di ablazione durante lo studio elettrofisiologico è conviene te farlo.
L,intervento non è doloroso per la paziente ed in mani esperte è piuttosto sicuro.
Cordialità
Cecchini
www.cecchinicuore.org
L,intervento non è doloroso per la paziente ed in mani esperte è piuttosto sicuro.
Cordialità
Cecchini
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Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 08/12/2011.
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