Tachicardia parossistica
Gentili Dottori,
ho 31 anni e da un po di tempo soffro sporadicamente di attacchi di tachicardia parossistica.
Tutto è cominciato 11 anni fa, con una crisi improvvisa.Non sapevo ovviamente di cosa si trattasse, fatti tutti gli esami del caso, si scopre un lieve prolasso mitralico congenito, ma nulla di preoccupante. Gli episodi si sono ripetuti per circa 2 anni, al bisogno prendevo Inderal. Per i successivi 8 anni non ho più avuto, fortunatamente, questi episodi, ahimè ricomparsi 2 anni fa, sempre in maniera sporadica (1 volta all'anno, sempre nei mesi di febbraio/marzo).
Sono nuovamente andata dal cardiologo, ho ripetuto i vari esami, tutto nella norma.
Premetto che sono una persona estremamente ansiosa e facile preda dello stress. Ragionando, ho notato che questi episodi si sono verificati in fasi particolari della mia vita: l'inizio dell'università, inizio di nuove responsabilità, un trascolo (che ha segnato l'inizio di una vita indipendente), lo stress della ricerca di un nuovo lavoro e un forte spavento per un problema di salute famigliare.
L'ultimo attacco l'ho avuto questo pomeriggio, a distanza di un anno (circa 140 battiti al minuto, sedati da somministrazione di Inderal). Sono reduce da terapia antibiotica con iniezioni per influenza e fortemente preoccupata da mesi per la situazione lavorativa assente.
Vi richiedo, quindi, se può sussistere un collegamento tra la forte ansia persistente e questi episodi di tachicardia.
Purtroppo sono anche una fumatrice, e sono convinta che anche il fumo influisca negativamente.
Ringrazio in anticipo per la cortese attenzione.
ho 31 anni e da un po di tempo soffro sporadicamente di attacchi di tachicardia parossistica.
Tutto è cominciato 11 anni fa, con una crisi improvvisa.Non sapevo ovviamente di cosa si trattasse, fatti tutti gli esami del caso, si scopre un lieve prolasso mitralico congenito, ma nulla di preoccupante. Gli episodi si sono ripetuti per circa 2 anni, al bisogno prendevo Inderal. Per i successivi 8 anni non ho più avuto, fortunatamente, questi episodi, ahimè ricomparsi 2 anni fa, sempre in maniera sporadica (1 volta all'anno, sempre nei mesi di febbraio/marzo).
Sono nuovamente andata dal cardiologo, ho ripetuto i vari esami, tutto nella norma.
Premetto che sono una persona estremamente ansiosa e facile preda dello stress. Ragionando, ho notato che questi episodi si sono verificati in fasi particolari della mia vita: l'inizio dell'università, inizio di nuove responsabilità, un trascolo (che ha segnato l'inizio di una vita indipendente), lo stress della ricerca di un nuovo lavoro e un forte spavento per un problema di salute famigliare.
L'ultimo attacco l'ho avuto questo pomeriggio, a distanza di un anno (circa 140 battiti al minuto, sedati da somministrazione di Inderal). Sono reduce da terapia antibiotica con iniezioni per influenza e fortemente preoccupata da mesi per la situazione lavorativa assente.
Vi richiedo, quindi, se può sussistere un collegamento tra la forte ansia persistente e questi episodi di tachicardia.
Purtroppo sono anche una fumatrice, e sono convinta che anche il fumo influisca negativamente.
Ringrazio in anticipo per la cortese attenzione.
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Gentile Utente,
gli stati di stress psico-fisico e le sostanze eccitanti come nicotina e caffeina sono dei fattori scatenanti le tachicardie parossistiche.
Resta però la necessità di porre diagnosi, il termine tachicardia parossistica è infatti un termine generico per indicare un aumento improvviso a risoluzione spontanea della frequenza cardiaca.
E' necessario, tramite un tracciato elettrocardiografico in corso di tachicardia o un monitoraggio ECG Holter 24h, determinarne il tipo ed il possibile meccanismo alla base.
Cordiali Saluti
gli stati di stress psico-fisico e le sostanze eccitanti come nicotina e caffeina sono dei fattori scatenanti le tachicardie parossistiche.
Resta però la necessità di porre diagnosi, il termine tachicardia parossistica è infatti un termine generico per indicare un aumento improvviso a risoluzione spontanea della frequenza cardiaca.
E' necessario, tramite un tracciato elettrocardiografico in corso di tachicardia o un monitoraggio ECG Holter 24h, determinarne il tipo ed il possibile meccanismo alla base.
Cordiali Saluti
Dr. Vincenzo Russo
Medico-Chirurgo
Specialista in Cardiologia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 06/02/2011.
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