Una dispnea piuttosto importante, sono stata ricoverata

Gentile Dottore, grazie innanzitutto per l'attenzione. Ho 39 anni ed ho partorito da poco meno di quattro mesi. Un mese fa, a seguito di una dispnea piuttosto importante, sono stata ricoverata in cardiologia dove mi hanno riscontrato una cardiomiopatia dilatativa presumibilmente conseguente alla gravidanza. La situazione è la seguente:All'ecocardiogramma riscontro di una grave riduzione della funzione sistolica globale (FE25%) per diffusa ipocinesia, coronarografia buona (coronarie esenti da lesioni), Risonanza Magnetica: Versamento pleurico dx, nella norma per morfologia e dimensioni le camere atriali. Dilatazione biventricolare, maggiore a sn con asse tld/tls di circa 63/58mm. Marcata diffusa ipocinesia nelle sequenze cine, notevole riduzione della frazione di eiezione. Analisi LV: EDV 236ml, ESV 182ml, SV 53ml, EF 22%. Presenza di piccola formazione trombotica ovalare in apice VSn. Minimo versamento pericardico. Il trattamento farmacologico che sto seguendo è il seguente:
TRIATEC 2.5 2 compresse al giorno
LASIX 25 2compresse al giorno
SEQUACOR 3.75 1 compressa al giorno
COUMADIN secondo dosaggi come da controllo periodico INR.
Come devo aspettarmi che si evolva la situazione? Che vita posso fare? I medici, almeno per ora mi hanno vietato di fare qualsiasi cosa: non posso guidare, non devo fare sforzi di alcun genere, in due parole, non devo quasi vivere! Secondo loro non potrò neanche riprendere a lavorare. Cosa devo aspettarmi? hanno anche parlato di un possibile impianto di un defribillatore, cosa comporta tutto ciò?
La ringrazio e la saluto
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Dr. Fabio Fedi Cardiologo 3.6k 146
Gentile Signora,
purtroppo la cardiomiopatia dilatativa peripartum è una patologia impegnativa e che richiede, da parte della paziente, tanta pazienza e buona volontà nel praticare le cure e gli esami che si renderanno necessari nel suo decorso.
I consigli e la terapia che Le sono stati dati finora sono senz'altro corretti, e vanno seguiti scrupolosamente e senza scoraggiarsi. Infatti, almeno nel 50% dei casi vi è la guarigione completa nei sei mesi successivi alla diagnosi, mentre per le altre pazienti si potranno rendere necessarie altre procedure (tra cui l'impianto del defibrillatore già descrittoLe).
Intanto, almeno per le prossime settimane cerchi di non forzare i tempi e rimanga a riposo, evitando le attività che al momento le provocano fatica o affanno, e segnalando al cardiologo curante ogni eventuale nuovo sintomo che dovesse sopravvenire.
Cordiali saluti

Fabio Fedi, MD
Specialista Cardiologo

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