Vampate e sbalzi pressori

Buongiorno a Voi tutti,
sono qui a chiedervi lumi su un comportamento anomalo che, in questi ultimi giorni, sta accompagnando le mie giornate (in particolare la mattinata). Premetto che sono in cura con Lansoprazolo 30 (ernia jatale + esofagite grado 1°), Nebivololo 2,5 (mezza compressa) e amisulpride 50 (che prendo tutte prima del caffe' della mattina).
Il cardiologo che mi visito' un paio di mesi or sono mi diagnostico' una ipertensione essenziale (in effetti la diastolica era sempre sugli 85/95) e mi diede la 1/2 cpr. di nebivololo. Gli altri risultati della visita, ad esclusione di un lieve prolasso mitralico e onde T alto voltaggio nelle precordiali, sono stati del tutto negativi.
Queste mattine, appunto, ho, costantemente, vampate che partono dal petto (a sinistra) e si irradiano violentemente sino al volto, forte astenia e senso continuo di svenimento. Non nego che dopo la vampata (peraltro con continue fitte "pseudo-anginose" sempre sulla sinistra che sono state imputate a una Sindrome dello Stretto Toracico) subentra un po' di ansia che cerco di placare (con successo) con poche gocce di Diazepam. Misurando la PA mi sono accorto che ora tende al basso (addirittura ho avuto un picco verso il basso di 48 (dia) - 80 (sis) proprio 2 giorni or sono).
La PA, dopo qualche ora torna a livelli piu' normali (70/115), ma e', comunque sempre incostante e ballerina.
Cosa devo fare? Interrompere uno dei 3 farmaci (presumo il nebivololo)? Possono interagire fra loro? Effettuare altri esami per capire le origini di questi sbalzi e queste vampate?
Grazie a chi potra' aiutarmi a capire e risolvere.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

ritengo opportuna una valutazione della funzione tiroidea ed anticorpale della tiroide.
Inoltre, l'ipertensione essenziale ha una componente somatica che incide molto sull'andamento della pressione arteriosa.
Sarebbe il caso di far valutare la sua condizione da uno psichiatra che possa inserire una terapia farmacologica compatibile con la sua attuale terapia che le consenta di ridurre i sintomi ansiosi, in assenza di obiettivita' organica rilevabile dagli esami strumentali.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#2]
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Gent.mo Dr. Ruggiero,

innanzitutto grazie per la risposta.
Gli esami ematici per la funzionalita' tiroidea li ho fatti su indicazione del cardiologo li ho eseguiti e sono tutti nella norma (se si eccettua la Calcitonina che e' lievemente superiore al valore di riferimento). Ritengo quindi sia da escludere un problema tiroideo.
Sono in terapia da un Neuropsichiatra - Psicoterapeuta quindicinalmente. Il neuropsichiatra mi ha aggiunto in terapia l'amisulpride 50 cotidie e il diazepam alla bisogna.

Le volevo chiedere (a Lei o al medico che vorra' o potra' rispondere) se anche i picchi verso il basso della P.A. potebbero essere imputabili ad ansia e/o stress e se e' opportuno verificare anche la funzionalita' e la morfologia renale e surrenale (via ecografia) come consigliatomi da un suo collega Urologo mio amico.

Grazie anticipatamente per la risposta.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

come gia' indicato dal collega Ragozzino continuerei a far valutare la tiroide secondo quanto espresso dal collega.
Inoltre, ovviamente non sono d'accordo con il trattamento farmacologico in atto, per il quale il suo psichiatra avra' valutato la necessita' specifica con una visita di persona.

Anche la valutazione renale e surrenale puo' essere importante, ma ritengo che l'indirizzamento diagnostico sia verso un disturbo di tipo psichiatrico che deve essere trattato farmacologicamente ed, eventualmente, con una psicoterapia.


Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#4]
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Gent.mo Dr. Ruggiero,

mi permetto di chiederle delucidazioni in merito alla terapia da lei non condivisa.
Considerato che sono in cura dallo Psichiatra (da oltre un anno) e che il Suo collega in questione mi conosce bene (intendo come paziente sia psichiatrico che psicoterapeutico) presumo si riferisca alla terapia col b-bloccante. Mi corregga se sbaglio.
In effetti, dopo un episodio di violenta astenia anche stamani (con PA 58/85) ho ricontattato lo psichiatra in questione che mi ha consigliato di smettere il nebivololo per non abbattere ulteriormente la PA e lo stato di astenia.
Se Lei ritiene, invece, errata la terapia con amisulpride e diazepam che le descrivevo nel primo messaggio, mi dica pure dove si potrebbe correggerla (sempre che le sia deontologicamente permesso). Non mi creerebbe problemi suggerirne una diversa al mio psichiatra/psicoterapeuta (che credo di buon grado ne valuterebbe l'efficacia sulla mia persona) ne' tantomeno, ad un suo eventuale rifiuto, rivolgermi altrove.
Non credo, peraltro, Lei si riferisca all'IPP che mi e' necessario per l'esofagite e l'ernia dello iato.
Riguardo il discorso tiroideo, come Lei giustamente ribadisce, sara' mia cura rivalutare ad Agosto sia l'intero pacchetto di analisi ematiche dedicate alla tiroide e alle paratiroidi che ripetere l'ecografia (per magari poi rivolgermi ad un altro endocrinologo per valutare l'ago aspirato).
Allo stato dei fatti la forte astenia, i dolori anginosi (o similanginosi) sternali, le palpitazioni, le vampate e i capogiri conseguenti, i repentini sbalzi pressori, i formicolii al volto e alla lingua mi rendono prostrato nel fisico e nella mente, inficiando non solo la vita lavorativa ma anche quella piu' strettamente sociale e di coppia.
Sono qui per cercare, ahime', una luce dopo cinque anni che non "cavo un ragno dal buco" (mi permetta la facezia). Per questo ringrazio Lei in primis, i suoi colleghi e il servizio che ci rende questo forum.
Spero in una Sua ulteriore risposta in merito alla terapia secondo Lei errata o da modificare. non le chiedero', ovviamente, di dirmi quali farmaci con esattezza, mi basterebbe un indirizzamento.
Buona prosecuzione di giornata e ancora grazie.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

la sintomatologia che riferisce e' probabilmente riconducibile a sintomi di tipo ansioso/depressivo.
Se con il suo attuale trattamento psichiatrico, dopo un anno, non ha ottenuto benefici sostanziali di tipo clinico allora e' necessario cambiare il farmaco per poter ottenere un miglioramento clinico.
Ovviamente non posso suggerire il trattamento nel forum.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
[#6]
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Chiarissimo, dottore (e grazie).
Giusto per precisazione, la presente terapia farmacologica (parlo di amisulpride + diazepam alla bisogna) la sto facendo da soli 30gg.
In passato ho avuto buoni risultati con l'associazione di venlafaxina e alprazolam (questo solo per la cronaca, non per un Suo avallo...). Ho smesso per circa 6 mesi (con risultati non buoni) e l'ho, appunto, ripresa da un mese circa cambiando con i farmaci suddetti.
Anche se non e' specificatamente il Suo campo, mi permetto di chiederle un giudizio in merito al b-bloccante e alla sua efficacia per i disturbi che ho.

Grazie infinitamente per la disponibilita' che mi sta dedicando e la competenza che sta dimostrando.
[#7]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

i tempi che si desumono dal suo scritto sono i seguenti:

circa un anno fa ha iniziato a prendere venlafaxina e alprazolam per sei mesi poi ha sospeso ed ha iniziato da trenta giorni la nuova terapia.

per continuare ad ottenere i benefici della prima terapia la stessa doveva essere protratta per circa 24 mesi riducendo l'alprazolam progressivamente e non dopo sei mesi.
Il trattamento attuale dopo un mese avrebbe gia' dovuto ridurre la sintomatologia in modo sostanziale.

Non ho competenza specifica nell'uso di beta bloccanti, non li utilizzo e lo lascio fare al cardiologo.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
[#8]
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Correggo la tempistica per la quale, forse, c'e' stata un po' di confusione o non mi sono ben espresso io.

2004 (12 mesi): Alprazolam 0.25 (ore 7)
2005 (6 mesi): Alprazolam 0.25 x 2 (ore 7 e 13) + amisulpride 50
2005 (4 mesi): Alprazolam 0.25 x 2 (ore 7 e 13) + amisulpride 200
2005-2006 (12 mesi): Alprazolam 0.50 x 2 + Venlafaxina 75
2006-2007 (6 mesi): solo diazepam alla bisogna
2007 (1 mese sino ad oggi): amisulpride 50 + diazepam alla bisogna

La confusione si e' creata perche' non ho specificato che prima di intraprendere la terapia psicologica col Suo collega ero in cura (solo farmacologica) con un Neurologo.
i risultati migliori li ho avuti nel periodo della venlafaxina. Durante questo periodo, pero', i sintomi extra psichiatrici (o extra-psicologici) erano ben "mascherati" (questa era l'impressione) dagli psicofarmaci. In pratica le angine, le vampate, le palpitazioni (che si sono ridotte solo con l'IPP), i formicolii e le parestesie al volto e agli arti superiori erano sempre presenti ma davo loro molto minor peso, ci rimuginavo sopra meno.
L'impressione e' che non stavo curando il problema (presumibilmente fisico, a mia impressione) ma solo i suoi sintomi, sottovalutandoli (in senso psicologico).
Ora, mio malgrado, ho ritenuto necessario (in accordo col suo collega Psichiatra/Psicoterapeuta) con l'accentuarsi del disagio psico-fisico, riprendere parzialmente l'uso dell'amisulpride. Ahime', dopo un mese, senza alcun beneficio (anzi volendo l'astenia e' peggiorata).
Consideri che il nebivololo lo prendo da 2 mesi e il Lansoprazolo da 1 mese (ha sostituito per motivi economici, come Lei ben sa l'esomeprazolo col quale trovavo sollievo per l'esofagite).
Il cambio ed il subentro delle nuove terapie non ha sortito alcun effetto positivo, anzi ha peggiorato la sintomatologia. per questo mi sono rivolto al forum in cerca di lumi che potessero dissipare i dubbi in merito alle terapie.
Sono confuso e 3 farmaci cambiati nell'arco di 30 giorni mi hanno fatto sorgere il dubbio che qualcosa nella terapia stesse creandomi problemi. La pressione arteriosa ballerina mi aveva fatto propendere ad una intolleranza al nebivololo (o ad un suo effetto troppo marcato).
Questo il perche' delle mie domande, gent.mo dott. Ruggiero.
Il cardiologo sentiti i miei recenti problemi mi ha detto di sospendere l'amisulpride; lo psichiatra il nebivololo e rimane il cambio esomeprazolo -> lansoprazolo. Questo e' il problema. Purtroppo la sintomatologia e' invalidante e cerco (come tutti noi pazienti qui) una soluzione. Provero' senza meno a proporre un ritorno alla vecchia soluzione venlafaxina al mio psichiatra.
La ringrazio ancora (se ha altri suggerimenti ben vengano!)

P.S.: Se come dice Lei dopo 1 mese di amisulpride ci sarebbero dovuti essere miglioramenti sostanziali, non potrebbe essere che invece di essere una somatizzazione sia invece un problema fisico reale? Se legge il mio profilo vedrà che strumentalmente ho diverse patologie accertate, non so quanto pero' possano portare ai sintomi enunciati.
[#9]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

ci sono alcuni errori nelle sue terapie che purtroppo hanno portato alla cronicizzazione del suo problema psichico.
Il solo uso di alprazolam per ben 12 mesi non e' curativo, l'utilizzo di amisulpride per 10 mesi e poi il passaggio a venlafaxina fanno pensare ad un mancato compenso.
L'utilizzo di venlafaxina per soli 12 mesi non era sufficiente e visti i buoni risultati durante questo periodo andava associata una psicoterapia meglio se ad orientamento cognitivo.
La venlafaxina produce migliori risultati anche con meno ricadute se utilizzata per tempi superiori a 24 mesi.
Il solo uso di diazepam e questo uso delle benzodiazepine al bisogno (che puo' voler dire ogni momento della giornata) non e' condiviso dal mio modo di fare.
Tra tutti i suoi problemi, mi sento in questo momento di essere d'accordo con il cardiologo.
Per cio' che riguarda le sue patologie deve discutere la situazione in modo multidisciplinare per poter comprendere dove si intersecano le problematiche tra di esse.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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