Chiusura percutanea di auricola sinistra: domande

Salve a tutti.
Vi chiedo delle informazioni circa l'intervento di Chiusura Percutanea di Auricola Sinistra che dovrà eseguire mio padre a breve.
Mio padre soffre di fibrillazione atriale parossistica da circa 15 anni...sempre ben tollerata e rientrata farmacologicamente. Ultimamente la FA è diventata leggermente farmacoresistente e l'ultimo episodio è stato cardiovertito elettricamente.
Occasionalmente mio padre ha scoperto di avere un angioma cavernoso all'encefalo di dimensioni molto contenuto e asintomatico per il quale il neurochirurgo non ha ritenuto necessaria l'asportazione e che tiene sotto controllo con periodiche RM .

Tuttavia questo angioma impedisce a mio padre di assumere terapia anticoagulante. Da qui l'esigenza di effettuare l'intervento di Chiusura di Auricola Sinistra presso un Centro Specializzato a Roma dove siamo stati indirizzati dal cardiologo curante.

Siamo una famiglia di soggetti tendenzialmente molto ansiosi e abbiamo una certa apprensione per questo intervento. Pur sapendo che ogni intervento chirurgico vorrei conoscere le reali pericolosità di questo tipo di intervento. E' secondo voi un intervento molto pericoloso? Quali sono le differenze in termini di pericolosità rispetto all'ablazione transcatetere della FA? Da quanto ho capito la procedura è abbastanza simile (per entrambe c'è puntura transettale).

Ritenete che in un centro specializzato questo intervento possa andare bene? Ci sono percentuali di complicazioni definite?

Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
La chiusura dell'auricola sinistra e l'ablazione della fibrillazione atriale sono due procedure totalmente differenti, anche se a volte vengono associate (e forse questa potrebbe essere la soluzione migliore per suo padre). Tenga presente, infatti, che esistono differenti tipi di "occluder" auricolari e solo il dispositivo chiamato "Watchman" si è dimostrato in grado di ridurre il rischio di ictus secondario alla fibrillazione atriale in maniera non inferiore all'anticoagulante orale, mentre con altri occlusori auricolari non è stata dimostrata la stessa efficacia. L'ablazione avrebbe invece l'obiettivo di eliminare la fibrillazione (anche se non sempre è possibile). Infine l’incidenza di complicanze legate a entrambi gli interventi non è trascurabile. Per la chiusura dell'auricola le complicanze maggiori possono essere sia legate alla puntura transettale che al posizionamento della protesi e comprendono il tamponamento cardiaco, l’embolia gassosa, la migrazione del dispositivo (anche se in centri qualificati questo rischio è decisamente contenuto).
Cordialmente

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

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Utente
Utente
Gent.mo Dott. Rillo,
la ringrazio innanzitutto per la celere e cortese risposta. Avrei qualche domanda da farle in base a quanto mi ha detto nella risposta.

1) Il rischio decisamente contenuto di cui lei parlava si riferisce solo alla complicanza della migrazione del dispositivo oppure sulle complicanze in generale?

2) La procedurà verrà eseguita presso il Campus Biomedico di Roma dove, ci hanno detto, c'è personale specializzato. A quanto pare sono molto pochi i centri in cui la procedura è attiva e mi piace pensare che nei pochi centri in cui si attiva la procedura questa è eseguita da personale competente e specializzato (almeno spero).

3) Ci sono delle statistiche di complicanze che si possono consultare?
Il nostro cardiologo ci ha rassicurato sul centro in cui eseguiamo la procedura ma noi siamo un po tanto preoccupati soprattutto alla luce delle complicanze che lei poco fa mi ha evidenziato.

La ringrazio ulteriormente per la disponibilità.
Un cordiale saluto
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
La percentuale contenuta in centri qualificati è riferita a tutte le complicanze. Per quanto riguarda il centro a lei consigliato, anche se personalmente non conosco i colleghi in questione, evidentemente il suo cardiologo curante è a conoscenza della loro esperienza, che è la cosa ripeto più importante per ridurre il rischio di complicanze.
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Utente
Utente
Posso chiederLe la durata dell'intervento in media?
Intendo la durata dell'intervento vero e proprio e non tanto del tempo impiegato per la preparazione pre e post operatoria.

Dopo l'intervento il paziente potrà ritornare a reparto o viene tenuto in osservazione in altri reparti?

Grazie
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Scusi, ma perchè queste domande non le pone al collega che dovrà effettuare l'intervento ????
Credo sia importante per lei e per il paziente conoscere prima l'operatore e istaurare con lui il corretto rapporto medico-paziente....cosa ovviamente che non possiamo fare noi a distanza e in sua vece.....
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Utente
Utente
Sono anche io del suo stesso parere ma mio padre è stato messo in lista e stiamo attendendo la chiamata del centro e credo che conoscerà l'operatore soltanto il giorno prima dell'intervento quando probabilmente verrà visitato.
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Capisco...
ma si tranquillizzi. Qualunque tipo di intervento ha i suoi rischi, ma nel bilancio sicuramente i vantaggi saranno superiori....
Saluti
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Utente
Utente
Gentile Dott. Rillo,
la ringrazio nuovamente per la disponibilità.
Le vorrei fare una domanda che esula dall'argomento del post in senso stretto.
Io sono uno studente di Biologia con una precedente laurea in ambito di Modellazione Tridimensionale avanzata.
Da circa un anno mi interesso di interazione tra Modelli 3D (anche stampati) e Biologia / Medicina. In particolare da qualche mese mi sto interessando della modellazione 3D di parti anatomiche partendo da immagini RMN. Lo faccio ovviamente per interesse e cultura personale anche se spero un giorno possa diventare un ambito di applicazione concreto a cui dedicarmi.

Mi piacerebbe sapere se nel caso di procedure come la chiusura dell'auricola potrebbe avere rilevanza per il cardiologo interventista avere un modello tridimensionale derivato da RM Cardiaca del paziente (quindi "patient-specific) e stampato in 3D sul quale fare delle analisi pre-operatorie (dimensioni, training, test ecc...) oppure se sarebbe totalmente intuile. L'ECG trans-esofageo so che vi restituisce già tutte le info necessarie ma lei troverebbe in un modello 3D del cuore del paziente (virtuale e navigabile o stampato e "palpabile" con la possibilità di ispezionare le parti interne) un valore aggiunto nella pratica clinica oppure no?

La ringrazio nuovamente.
Un cordiale saluto
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Esiste già la tridimensionalità in ambito biomedicale (sistemi di mappaggio 3d, con o senza interfaccia RMN, coroTAC etc) e per gli impianti degli occluder auricolari si usa l'ecografia 3d, anche intraoperatoria, per la ricostruzione delle dimensioni e della morfologia dell'auricola da trattare.
Saluti
[#10]
Utente
Utente
La ringrazio delle informazioni.
Quindi probabilmente il 3D come modello navigabile virtualmente e/o stampato è più utile in altri settori biomedicali (tipo ortopedia o simulazioni cardiovascolari ecc...).
Di nuovo un saluto
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