Chiusura forame ovale pervio
Salve,
sono un ragazzo di 23 anni e sono stato operato per la chiusura del PFO.
Vi scrivo in quanto, essendo passati 7 mesi dall'operazione(27 settembre), a Marzo ho ricominciato ad andare in palestra sollevando carichi abbastanza pesanti, avendo avuto l'approvazione dai Dottori che mi hanno assistito in questo periodo di convaescenza. Oggi però ho fatto un allenamento di boxe e mentre mi allenavo ho allungato il braccio in maniera abbastanza violenta e ho avuto la sensazione come se qualcosa si fosse "staccato" a livello del cuore. Le domande che vorrei porVI, dopo 7 mesi, posso riprendere a fare attività sportiva tranquillamente? Questa sensazione di cui sopra accennato è da tenere in considerazione? Il rischio di ictus/tia sono ridotti? Non vorrei che il TIA che ho avuto prima dell'operazione fosse causa di qualche altro problema e non del PFO. Vi ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
sono un ragazzo di 23 anni e sono stato operato per la chiusura del PFO.
Vi scrivo in quanto, essendo passati 7 mesi dall'operazione(27 settembre), a Marzo ho ricominciato ad andare in palestra sollevando carichi abbastanza pesanti, avendo avuto l'approvazione dai Dottori che mi hanno assistito in questo periodo di convaescenza. Oggi però ho fatto un allenamento di boxe e mentre mi allenavo ho allungato il braccio in maniera abbastanza violenta e ho avuto la sensazione come se qualcosa si fosse "staccato" a livello del cuore. Le domande che vorrei porVI, dopo 7 mesi, posso riprendere a fare attività sportiva tranquillamente? Questa sensazione di cui sopra accennato è da tenere in considerazione? Il rischio di ictus/tia sono ridotti? Non vorrei che il TIA che ho avuto prima dell'operazione fosse causa di qualche altro problema e non del PFO. Vi ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
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Se i colleghi che l'hanno operata (presumo sia stato posizionato un "ombrellino" per via percutanea) le hanno detto che può riprendere l'attività non vedo perchè non credergli. Se il suo TIA è stato effettivamente tale la chiusura corretta del forame ovale pervio dovrebbe annullare il rischio di nuovi eventi ischemici (almeno secondari a questo meccanismo).
Saluti cordiali
Saluti cordiali
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 17/04/2013.
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