Cardiomiopatia dilatativa e tachicardia ventricolare sostenuta
Gent.mi dottori, anzitutto ringrazio anticipatamente per l'attenzione che mi sara' data. La mia ragazza (24 anni ) è stata ricoverata (martedi 21 giugno 2011 alle 6 del mattino) d'urgenza in UTIC in seguito a dispnea in posizione supina (ortopnea), tosse, fiato corto, facile stancabilita' e diffusa ritenzione idrica. Al posto di pronto soccorso è arrivata in tachicardia ventricolare sostenuta e le è stata diagnosticata una cardiomiopatia dilatativa con F.E. al 40%. Stabilizzata con amiodarone, diuretici, ACE inibitori e solfato di magnesio. Durante il primo giorno di degenza ha avuto crampi agli arti e solo due brevissime TVS che sono rientrate brevemente con la terapia gia' in atto. Si sono pero' presentati due problemi: L'amiodarone le allunga pericolosamente l'intervallo QT dell'ecg e non possono somministrarle ACE inibitori per la pressione artesiosa troppo bassa (max tra 80 e 95),per tale motivo a cardioversione avvenuta le e' stato eliminato l'amiodarone e la terapia attuale e' con solfato di magnesio e diuretici entrambi per fleboclisi. Premetto che in passato aveva avuto una miocardite batterica all'eta di 10 anni ed anche in quella circostanza arrivo in TVS ma senza cardiomiopatia dilatativa e da allora non aveva piu' avuto problemi, diradando di fatto i controlli di routine. Preciso comunque che da circa un anno Le avvertivo delle aritmie che allo stato attuale presumo fossero delle TV asintomatiche. I medici che la stanno seguendo vorrebbero subito impiantarle un defibrillatore ICD ma io sono contrario quantomeno per la precocita' dell'intervento (ricoverata il 21 vorrebbero farle l'intervento il 27 quindi presumibilmente ancora scompensata!!) ed in tutta onesta' per la poca fiducia nei mezzi sanitari calabresi. Io avrei preferito un approccio meno cruento, stabilizzandola farmacologicamente per almeno un mese per poi portarla(organizzando anche un trasporto in eliambulanza se necessario) in un centro d'eccellenza (io pensavo il Niguarda di Milano ma chiedo anche a voi suggerimenti in questo)e da li' seguire pedissequamente i medici. Inoltre mi chiedo non potrebbe essere reversibile questa cardiomiopatia dilatativa vista la giovane eta’ e che è stato un cuore insultato per piu' di un anno da costanti TV nn curate? O la sola speranza,vista la giovane eta' e' il trapianto?
Ora chiedo aiuto a Voi sul come sarebbe auspicabile procedere e su cosa ci dobbiamo aspettare.
Credetemi lei è tutta la mia vita ed è la persona piu' straordinaria che abbia mai conosciuto
Ora chiedo aiuto a Voi sul come sarebbe auspicabile procedere e su cosa ci dobbiamo aspettare.
Credetemi lei è tutta la mia vita ed è la persona piu' straordinaria che abbia mai conosciuto
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Gentile utente,
considerata l'età della ragazza, l'indicazione al defibrillatore trova indicazione, non solo per la salvaguardia della paziente, ma soprattutto come dispositivo indispensabile al raggiungimento del trapianto cardiaco, che verosimilmente risulta l'unica soluzione del caso.
Saluti
considerata l'età della ragazza, l'indicazione al defibrillatore trova indicazione, non solo per la salvaguardia della paziente, ma soprattutto come dispositivo indispensabile al raggiungimento del trapianto cardiaco, che verosimilmente risulta l'unica soluzione del caso.
Saluti
Dr. Vincenzo MARTINO
[#2]
Cardiologo, Cardiologo interventista
Data la recidiva degli eventi aritmici l'impianto del defibrillatore potrebbe essere indicato. Penso che il policlinico di Catanzaro sia all'altezza del trattamento, il reparto del Prof. Indolfi è all'avanguardia in Italia ed è un (il) fiore all'occhiello della sanità calabrese, in particolare per l'emodinamica interventistica.
Per quanto riguarda il trattamento della cardiomiopatia, chi conosce il paziente ne sa sicuramente di più di chi parla, comunque sia tenga presente che: la frazione di eiezione dopo TVS si riduce, ma questa non vuol dire necessariamente che dia la sua FE "quotidiana". Una miocardite focale può dare problemi eminentemente aritmici; in questo caso uno studio elettrofisiologico potrebbe individuare ed ablare un eventuale substrato aritmico. Questo trattamento può essere sia complementare che sostitutivo dell'impianto del defibrillatore, molto dipende dalla storia clinica.
Il consiglio che le posso dare è: farsi seguire da un cardiologo competente che conosca bene la storia e la clinica della paziente. Se desidera un secondo parere può provare con centri ad elevata specializzazione nel trattamento delle aritmie, come il centro cardiologico Monzino e il policlinico S. Donato a Milano (prof. Cappato), il centro del prof. Gaita ad Asti o quello del prof. Salerno a Varese; oppure in un centro specializzato in cardiomiopatie, come il policlinico di Pavia (prof.ssa Priori) o quello di Padova. E soprattutto non si faccia condizionare dalla "comodità" della scelta, ma scelga la cosa più utile e sicura per la paziente. Riguardo alla questione della pericolosità: normalmente il def. si impianta in pazienti in scompenso, pertanto non vi è rischio aggiuntivo nel farlo adesso.
Per quanto riguarda il trattamento della cardiomiopatia, chi conosce il paziente ne sa sicuramente di più di chi parla, comunque sia tenga presente che: la frazione di eiezione dopo TVS si riduce, ma questa non vuol dire necessariamente che dia la sua FE "quotidiana". Una miocardite focale può dare problemi eminentemente aritmici; in questo caso uno studio elettrofisiologico potrebbe individuare ed ablare un eventuale substrato aritmico. Questo trattamento può essere sia complementare che sostitutivo dell'impianto del defibrillatore, molto dipende dalla storia clinica.
Il consiglio che le posso dare è: farsi seguire da un cardiologo competente che conosca bene la storia e la clinica della paziente. Se desidera un secondo parere può provare con centri ad elevata specializzazione nel trattamento delle aritmie, come il centro cardiologico Monzino e il policlinico S. Donato a Milano (prof. Cappato), il centro del prof. Gaita ad Asti o quello del prof. Salerno a Varese; oppure in un centro specializzato in cardiomiopatie, come il policlinico di Pavia (prof.ssa Priori) o quello di Padova. E soprattutto non si faccia condizionare dalla "comodità" della scelta, ma scelga la cosa più utile e sicura per la paziente. Riguardo alla questione della pericolosità: normalmente il def. si impianta in pazienti in scompenso, pertanto non vi è rischio aggiuntivo nel farlo adesso.
[#3]
Utente
Gent.mi Dottori, anzitutto volevo ringraziarVi per la cortese, celere e professionale risposta.
La situazione ad oggi è la seguente: stamane le e' stato impiantato l' IDC d'urgenza dopo due episodi di FV occorsi tra giovedi' e venerdi' cardiovertiti d'urgenza con defibrillatore (entrambi gli episodi si sono verificati mentre era sotto amiodarone, pertanto temiamo che allungadole il QT abbia avuto effetto proaritmogeno). La terapia attuale è bisoprololo 5mg, ramipril, spironolattone e lidocaina. L'intervento di applicazione dell' IDC sembra essere andato correttamente anche se ovviamente ora e' debole, prostrata e dolorante.
Il problema è che nonostante sia stato interrotto l'amiodarone gli episodi di TVS continuano anche se nn sono piu' sconfinati in FV, confutando di fatto il dubbio che quella sua aritmia, per lei abituale, che io le avvertivo quotidianamente fosse effettivamente TVS. Ovviamente ora è , e verosimilmente rimarra', per i prossimi giorni in UTIC al Civile di Catanzaro (purtroppo il reparto del prof. Indolfi non ha pronto soccorso, quindi nelle urgenze come nel nostro caso si rimane nella struttura sopracitata). Gent.mo Dr. Castaldi se tra qualche giorno proseguissero le TVS ma migliorasse un po' lo scompenso grazie ai farmaci, Lei pensa che sarebbe il caso di trasferirla al policlinico dal Prof. Indolfi o sarebbe il caso di aspettare qualche altro giorno e trasferirla in uno dei centri che mi ha citato (io avevo ricevuto anche la piena disponibilita'del Niguarda di Milano ad accoglierla)?
La ringrazio ancora infinitamente per la sua gentile,cortese e completa risposta.
La situazione ad oggi è la seguente: stamane le e' stato impiantato l' IDC d'urgenza dopo due episodi di FV occorsi tra giovedi' e venerdi' cardiovertiti d'urgenza con defibrillatore (entrambi gli episodi si sono verificati mentre era sotto amiodarone, pertanto temiamo che allungadole il QT abbia avuto effetto proaritmogeno). La terapia attuale è bisoprololo 5mg, ramipril, spironolattone e lidocaina. L'intervento di applicazione dell' IDC sembra essere andato correttamente anche se ovviamente ora e' debole, prostrata e dolorante.
Il problema è che nonostante sia stato interrotto l'amiodarone gli episodi di TVS continuano anche se nn sono piu' sconfinati in FV, confutando di fatto il dubbio che quella sua aritmia, per lei abituale, che io le avvertivo quotidianamente fosse effettivamente TVS. Ovviamente ora è , e verosimilmente rimarra', per i prossimi giorni in UTIC al Civile di Catanzaro (purtroppo il reparto del prof. Indolfi non ha pronto soccorso, quindi nelle urgenze come nel nostro caso si rimane nella struttura sopracitata). Gent.mo Dr. Castaldi se tra qualche giorno proseguissero le TVS ma migliorasse un po' lo scompenso grazie ai farmaci, Lei pensa che sarebbe il caso di trasferirla al policlinico dal Prof. Indolfi o sarebbe il caso di aspettare qualche altro giorno e trasferirla in uno dei centri che mi ha citato (io avevo ricevuto anche la piena disponibilita'del Niguarda di Milano ad accoglierla)?
La ringrazio ancora infinitamente per la sua gentile,cortese e completa risposta.
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Cardiologo, Cardiologo interventista
Credo che la cosa migliore in questo momento sia quello di far riposare la ragazza e di tranquillizzarla. Il defibrillatore le garantisce la migliore cura. Poi con calma si valuterà il problema aritmico e la funzione cardiaca.
Dato che è a Catanzaro forse comincerei a contattare un cardiologo esperto del posto, fare insieme a lui un programma e poi eventualmente chiedere un secondo parere. Io penso che per queste cose è sempre utile avere un medico di fiducia a portata di mano che conosca già bene il paziente, in particolare se vi fosse una necessità urgente. Come consulenza non so cosa dirle. Io ho avuto contatti diretti o indiretti con le persone che ho citato, ma sicuramente ce ne sono molte altre valide in Italia, a Roma, a Napoli o altrove. L'importante è affrontare le cose in maniera equilibrata e serena.
Dato che è a Catanzaro forse comincerei a contattare un cardiologo esperto del posto, fare insieme a lui un programma e poi eventualmente chiedere un secondo parere. Io penso che per queste cose è sempre utile avere un medico di fiducia a portata di mano che conosca già bene il paziente, in particolare se vi fosse una necessità urgente. Come consulenza non so cosa dirle. Io ho avuto contatti diretti o indiretti con le persone che ho citato, ma sicuramente ce ne sono molte altre valide in Italia, a Roma, a Napoli o altrove. L'importante è affrontare le cose in maniera equilibrata e serena.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.6k visite dal 23/06/2011.
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