Sostituzione tricuspide

Salve.
Un signore settantenne di mia conoscenza cardiopatico soffre di un grave problema cardiologico da anni alla valvola tricuspide.

La situazione è a grandi linee questa.(premetto che non sono informato nel dettaglio ne tantomeno so dirvi precisamente alcun termine "tecnico" non essendo nel campo).

IL signore, già operato 40 anni fa al cuore per la sostituzione di una valvola, si trova ora in condizioni gravissime poichè la valvola (tricuspide) eccessivamente mal ridotta non consente più la normale circolazione sanguigna.

Periodicamente si gonfia dal diaframma in giù ed è costretto a cure intensive presso una struttura ospedaliera per "sgonfiarsi" causa il sovraccumulo di liquidi.

Da circa 2 mesi la situazione però è andata peggiorando drasticamente.
20 giorni fa circa è stato ricoverato d'urgenza per una di queste crisi in un noto ospedale romano.

Ora, da quello che so, i medici si rifiutano di operarlo per sostituirgli la valvola difettosa poichè, seppur siano riusciti a ripristinare una condizione sufficientemente tranquilla (sgonfiandolo attraverso una determinata cura), sono del parere che molto difficilmente riuscirebbe a superare l'intervento in questione.

La causa di tutto è una compressione polmonare che impedirebbe ogni possibilità di buona riuscita dell'intervento.

Logicamente, andando avanti così (domani lo dimetteranno) sono i primi a dire che andrà incontro a nuove crisi e che non potrà andare avanti per più di qualche mese in ogni caso.

Sono qui a chiedervi cortesemente se casi apperentemente senza via d'uscita come questo sono realmente tali e se c'è qualcuno al mondo in grado di eseguirli.
Ci sarebbe modo di intervenire anche se le possibilità di riuscita dell'intervento fossero minime?
Grazie mille.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente,
la complessità del caso meriterebbero ben più di un approfondimento diagnostico, cosa capirà impossibile on line senza aver l'opportunità di visionare il paziente nè tantomeno i referti ospedalieri. Deve gioco forza sottostare al verdetto dei miei colleghi.
Saluti

Dr. Vincenzo MARTINO