Coronaria dx occlusa non trattabile
Salve, il 4.1.2010 in seguito a ricovero ospedaliera per angina instabile mi è stato eseguito una coronografia dove viene riscontrata n. 2 stenosi 80% coronaria dx e nella stessa occlusione totale. L'operatore non ha ritenuto intervenire in quanto, ritiene che l'occlusione è di vecchia data e che la coronaria risulta non più vascolarizzata. Domando: è possibile sopravvivere con la coronaria di dx occlusa, è il caso di consultare altro angiografo?
In attesa di una risposta cordialmente Vi saluto, Vincenzo-
In attesa di una risposta cordialmente Vi saluto, Vincenzo-
[#1]
Cardiologo
Gentile Utente,
la Sua coronaria destra ha un'occlusione cronica totale; in questi casi ci sono dei circoli collaterali (diciamo dei bypass creati da Madre Natura) che hanno fatto sì che non Le venisse un infarto, pur avendo una coronaria chiusa.
Non ha scritto nella sua domanda a quale livello si trovi l'occlusione e soprattutto se la coronaria destra è dominante o se invece è una piccola coronaria ipoplasica; senza scendere in dettagli troppo tecnici, Le dico che un'occlusione distale (cioé lontana dal punto di origine dell'arteria) non viene mai aggredita da un cardiologo interventista per tanti buoni motivi, che condivido.
La situazione di un paziente con malattia coronarica va valutata innanzitutto clinicamente, per poi arrivare ad esami strumentali più o meno sofisticati. Questo per dire che non bisogna aprire una coronaria chiusa solo perché è tecnicamente possibile, ma ci vuole la prova che l'angioplastica sia un bene, cioé serva al Paziente. Sono certo che questa valutazione sia stata fatta, perché il Centro a cui si è rivolto è di buon livello e perché questo atteggiamento è conforme a quello prudente ed equilibrato di gran parte delle Cardiologie d'Italia.
Piuttosto, fossi in Lei, farei il possibile per non fare ammalare le altre due coronarie (quelle da dove nascono i bypass naturali). Per questo è importante farsi seguire da un Cardiologo di fiducia, che La metterà a dieta, Le dirà di non fumare e Le controllerà la terapia; inoltre, potrà anche guardare al computer il filmino della coronarografia che probabilmente Le hanno consegnato al momento della dimissione.
Distinti saluti
la Sua coronaria destra ha un'occlusione cronica totale; in questi casi ci sono dei circoli collaterali (diciamo dei bypass creati da Madre Natura) che hanno fatto sì che non Le venisse un infarto, pur avendo una coronaria chiusa.
Non ha scritto nella sua domanda a quale livello si trovi l'occlusione e soprattutto se la coronaria destra è dominante o se invece è una piccola coronaria ipoplasica; senza scendere in dettagli troppo tecnici, Le dico che un'occlusione distale (cioé lontana dal punto di origine dell'arteria) non viene mai aggredita da un cardiologo interventista per tanti buoni motivi, che condivido.
La situazione di un paziente con malattia coronarica va valutata innanzitutto clinicamente, per poi arrivare ad esami strumentali più o meno sofisticati. Questo per dire che non bisogna aprire una coronaria chiusa solo perché è tecnicamente possibile, ma ci vuole la prova che l'angioplastica sia un bene, cioé serva al Paziente. Sono certo che questa valutazione sia stata fatta, perché il Centro a cui si è rivolto è di buon livello e perché questo atteggiamento è conforme a quello prudente ed equilibrato di gran parte delle Cardiologie d'Italia.
Piuttosto, fossi in Lei, farei il possibile per non fare ammalare le altre due coronarie (quelle da dove nascono i bypass naturali). Per questo è importante farsi seguire da un Cardiologo di fiducia, che La metterà a dieta, Le dirà di non fumare e Le controllerà la terapia; inoltre, potrà anche guardare al computer il filmino della coronarografia che probabilmente Le hanno consegnato al momento della dimissione.
Distinti saluti
[#2]
Utente
Egregio Dr.Francesco Achille La ringrazio per la risposta dettagliata e colgo l'occasione per rispondere alle precisazioni poste nella Sua risposta circa la coronaria dominante e il punto dell'occlusione.
REFERTO CORONOGRAFIA:
DOMINANZA DESTRA-
Coronaria sinistra: 1. tronco comune esente da lesioni critiche. 2. ramo discendente anteriore aterosclerosi diffusa in assenza di stenosi critiche. 3. ramo circonflesso come sopra.
Coronaria destra: aterosclerosi diffusa con duplice stenosi critica (80%) nel tratto prossimale seguita da occlusione nel tratto medio.
Conclusioni: malattia critica di un vaso coronarico (CDx).
Durante la coronografia ho chiesto all'operatore se poteva intervenire per aprire l'occlusione e mi comunica che era inutile aprirla in quanto nella coronaria non affluisce più sangue.
Nel 2002 ho avuto un infato al miocardo inferiore posteriore sx. definito dai medici infartino.
Infatti con la terapie antipertensive ecc. sono stato bene fino al nuovo evento.
La coronografia mi è stata eseguita nel reparto UTIC dell'ospedale di provincia in seguito ad angina instabile e sospetto infarto per esami di enzimi aumentati ecc. poi trattato e stabilizzato con Eparina e nitroglicerina ecc. per via endovena. Dimesso dopo 8 gg. di ospedalizzazione con terapia ecc.
Per quanto sopra, Le chiedo: è il caso di rivolgersi ad un centro di eccellenza emodinamica per l'eventuale tentativo di risolvere la cosa, ho 54 anni con 3 figli studenti.
Mi scuso per la lungaggine e, La ringrazio di una eventuale risposta.
Vincenzo-
REFERTO CORONOGRAFIA:
DOMINANZA DESTRA-
Coronaria sinistra: 1. tronco comune esente da lesioni critiche. 2. ramo discendente anteriore aterosclerosi diffusa in assenza di stenosi critiche. 3. ramo circonflesso come sopra.
Coronaria destra: aterosclerosi diffusa con duplice stenosi critica (80%) nel tratto prossimale seguita da occlusione nel tratto medio.
Conclusioni: malattia critica di un vaso coronarico (CDx).
Durante la coronografia ho chiesto all'operatore se poteva intervenire per aprire l'occlusione e mi comunica che era inutile aprirla in quanto nella coronaria non affluisce più sangue.
Nel 2002 ho avuto un infato al miocardo inferiore posteriore sx. definito dai medici infartino.
Infatti con la terapie antipertensive ecc. sono stato bene fino al nuovo evento.
La coronografia mi è stata eseguita nel reparto UTIC dell'ospedale di provincia in seguito ad angina instabile e sospetto infarto per esami di enzimi aumentati ecc. poi trattato e stabilizzato con Eparina e nitroglicerina ecc. per via endovena. Dimesso dopo 8 gg. di ospedalizzazione con terapia ecc.
Per quanto sopra, Le chiedo: è il caso di rivolgersi ad un centro di eccellenza emodinamica per l'eventuale tentativo di risolvere la cosa, ho 54 anni con 3 figli studenti.
Mi scuso per la lungaggine e, La ringrazio di una eventuale risposta.
Vincenzo-
[#3]
Cardiologo
Gentile Utente,
credo che la cosa più sensata da fare sia quella di seguirLa clinicamente, cioé vedere com'è la funzione del ventricolo globale sinistro (frazione d'eiezione), se ci sono difetti di cinetica segmentaria nei territori irrorati dalla coronaria chiusa, e soprattutto se Lei ha sintomi (angina da sforzo). Una valutazione della vitalità/ischemia miocardica potrebbe fornirci la prova dell'esistenza di miocardio vitale (ibernato), capace di riprendere a funzionare dopo rivascolarizzazione.
In pratica, le dico che una coronaria chiusa, non può chiudersi di nuovo! probabilmente la coronaria destra è chiusa dal 2002, e Lei è stato bene fino ad oggi, se non fosse stato per questo episodio isolato. La rivascolarizzazione avrebbe senso, se venisse dimostrato che l'occlusione determina ischemia o che c'è miocardio cronicamente ischemico. Va precisato che la disostruzione di una coronaria chiusa è una procedura un po' più lunga e più difficile di una normale angioplastica, che è necessario impiantare uno stent medicato e che, purtroppo, è gravata da un elevato tasso di ristenosi intrastent (cioé dopo un po' lo stent si richiude).
Per cui credo che il consiglio più giusto sia quello di continuare a farsi seguire dai Colleghi della zona. Loro sapranno consigliarla sulle cose da fare, sulle medicina da prendere e sugli esami da eseguire, per valutare di volta in volta il suo livello di rischio cardiovascolare.
credo che la cosa più sensata da fare sia quella di seguirLa clinicamente, cioé vedere com'è la funzione del ventricolo globale sinistro (frazione d'eiezione), se ci sono difetti di cinetica segmentaria nei territori irrorati dalla coronaria chiusa, e soprattutto se Lei ha sintomi (angina da sforzo). Una valutazione della vitalità/ischemia miocardica potrebbe fornirci la prova dell'esistenza di miocardio vitale (ibernato), capace di riprendere a funzionare dopo rivascolarizzazione.
In pratica, le dico che una coronaria chiusa, non può chiudersi di nuovo! probabilmente la coronaria destra è chiusa dal 2002, e Lei è stato bene fino ad oggi, se non fosse stato per questo episodio isolato. La rivascolarizzazione avrebbe senso, se venisse dimostrato che l'occlusione determina ischemia o che c'è miocardio cronicamente ischemico. Va precisato che la disostruzione di una coronaria chiusa è una procedura un po' più lunga e più difficile di una normale angioplastica, che è necessario impiantare uno stent medicato e che, purtroppo, è gravata da un elevato tasso di ristenosi intrastent (cioé dopo un po' lo stent si richiude).
Per cui credo che il consiglio più giusto sia quello di continuare a farsi seguire dai Colleghi della zona. Loro sapranno consigliarla sulle cose da fare, sulle medicina da prendere e sugli esami da eseguire, per valutare di volta in volta il suo livello di rischio cardiovascolare.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 87.6k visite dal 26/01/2010.
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