Sostituzione valvola mitralica e aortica

Buon giorno, mia madre (67 anni) ha subito un intervento per sostituzione valvola mitralica con una valcola meccanica e valcola aortica. Dopo l'intervento il chiururgo ha detto che non ci sono state complicazioni e che il cuore era ripartito immediatamente. Subito dopo però le è stato applicato un peacemaker esterno perche i battiti non riprendevanoil ritmo normale. Ad oggi ci hanno detto che mia madre senza peacemaker è in assenza di battiti e quindi deve essere inserito un peacemaker definitivo. Da cosa può essere dovuto? all'inizio ci è stato detto che era probabile un piccolo edema che copriva il corretto funzionamento dei fili elettrici e poi forse che nel sostitutire la valvola aortica qualche filo può essersi reciso ma che il chirurgo non poteva capirlo perchè non dipendeva da lui. Secondo voi cos'è più probabile? E' vero ciò che ci è stato detto? Inoltre mia madre lamenta mancanza di respiro ed è stata tolta dalla terapia intensiva per essere riportata in reparto prima ancora di inserire il peacemaker definitivo. Potrà riprendere la vita normale o potrebbero esserci complicazioni e particolari pericoli? Grazie di tutto anticipatamente
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente, purtroppo il blocco atrioventricolare completo, che compare in seguito ad interventi cardiochirurgici effettuati in zona di prossimità al nodo atrioventricolare (come nel caso di sostituzione valvolare mitralica e/o aortica) e nel caso in cui non scompaia a 10 giorni dall’intervento, risulta una grave ma prevista complicanza di tale tipi di interventi che richiede una stimolazione cardiaca definitiva mediante applicazione di un pacemaker. Rispetto all'intervento cardiochirurgico, l'applicazione di un PMK, richiede tempi chirurgici brevi e una blanda anestesia generale, con bassissimi rischi per il paziente. Circa il recupero funzionale di sua madre, è indispensabile per un corretto recupero generale, un buon programma fisioterapico associata ad una buona terapia farmacologica e molto anche alla volontà del paziente, la ripresa seppur lenta, è in genere buona, sempre se non si sviluppino complicanze o peggioramenti di malattie concomitanti.
Saluti

Dr. Vincenzo MARTINO