Dilatazione aorta ascendente

Egreggio dottore,
a mio marito 36enne, alto 1,74mt. x 75 kg., nel 2005 è stata diagnosticata con esame ecocardiografico una dilatazione dell’aorta (48mm) a livello dei seni di valsalva con piccolo rigurgito valvolare e rigurgito valvolare mitralico minimo lieve, con i seguenti parametri:
VENTRICOLO SX: diametro diastolico 50mm, sistolico 30mm spessore SIV diastolico10mm, spessore SIV sistolico 14mm, spessore PP diastolico 9mm, spessore PP sistolico 12mm indice di suga 2,20, massa ventricolo sx 199,90g, ispessimento sistolica SIV 40%, accorciamento frazionale 40, volume tele sistolico 58,30ml, indice di volume telesistolico 31,30, frazione di eiezione 65,10%, cinetica segmentaria normale.
VALVOLA MITRALE insufficienza minima.
ATRIO SX: diametro AP 33mm, diametro cranio-caudale 52mm.
VALVOLA AORTICA: diametro radice aortica 48mm, anomalie morfologiche:dilatazione a livello dei seni di valsalva, aorta ascendente dilatata, arco aortico normale, insufficienza lieve.
VENTRICOLO DX: normali le dimensioni e la cinetica.
VALVOLA TRICUSPIDE: P.A.D. 5mmHg, gradiente VD-AD 23mmHg;
ATRIO DX: diametro cranio-caudale 46mm;
VALVOLA POLMONARE: cuspidi normali, normalmente mobili. Normale il flusso trans-valvolare
PERICARDIO: normale.
Successivamente effettuava angiotac con seguente referto: lieve dilatazione aneurismatica dell’aorta ascendente con calibro maggiore in prossimità dell’impianto valvolare, dove raggiunge un diametro di 48mm. Regolare il calibro dell’aorta a livello dell’arco nel tratto discendente e addominale.
Sempre nel 2005 effettuava esame ecocolordoppler transesofageo con le seguenti conclusioni: pervietà del forame ovale con shunt di media entità visualizzato al contrasto con manovra di valsalva. Valvola aortica tricuspide con lieve insufficienza. Dilatazione dei seni da valsalva 49mm con giunzione seno tubulare conservata 34mm aorta ascendente 39. modesto rigurgito mitralico. Nel 2007, a distanza di 2 anni, effettuava nuovamente un’angiotac il cui referto confermava quello del 2005. Ogni 4 mesi si sottopone ad ecodoppler cardiaco e i valori sono sempre rimasti gli stessi fino a marzo 2008 il cui referto riporta: vn sx di normale diametro e cinetica (fe 65%), dilatazione del bulbo aortico (49-50mm) ed aorta ascendente (49mm) sino all’arco, insufficienza aortica lieve-moderata, normali sezioni destre. L’ecodoppler effettuato a luglio scorso, invece, riporta dilatazione del bulbo aortico di 50mm ed aorta ascendente 49mm sino all’arco, il resto è uguale ai parametri del mese di marzo. Attualmente viene trattato con 1 cp di betabloccante Lodoz da 2,5 e 1 cp di Tareg 80, nonostante la pressione arteriosa max. avuta prima dell’assunzione era di 130/85-90 nei momenti di agitazione. Da un ultimo controllo risalente a dicembre scorso la dilatazione è aumentata a 50-51mm e così gli è stato aumentato il dosaggio del Tareg passando così a 160mg.
Contattato un chirurgo ci riferiva che sarebbe il caso di sottoporsi ad intervento eventualmente con tecnica di Tyrone David cercando di riparare e conservare la valvola nativa visto che il rigurgito della valvola è ancora accettabile.
Attualmente, per paura e senza costanza, effettua poca attività fisica tipo “footing” . Siamo molto preoccupati per la situazione e per l’eventuale intervento che dovrà subire. Vorrei sapere se per le dimensioni attuali è veramente necessario un intervento a breve, se la tecnica di Tyrone David può essere effettuate con intervento mini invasivo o vi sono altre metodologie per la conservazione della valvola nativa, se si può pensare di percorrere un intervento con endoprotesi e in che clinica specializzata poterci rivolgere per questo tipo di patologia, possibilmente in romagna. Inoltre gradirei sapere i rischi che l’intervento comporta, il tempo di degenza in ospedale e quelli di ripresa per un soggetto normale.
Ringrazio infinitamente
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente, la continua progressione della dilatazione aortica associata al peggioramento della insufficienza valvolare, depongono per la necessità dell'intervento cardiochirurgico. La tecnica consigliata è ottima per il ripristino di una più corretta, sebbene artificale, anatomia del distretto interessato. Praticare a breve l'intervento, avrebbe l'indubbio vantaggio delle condizioni ottimali di suo marito e di una buona efficienza contrattile del cuore. Il tutto si traduce in una notevole riduzione del rischio operatorio (sempre presente) nonchè in una più pronta ripresa con notevole riduzione dei giorni di degenza. A mio avviso come centro di riferimento, va fatto capo al policlinico universitario Sant'Orsola-Malpighi di Bologna
Saluti

Dr. Vincenzo MARTINO

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