Sostituzione valvola mitralica
Buongiorno,
scrivo per mio nonno di 82 anni che attualmente si trova in ospedale in attesa di un intervento di sostituzione della valvola mitralica.
A seguito di un edema polmonare molto forte è stato ricoverato e gli è stata diagnosticata un'insufficienza mitralica moderata severa.
Dopo diverse notti passate con l'ossigeno e somministrazione di diuretico i dottori hanno fatto esami più approfonditi (ecocardiogramma, ecc...) per poi comunicarci quello che più temevamo: il nonno dovrà essere operato e la valvola deve essere assolutamente sostituita.
A seguito di lungo consulto l'equipe ci ha fatto sapere che per la sua situazione non è possibile ipotizzare un intervento minivasivo (nonostante in quella struttura vengano spesso praticati). L'unica soluzione è operarlo a cuore aperto.
La notizia ci ha molto spaventate, considerato che mio nonno, seppur molto in gamba, ha 82 anni e alle spalle 3 by-pass e 2 infarti. I dottori dicono che ha un fisico in grado di poter sostenere una tale operazione, ma io sono molto preoccupata. Quando ci hanno comunicato che lo avrebbero operato mi aspettavo che l'operazione sarebbe avvenuta attraverso tecniche mininvasive, proprio perché negli anziani un operazione così delicata a cuore aperto è rischiosa.
Secondo lei è un azzardo operare un uomo di 82 anni con questa modalità?
E' vero che ci sono casi in cui l'operazione a cuore aperto è l'unica soluzione?
Ora lui è in ospedale in attesa di essere operato (attualmente ha una piccola infezione quindi gli stanno somministrando antibiotico e i tempi si allungheranno). Lui è convinto di voler fare l'operazione perché non sta bene e perché vorrebbe tornare alla "stessa" vita di prima.
Io vorrei essere certa che questa sia la soluzione migliore per lui e il tipo di operazione migliore per lui.
La ringrazio molto per l'attenzione.
scrivo per mio nonno di 82 anni che attualmente si trova in ospedale in attesa di un intervento di sostituzione della valvola mitralica.
A seguito di un edema polmonare molto forte è stato ricoverato e gli è stata diagnosticata un'insufficienza mitralica moderata severa.
Dopo diverse notti passate con l'ossigeno e somministrazione di diuretico i dottori hanno fatto esami più approfonditi (ecocardiogramma, ecc...) per poi comunicarci quello che più temevamo: il nonno dovrà essere operato e la valvola deve essere assolutamente sostituita.
A seguito di lungo consulto l'equipe ci ha fatto sapere che per la sua situazione non è possibile ipotizzare un intervento minivasivo (nonostante in quella struttura vengano spesso praticati). L'unica soluzione è operarlo a cuore aperto.
La notizia ci ha molto spaventate, considerato che mio nonno, seppur molto in gamba, ha 82 anni e alle spalle 3 by-pass e 2 infarti. I dottori dicono che ha un fisico in grado di poter sostenere una tale operazione, ma io sono molto preoccupata. Quando ci hanno comunicato che lo avrebbero operato mi aspettavo che l'operazione sarebbe avvenuta attraverso tecniche mininvasive, proprio perché negli anziani un operazione così delicata a cuore aperto è rischiosa.
Secondo lei è un azzardo operare un uomo di 82 anni con questa modalità?
E' vero che ci sono casi in cui l'operazione a cuore aperto è l'unica soluzione?
Ora lui è in ospedale in attesa di essere operato (attualmente ha una piccola infezione quindi gli stanno somministrando antibiotico e i tempi si allungheranno). Lui è convinto di voler fare l'operazione perché non sta bene e perché vorrebbe tornare alla "stessa" vita di prima.
Io vorrei essere certa che questa sia la soluzione migliore per lui e il tipo di operazione migliore per lui.
La ringrazio molto per l'attenzione.
[#1]
Con i dati che ci fornisce non è semplice esprimersi, ma sembrerebbe un caso piuttosto complesso dove va valutato attentamente il rischio-beneficio di un intervento chirurgico classico, anche perchè andrebbe riportato qual è la compromissione cardiaca secondaria alla cardiopatia ischemica, che può essere responsabile dello scompenso cardiaco non prevenibile dalla sola sostituzione valvolare. Per la valvola mitrale insufficiente, si potrebbe pensare a un intervento percutaneo di impianto di mitraclip per evitare i rischi operatori di sostituzione valvolare (ma non posso dire se è o meno l'indicazione per il nonno a distanza e senza poterlo valutare direttamente).
Cordialità
Cordialità
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
[#2]
Utente
Grazie Dottore per la risposta!
Capisco che non sia semplice per lei fare delle valutazioni senza la documentazione, ma purtroppo non avendo la cartella medica a disposizione, da ignorante in materia, mi è complesso riportarle il quadro clinico nello specifico.
Purtroppo l'operazione è stata rimandata a causa di una brutta bronchite ma ora la situazione ha preso un brutta piega a seguito della TC coronarica che gli hanno fatto ieri. A quanto pare il cuore a seguito di vecchia operazione ha assunto una posizione anomala. Si è avvicinato molto allo sterno e questo impedirebbe l'operazione, poiché segnando lo sterno si potrebbe ledere il cuore.
Non avevo mai sentito una cosa del genere, sembra un incubo!
Ora un ingegnere sta studiando il caso E farà delle valutazioni, cercando di capire se l'intervento mininvasivo potrebbe essere possibile come soluzione "temporanea", nonostante però ci abbiano già detto in precedenza che per la situazione del nonno non era la soluzione possibile.
Secondo lei tagliare uno sterno con un cuore così vicino è davvero molto rischioso? Ha mai affrontato casi simili?
Grazie mille per la
Disponibilità
Capisco che non sia semplice per lei fare delle valutazioni senza la documentazione, ma purtroppo non avendo la cartella medica a disposizione, da ignorante in materia, mi è complesso riportarle il quadro clinico nello specifico.
Purtroppo l'operazione è stata rimandata a causa di una brutta bronchite ma ora la situazione ha preso un brutta piega a seguito della TC coronarica che gli hanno fatto ieri. A quanto pare il cuore a seguito di vecchia operazione ha assunto una posizione anomala. Si è avvicinato molto allo sterno e questo impedirebbe l'operazione, poiché segnando lo sterno si potrebbe ledere il cuore.
Non avevo mai sentito una cosa del genere, sembra un incubo!
Ora un ingegnere sta studiando il caso E farà delle valutazioni, cercando di capire se l'intervento mininvasivo potrebbe essere possibile come soluzione "temporanea", nonostante però ci abbiano già detto in precedenza che per la situazione del nonno non era la soluzione possibile.
Secondo lei tagliare uno sterno con un cuore così vicino è davvero molto rischioso? Ha mai affrontato casi simili?
Grazie mille per la
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 07/03/2018.
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