Prolasso mitrale e possibile intervento di ricostruzione della valvola

Buonasera, descrivo la mia situazione.

Ho 35 anni, sono moderatamente sovrappeso e non ho mai praticato con continuità attività fisica.
La scorsa estate volevo cominciare a correre un paio di volte a settimana, e per tranquillità ho preferito fare prima una visita dal medico sportivo.
Durante l'elettrocardiogramma sotto sforzo ho avuto dei problemi (palpitazioni e forte affanno) ed il medico mi ha consigliato di effettuare degli accertamenti.

Ho eseguito holter ed un ecocardiogramma, dal quale è emerso il problema in oggetto.
Il cardiologo che ha effettuato l'esame mi ha consigliato di evitare attività troppo impegnative, di effettuare controlli periodici ed è stato il primo a consigliarmi di valutare, anche se senza urgenza, l'ipotesi dell'intervento.

Qualche mese fa ho cominciato a sentire delle sensazioni che non mi piacevano...
Ho avuto l'impressione di avere un peggioramento del "fiatone", un indolensimento più evidente dalla parte sinistra del torace, che a volte mi capita di avere, qualche giramento di testa, aritmie più frequenti, anche di notte.
E' stato il culmine di un periodo estremamente pesante a lavoro, tra scadenze, straordinari e poche ore di sonno... il che credo abbia avuto un peso non indifferente in tutto questo.

Nel frattempo erano trascorsi i sei mesi che mi avevano consigliato per la ripetizione dei controlli, e li ho quindi effettuati.
Non sembrano presentare un particolare peggioramento.

La dottoressa che ha effettuato l'ecocardiogramma mi ha consigliato una terapia farmacologica, che vi allego.
Mi ha detto che si tratta di una terapia "conservativa"... che punta a rallentare un peggioramento che probabilmente ci sarà in ogni caso e che potrebbe rimandare il più a lungo possibile la necessità di un intervento che vede comunque come probabile in futuro.

Da lì, d'accordo con il mio medico di famiglia, abbiamo deciso di approfondire la questione con uno specialista.

Ho effettuato una visita a metà Marzo, e mi ha indirizzato verso la soluzione chirurgica.
Quindi, un paio di settimane fa, ho incontrato un noto cardiochirurgo che ha confermato questa indicazione.

Le indicazioni che ho ricevuto in questi ultimi mesi sembravano andare tutte nella stressa direzione... ed ero sul punto di prendere accordi con il chirurgo per fissare la data dell'intervento, quando ho avuto la possibilità di parlare con un amico di famiglia, cardiochirugo anche lui presso una struttura della capitale.

Gli ho mostrato i referti, e mi ha sconsigliato l'intervento, che giudica ipotesi molto prematura.
Anche lui opterebbe per la terapia farmacologica ed il monitoraggio.

Ora... non morivo dalla voglia di operarmi, ma almeno mi sembrava di aver trovato una "soluzione".
Mi sembra invece adesso di essere tornato a 3 mesi fa... e non so bene che fare.
Da qui la mia richiesta di un ulteriore parere.

Potete scaricare un estratto della documentazione qui:
https://www.dropbox.com/s/195v8kg2f1t2a6i/Referti.docx?dl=0

Grazie mille
[#1]
Dr. Giuseppe Iaci Cardiochirurgo 923 51
Anche io propenderei per il trattamento chirurgico. Il ventricolo e l'atrio sn sono dilatati, si sono manifestati sintomi (affanno, palpitazioni) In centri specializzati la riparazione è pressoché certa e il rischio operatorio inferiore all' 1%.
Rimandare di sei mesi, o un anno non le porterebbe particolari problemi, ma nemmeno vantaggi considerando la sua giovane età.

Lavoro in un centro dove un "early repair" ha sempre garantito eccellenti risultati.

A disposizione

iaci.giuseppe@hsr.it
GI

Per visite Ospedale San Raffaele:

[#2]
Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Cardiologo, Chirurgo toracico, Cardiochirurgo 555 19
Buongiorno. Ho visionato la sua documentazione e personalmente sono invece dell'idea che un trattamento chirurgico di plastica mitralica non sia ancora indicato per i seguenti motivi:
Il grado di insufficienza mitralica attuale è moderato (3/4), i diametri cardiaci per quanto siano ai limiti superiori sono stabili negli ultimi 2 esami echo eseguiti in 2 anni (circa 58 mm) in un uomo di 80 kg. La probabilità di eseguire una plastica è alta ma non certa e quindi il rischio di trovarsi una protesi meccanica in caso di fallimento della plastica comporterebbe una terapia anticoagulante a vita.
Una terapia medica e uno stretto controllo cardiologico possono viceversa consentire di arrivare ad eseguire la chirurgia con il corretto timing.

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

[#3]
Utente
Utente
Grazie mille per la vostra disponibilità.

Faccio solo una precisazione: le due eco che ho effettuato non distano due anni, ma sei mesi.
Uno degli specialisti che mi hanno visitato ha riscontrato un leggero peggioramento in uno dei parametri (per quanto il quadro sia sostanzialmente invariato).

Dopo i vari esami e pareri che ho raccolto in questi ultimi mesi, ho capito che nella mia situazione un intervento non sia "necessario", ma che ci siano due differenti scuole di pensiero.

La prima, "interventista", ritiene che di fronte ad un problema che ha un impatto innegabile sulla qualità della vita, specie in un paziente giovane, sia consigliabile l'unica via realmente risolutiva che ci sia: l'intervento. Mi hanno parlato di un intervento relativamente "semplice", con percentuali di successo molto alte... se fatto ovviamente dalle mani giuste.

L'altra, "conservativa", ritiene che in assenza di una vera necessità chirurgica e del giusto timing, l'intervento sia un rischio eccessivo... in una situazione in cui una terapia farmacologica ed i giusti controlli possono permettere di andare avanti senza rischi per molto tempo (potenzialmente, a vita... mi è stato detto che, per quanto non si possa sicuramente migliorare, non è certo che ci sia un peggioramento).

Per quanto sia abbastanza orientato per l'intervento, ho ancora dei dubbi...
Ma ora sto litigando con un problema alle vie urinarie, quindi per ora direi che ogni discorso è meglio che sia rimandato a momenti successivi..

Grazie ancora per il vostro tempo
[#4]
Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Cardiologo, Chirurgo toracico, Cardiochirurgo 555 19
La sua analisi è assolutamente puntuale. Tenga presente che il meglio è sempre nemico del bene. Se le sue condizioni cliniche e se le condizioni strumentali facendo gli esami di controllo nel corso dei prossimi mesi ed anni indicheranno un peggioramento e di solito a questo si associa anche un peggioramento dei sintomi allora quello è il momento di intervenire. Cordiali saluti
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