Sostituzione valvola aortica
Egregi Dottori,
vi scrivo per sottoporre alla Vs. attenzione il caso di mio padre, al fine di ottenere un parere certamente di valore sul cosa fare a proposito di un suo problema cardiologico.
Nel 2006, nel corso dei vari accertimenti preliminari ad un'operazione chirurgica di tipo "diverticolare", i medici gli riscontrarono un problema di funzionamento/insufficienza alla valvola aortica. A seguito dell'operazione, per fortuna riuscita benissimo, gli stessi medici ci consigliarono di sottoporre ogni 6 mesi mio padre ad una visita di controllo per monitorare così lo stato di salute della valvola in oggetto.
Fino a qualche settimana fa, nel corso dei vari controlli susseguitisi, la situazione riscontrata è sembrata attestarsi su livelli piuttosto normali, non subendo quindi nel tempo peggioramenti e/o alterazioni particolari. A seguito dell'ultimo controllo, appunto, la diagnosi ha rilevato invece un peggioramento sensibile..
C'è da dire che in quest'ultimo anno, in alcuni momenti, egli avvertiva ogni tanto un pulsare maggiore al cuore, un'aritmia, e quindi una forma di scompenso, rese maggiori se vogliamo anche dall'ansia e dai naturali timori che da sempre lo caratterizzano.
A seguito di un ricovero opsedaliero per effettuare un check-up più approfondito (avvenuto successiamente all'ultima visita di controllo di cui sopra), i medici hanno da un lato confermato il problema alla valvola e dall'altro ci hanno indicato di sottoporlo all'attenzione di un cardiochirurgo.
Quest'ultimo, visionando la cartella clinica del paziente ci ha indicato che l'unica risoluzione al problema consiste in un'operazione chirurgica volta a sostituire la valvola malfunzionante.
Il Cardiochirurgo attende solo i risulati di un'esame coronaricho (già previsto) per capire se agire con immediatezza oppure no.
Arrivo al dunque: mio padre ha 81 anni, ma gode di buona salute; i valori complessivi (diabete; colesterolo; stato fisico generale) sono assolutamente nella norma.
Sottoporlo ad un'operazione del genere, vista anche la mia ignoranza in materia, lo sottoporrebbe a rischi eccessivi?
Il cardiochirurgo ha ribadito il carattere "normnale" e assolutamente risolutivo dell'operazione, parlando certamente e inevitablmente di un "minimo di rischio"..secondo voi i benefici sono maggiori dei rischi, e in che misura indicativamente??.
Scusate per lo spirito prolisso del messaggio e resto a completa disposizione per fornire eventuali e/o ulteriori dettagli.
Graze anticipatemente per l'attenzione.
Antonio Gioioso
vi scrivo per sottoporre alla Vs. attenzione il caso di mio padre, al fine di ottenere un parere certamente di valore sul cosa fare a proposito di un suo problema cardiologico.
Nel 2006, nel corso dei vari accertimenti preliminari ad un'operazione chirurgica di tipo "diverticolare", i medici gli riscontrarono un problema di funzionamento/insufficienza alla valvola aortica. A seguito dell'operazione, per fortuna riuscita benissimo, gli stessi medici ci consigliarono di sottoporre ogni 6 mesi mio padre ad una visita di controllo per monitorare così lo stato di salute della valvola in oggetto.
Fino a qualche settimana fa, nel corso dei vari controlli susseguitisi, la situazione riscontrata è sembrata attestarsi su livelli piuttosto normali, non subendo quindi nel tempo peggioramenti e/o alterazioni particolari. A seguito dell'ultimo controllo, appunto, la diagnosi ha rilevato invece un peggioramento sensibile..
C'è da dire che in quest'ultimo anno, in alcuni momenti, egli avvertiva ogni tanto un pulsare maggiore al cuore, un'aritmia, e quindi una forma di scompenso, rese maggiori se vogliamo anche dall'ansia e dai naturali timori che da sempre lo caratterizzano.
A seguito di un ricovero opsedaliero per effettuare un check-up più approfondito (avvenuto successiamente all'ultima visita di controllo di cui sopra), i medici hanno da un lato confermato il problema alla valvola e dall'altro ci hanno indicato di sottoporlo all'attenzione di un cardiochirurgo.
Quest'ultimo, visionando la cartella clinica del paziente ci ha indicato che l'unica risoluzione al problema consiste in un'operazione chirurgica volta a sostituire la valvola malfunzionante.
Il Cardiochirurgo attende solo i risulati di un'esame coronaricho (già previsto) per capire se agire con immediatezza oppure no.
Arrivo al dunque: mio padre ha 81 anni, ma gode di buona salute; i valori complessivi (diabete; colesterolo; stato fisico generale) sono assolutamente nella norma.
Sottoporlo ad un'operazione del genere, vista anche la mia ignoranza in materia, lo sottoporrebbe a rischi eccessivi?
Il cardiochirurgo ha ribadito il carattere "normnale" e assolutamente risolutivo dell'operazione, parlando certamente e inevitablmente di un "minimo di rischio"..secondo voi i benefici sono maggiori dei rischi, e in che misura indicativamente??.
Scusate per lo spirito prolisso del messaggio e resto a completa disposizione per fornire eventuali e/o ulteriori dettagli.
Graze anticipatemente per l'attenzione.
Antonio Gioioso
[#1]
Gentile utente, penso che tocchi al cardiochirurgo che eventualmente operera´sua padre parlarle dei rischi/benefici, che un´ intervento di sostituzione valvolare comporta. Senza conoscere suo padre, senza avere "sotto mano" i suoi dati clinici, sarebbe assurdo azzardare delle ipotesi sul reale beneficio che ne potrebbe trarre da un tale intervento. Le posso pero´ dire in linea teorica che un "minimo rischio" in chirurgia esiste sempre anche per una banale appendicite!
Cordialmente
Cordialmente
Dr. Vincenzo MARTINO
[#2]
Ex utente
Gentile Dr. Martino,
la ringrazio anzitutto per la cortese attenzione. Lei ha perfettamente ragione nel sottolineare l'impossibilità nell'esprimere giudizi concreti sui rischi/benefici di un paziente, non conoscendone dati clinici.
In effetti, dovendo incontrare nuovamente il cardiochirurgo per approfondire la questione (a seguito degli esiti delle analisi coronariche), allo stato attuale sto cercando di farmi un'idea conoscitiva personale, tentando cioè di capire a livello generale e di "casistica", se interventi di questo genere creano particolari problemi e se, di per sè, si tratta di un intervento particolarmente pericoloso o meno, conscio, come giustamente lei mi rammenta, che i rischi sono fisiologi.
La saluto cordialmente
la ringrazio anzitutto per la cortese attenzione. Lei ha perfettamente ragione nel sottolineare l'impossibilità nell'esprimere giudizi concreti sui rischi/benefici di un paziente, non conoscendone dati clinici.
In effetti, dovendo incontrare nuovamente il cardiochirurgo per approfondire la questione (a seguito degli esiti delle analisi coronariche), allo stato attuale sto cercando di farmi un'idea conoscitiva personale, tentando cioè di capire a livello generale e di "casistica", se interventi di questo genere creano particolari problemi e se, di per sè, si tratta di un intervento particolarmente pericoloso o meno, conscio, come giustamente lei mi rammenta, che i rischi sono fisiologi.
La saluto cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.4k visite dal 20/11/2008.
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