Elettrofisiologia
soffro di aritmia atriale da diversi anni che ho curato con medicine di vario tipo (ritmonorm, isoptin 80, almarytm per diversi anni, ecc.). L'aritmia nella fase iniziale si presentava ogni 6 mesi circa e rientrava in poche ore. Due anni fa a seguito di intervento alla cistifellea l'aritmia é ripresa quasi a carattere continuativo che con l'aggiungersi di una doppia polmonite sono dovuto rimanere in ospedale parecchi giorni.
Si é intervenuto con l'amiodarone senza risultati (il ritmo era di circa 130 battiti).
Circa sei mesi fa, guarita dopo alcuni mesi la polmonite, sono stato sottoposto a CVE e il ritmo e ritornato sinusale (45/50 battiti).
Mi era stata suggerita l'ablazione TC, ma visto il perdurare della normalità del cuore (sono ora cinque mesi) mi viene consigliata perora l'applicazione sottocute del segnalatore di battiti per monitorarne l'andamento rimandando l'ablazione più avanti.
Data la mia età, anche se vengo definito biologicamente più giovane, mi chiedo se non sarebbe il caso di tentare subito con l'ablazione per eliminare l'amiodarone che prima o poi mi darà disturbi? E se l'aritmia riprenderà fra uno o due anni non correrò più rischi con l'intervento? Mi viene preventivata la possibilità, se si renderà necessario, di un pacemaker. Non sarebbe meglio allora tentare l'ablazione, pur consapevole che é rischiosa (solo 70% circa di riuscita)?
Capisco quanto sia difficile fornire risposte su argomenti del genere data l'incertezza dei rimedi.
Sarebbe tuttavia gradito il Vostro cortese pensiero in merito.
Ringrazio e porgo distinti saluti.
Si é intervenuto con l'amiodarone senza risultati (il ritmo era di circa 130 battiti).
Circa sei mesi fa, guarita dopo alcuni mesi la polmonite, sono stato sottoposto a CVE e il ritmo e ritornato sinusale (45/50 battiti).
Mi era stata suggerita l'ablazione TC, ma visto il perdurare della normalità del cuore (sono ora cinque mesi) mi viene consigliata perora l'applicazione sottocute del segnalatore di battiti per monitorarne l'andamento rimandando l'ablazione più avanti.
Data la mia età, anche se vengo definito biologicamente più giovane, mi chiedo se non sarebbe il caso di tentare subito con l'ablazione per eliminare l'amiodarone che prima o poi mi darà disturbi? E se l'aritmia riprenderà fra uno o due anni non correrò più rischi con l'intervento? Mi viene preventivata la possibilità, se si renderà necessario, di un pacemaker. Non sarebbe meglio allora tentare l'ablazione, pur consapevole che é rischiosa (solo 70% circa di riuscita)?
Capisco quanto sia difficile fornire risposte su argomenti del genere data l'incertezza dei rimedi.
Sarebbe tuttavia gradito il Vostro cortese pensiero in merito.
Ringrazio e porgo distinti saluti.
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore, La ringrazio vivamente del suo cortese urgente riscontro.
Mi chiedo, ma in caso di riscontrata irregolarità cardiaca o danni provocati dall'amiodarone un intervento si dovrà pure fare e nel frattempo la mia età avanza e la difficoltà di una eventuale ablazione saranno ancora più elevate e quindi restarei in aritmia permanente.
Quale altro tipo di intervento potrà esserci? Si parla di pacemaker wireless, potrebbe essere utile per me?
Grazie e distinti saluti.
Mi chiedo, ma in caso di riscontrata irregolarità cardiaca o danni provocati dall'amiodarone un intervento si dovrà pure fare e nel frattempo la mia età avanza e la difficoltà di una eventuale ablazione saranno ancora più elevate e quindi restarei in aritmia permanente.
Quale altro tipo di intervento potrà esserci? Si parla di pacemaker wireless, potrebbe essere utile per me?
Grazie e distinti saluti.
[#3]
Si potrebbe, nella peggiore delle ipotesi (episodi frequenti di fibrillazione atriale ad alta risposta, non responsivi a terapia medica e bassa frequenza basale) effettuare una ablazione e contestuale posizionamento di pacemaker (non wireless ma con normali elettrodi), procedura semplice e a basso rischio (ablate and pace), ma non è al momento indicato per lei.
GI
GI
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 28/04/2014.
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