Ferita sternale
Circa quaranta giorni fa ho subito un intervento al cuore (bypass), il decorso post-operatorio è stato caratterizzato da lieve deiscenza del 1/3 inferiore della ferita sternale. Dopo alcune medicazioni, la ferita (asciutta, senza segni d'infezione) e stata suturata con quattro punti, successivamente rimossi.
Mi è stato consigliato di non far prendere sole alla ferita e di non fare bagni di mare, almeno per questa estate.
Limitandomi al sole,sarebbe sufficiente coprire con un cerotto la ferita?
Mi è stato consigliato di non far prendere sole alla ferita e di non fare bagni di mare, almeno per questa estate.
Limitandomi al sole,sarebbe sufficiente coprire con un cerotto la ferita?
[#4]
Utente
Gent.mo Dr. Iaci,
a proposito dell'intervento ho tuttora un dubbio che mi assilla, riguardante il numero dei bpac impiantimi.
La coronarografia fatta prima dell'intervento riportava: sinistra: TC ateromasico mostra una stenosi lunga dell'80%. IVA di buon calibro, ateromasica, indenne da lesioni stenosanti. CX di buon calibro, ateromasica, indenne da lesioni stenosanti.
Destra: CD di buon calibro, dominante, mostra una stenosi ostiale dell'80%, quindi una del 90% sul 2° tratto, discontinua opacizzazione del vaso a valle.
Lo specialista emodinamico mi disse che sarebbero stati necessari 3 bpac, e tanti ne furono programmati in cardiochirurgia. Però, durante l'intervento, il cardiochirurgo decise di impiantarne solo 2, decidendo che il terzo "non era necessario".
A riprova di ciò, la vena safena già pronta (oltre le due arterie mammarie) non è stata ovviamente più utilizzata.
La rivascolarizzazione miocardica è stata eseguita mediante impianto di AMID su IVA e AMIS su OM1 in CEC.
Nella pratica cardiochirurgica c'è la possibilità che "visivamente" o in altro modo il chirurgo accerti l'inutilità di un bpac? C'è il rischio che sia rimasta una stenosi che potrebbe peggiorare?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
a proposito dell'intervento ho tuttora un dubbio che mi assilla, riguardante il numero dei bpac impiantimi.
La coronarografia fatta prima dell'intervento riportava: sinistra: TC ateromasico mostra una stenosi lunga dell'80%. IVA di buon calibro, ateromasica, indenne da lesioni stenosanti. CX di buon calibro, ateromasica, indenne da lesioni stenosanti.
Destra: CD di buon calibro, dominante, mostra una stenosi ostiale dell'80%, quindi una del 90% sul 2° tratto, discontinua opacizzazione del vaso a valle.
Lo specialista emodinamico mi disse che sarebbero stati necessari 3 bpac, e tanti ne furono programmati in cardiochirurgia. Però, durante l'intervento, il cardiochirurgo decise di impiantarne solo 2, decidendo che il terzo "non era necessario".
A riprova di ciò, la vena safena già pronta (oltre le due arterie mammarie) non è stata ovviamente più utilizzata.
La rivascolarizzazione miocardica è stata eseguita mediante impianto di AMID su IVA e AMIS su OM1 in CEC.
Nella pratica cardiochirurgica c'è la possibilità che "visivamente" o in altro modo il chirurgo accerti l'inutilità di un bpac? C'è il rischio che sia rimasta una stenosi che potrebbe peggiorare?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.2k visite dal 20/06/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.