Chemioterapia per il fegato
Buongiorno,
ho trovato i Suoi riferimenti sul sito www.prevenzionetumori.it e gradirei avere alcune informazioni che mi preme ricevere.
Mia madre, 68 anni, ha subito 3 settimane fa una nefrouretectomia per un tumore originato dall’uretere per il quale gli sono sati asportati rene, uretere, surrene e linfonodi. Il tumore ha generato metastasi epatiche (non operabili) e polmonari. Premetto che le condizioni fisiche della mamma non sono ottimali: soffre di astenia, inappetenza, pesa circa 63 KG conto gli 85 di 6 mesi fa, ha avuto una trombosi polmonare prima dell’intervento chirurgico che è rientrata, non ha mai sofferto di cuore e non è allergica a farmaci; la pressione è normale ( mesi fa l’aveva alta e prendeva farmaci).
Il fegato ha una lesione più grossa di circa 5 cm sul lobo ds e 5/6 noduli sparsi di dimensioni inferiori a 2cm
Il prof. Nicita della clinica di urologia II dell’Ospedale di Careggi a Firenze ci ha consigliato di passare una visita presso oncologia medica nello stesso ospedale. Il professore con il quale abbiamo parlato due giorni fa ci ha rappresentato la cura che vuole intraprendere attraverso cicli di chemioterapia sistemica endovenosa.
( fra cu cisplatino) il primo ciclo di durata trimestrale, il successivo sarà valutato in base ai risultati ottenuti.
Premetto che ancora non abbiamo avuto l’esito della biopsia.
Le domande che vorrei porle sono le seguenti: ho letto che esistono delle terapie locali meno invasive oppure la chemioembolizzazione: potrebbero essere praticate anche a mia madre? Potrebbero dare una riposta più significativa rispetto alla chemioterapia sistemica ? Se queste terapie Lei non ritiene possano essere praticabili, potrebbe consigliarmi qualche alternativa?
La ringrazio infinitamente per la sua premura e con l’occasione porgo cordiali saluti
ho trovato i Suoi riferimenti sul sito www.prevenzionetumori.it e gradirei avere alcune informazioni che mi preme ricevere.
Mia madre, 68 anni, ha subito 3 settimane fa una nefrouretectomia per un tumore originato dall’uretere per il quale gli sono sati asportati rene, uretere, surrene e linfonodi. Il tumore ha generato metastasi epatiche (non operabili) e polmonari. Premetto che le condizioni fisiche della mamma non sono ottimali: soffre di astenia, inappetenza, pesa circa 63 KG conto gli 85 di 6 mesi fa, ha avuto una trombosi polmonare prima dell’intervento chirurgico che è rientrata, non ha mai sofferto di cuore e non è allergica a farmaci; la pressione è normale ( mesi fa l’aveva alta e prendeva farmaci).
Il fegato ha una lesione più grossa di circa 5 cm sul lobo ds e 5/6 noduli sparsi di dimensioni inferiori a 2cm
Il prof. Nicita della clinica di urologia II dell’Ospedale di Careggi a Firenze ci ha consigliato di passare una visita presso oncologia medica nello stesso ospedale. Il professore con il quale abbiamo parlato due giorni fa ci ha rappresentato la cura che vuole intraprendere attraverso cicli di chemioterapia sistemica endovenosa.
( fra cu cisplatino) il primo ciclo di durata trimestrale, il successivo sarà valutato in base ai risultati ottenuti.
Premetto che ancora non abbiamo avuto l’esito della biopsia.
Le domande che vorrei porle sono le seguenti: ho letto che esistono delle terapie locali meno invasive oppure la chemioembolizzazione: potrebbero essere praticate anche a mia madre? Potrebbero dare una riposta più significativa rispetto alla chemioterapia sistemica ? Se queste terapie Lei non ritiene possano essere praticabili, potrebbe consigliarmi qualche alternativa?
La ringrazio infinitamente per la sua premura e con l’occasione porgo cordiali saluti
se la lesione epatica è figlia del tumore delle vie urinarie (la biopsia è epatica?), considerando la presenza a suo dire di metastasi polmonari, la terapia sistemica è la via più adatta.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 23/07/2008.
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