Coma farmacologico: benefici?

Salve, vorrei avere delle informazioni riguardo al coma farmacologico, come visione personale.
Il coma farmacologico si può indurre a una persona sana come "riavvio" del cervello?
Che benefici si potrebbero trarre da un coma farmacologico indotto a un soggetto sano per non più di una settimana?
So bene che attualmente non è consentito indurre il coma a soggetti sani, ma se uno si presentasse con un documento che attesti la conoscenza dei rischi, della terapia, ma che a fini scientifici/personali voglia essere messo in coma farmacologico per una settimana, minacciando pure che se non sarà fatto in una struttura adeguata si procederà autonomamente comportando la morte sicura, non sarebbe da rivalutare l'opportunità di agire?

Voglio chiarire, esponendo i motivi per delle domande del genere.
Penso che l'uomo possa prendere assuefazione da tutto quello che lo circonda: fumo, alcool, televisione, computer eccetera. Adesso ci sono cose che creano più o meno danno.
Supponiamo per esempio che con una vita sana, ma con l'abitudine di prendere il caffè per stare sveglio o per evacuare quotidianamente. Il caffè preso in una certa quantità che sarebbe anche quella necessaria per avere effetto (parlo di quello lungo americano, diciamo un bicchiere) ha i rischi che sappiamo. Smettere l'uso del caffè comporterebbe la totale perdita dei benefici per cui se ne faceva uso, in più non si ha un ritorno alla normalità come era prima ma anzi quasi effetti contrari come calo dell'attenzione, stanchezza, stitichezza ecc.

Questo è un esempio. Generalizzando, si prendono delle abitudini perchè si è avuta una necessità al momento, ma dopo quando non ne hai più bisogno hai problemi opposti, in cui si è creata una vera e propria assuefazione, dipendenza.
Quindi non esiste un modo, anche non il coma indotto, per ripristinare gli standard del corpo umano?
Io penso al coma farmacologico perchè il corpo non verrà esposto a fattori esterni, tutte le funzionalità saranno strettamente fisiologiche, il cervello si riposa veramente e in pieno, le sinapsi non verrebbero influenzate dall' uso di sostanze extra, i muscoli si rilasserebbero completamente.
Per esempio non si ha una statistica di quante persone siano riuscite a smettere di fumare dopo il coma (anche non indotto)? Non pensando che smettere di fumare dopo il coma sia per il motivo per cui si è presentato il coma, dato che ormai la grande maggioranza di persone è a conoscenza dei rischi ma continuano ugualmente a fumare perchè divenuta una necessità e ne sono dipendenti.

Dato che molti dicono che non ci sono pericoli per il coma indotto a parte i normali pericoli farmacologici che si possono presentare (reazione allergica, affaticamento del fegato, reni ecc.), e tralasciando anche il fattore “spesa pubblica” perchè non si può tentare una cosa del genere su richiesta della persona?

Grazie in anticipo per la disponibilità.
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Dr. Luigi Stella Anestesista, Algologo 266 15
Buonasera,
la sua domanda è piuttosto strana poichè esistono metodi per assicurare la disassuefazione che sono validati dalla scienza medica e dalla pratica clinica.
Un tentativo di disassefazione dai morfinici attraverso un coma farmacologico indotto o più precisamente una sedazione profonda, è stato tentato in negli anni 80-90' ad iniziativa di un anestesista israeliano ed eseguito anche in italia con risultati non entusiasmanti.
La assuefazione o tachifilassi comporta la diminuzione progressiva dell'effetto della sostanza nel tempo. I meccanismi con cui si attua la assuefazione sono dipendenti dalla sostanza in causa. In genere se agiscono per via recettoriale, il recettore tende a scomparire dalla superficie della cellula bersaglio.
Anche quando la situazione di esposizione cronica non è verso sostanze farmacologiche, ma a situazioni genericamente stressogene, la situazione di ansia cronica ed i disturbi correlati non si curano certo con il coma farmacologico ma con tecniche di ricostruzione cognitiva o con la meditazine o il training autogeno.
L'unica situazione in cui il coma farmacologico è utile è quando è necessario ridurre il consumo di ossigeno cerebrale o generale, queste sono metodiche molto usate in rianimazione neurochirurgica o generale da anestesisti rianimatori con adeguata esperienza e preparazione.
Se Lei ha problemi di assuefazione si rivolga innanzi tutto al suo Medico che provvederà a darLe i consigli giusti.

Dr. luigi stella
Specialista in Anestesia e Rianimazione - Terapia del dolore.

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Utente
Utente
Buonasera Dottore Stella,
come prima cosa La ringrazio per la risposta datami.

Ignoravo che fossero state fatte già delle prove del genere, quindi è una cosa già stata pensata e dimostrata nella sua inefficacia.
Che Lei sappia sono disponibili dei documenti riguardanti i tentativi svolti in precedenza?
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Dr. Luigi Stella Anestesista, Algologo 266 15
Le invio alcune voci bibliografiche in merito all'argomento che La interessa.


National Institute on Drug Abuse (NIDA). NIDA Scientific Report of Ultra Rapid Detoxification with Anesthesia (UROD): Opinion of the Consultants and Criteria Relating to Evaluating the Safety and Efficiency of UROD. Bethesda, MD: National Institutes of Health (NIH); February 23, 1996.
Mannelli P, De Risio S, Pozzi G, et al. Serendipitous rapid detoxification from opiates: The importance of time-dependent processes. Addiction. 1999;94(4):589-591.
Lawental E. Ultra rapid opiate detoxification as compared to 30-day inpatient detoxification program -- a retrospective follow-up study. J Subst Abuse. 2000;11(2):173-181.
O'Connor PG, Kosten TR. Rapid and ultrarapid opioid detoxification techniques. JAMA. 1998;279(3):229-234.
Rosenberg H, Melville J, McLean PC. Acceptability and availability of pharmacological interventions for substance misuse by British NHS treatment services. Addiction. 2002;97(1):59-65.
Badenoch J. A death following ultra-rapid opiate detoxification: The General Medical Council adjudicates on a commercialized detoxification. Addiction. 2002;97(5):475-477.
American Society of Addiction Medicine. Public policy statement on opioid antagonist agent detoxification under sedation or anesthesia (OADUSA). J Addictive Dis. 2000;19:109-112.
Gowing L, Ali R, White J. Opioid antagonists with minimal sedation for opioid withdrawal. Cochrane Database Syst Rev. 2009;(4):CD002021.
Gowing L, Ali R, White J. Opioid antagonists under heavy sedation or anaesthesia for opioid withdrawal. Cochrane Database Syst Rev. 2010;(1):2022.

Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Grazie mille.

Cordiali saluti.