Anestesia e cataratta
Buonasera. Scrivo per una situazione di profonda preoccupazione.
Un mio parente - cinquantenne - deve sottoporsi a giorni ad un intervento di cataratta.
Nonostante l'età è terrorizzato in una misura veramente inimmaginabile dall'idea di essere sveglio e cosciente, dato che gli è stato riferito che normalmente l'intervento avviene mediante il semplice impiego di collirio. Questo è confermato anche dalle numerose risposte che ho letto nel forum.
Da sempre infatti l'occhio è la parte che più lo ha impressionato, ed anche durante le visite oculistiche ha sempre avuto grande difficoltà anche solo a farsi mettere qualche goccia nell'occhio. Inoltre è claustrofobico e quindi lo spaventa anche la sola idea di avere la testa immobilizzata durante l'operazione. A ciò si aggiunge il suo problema di asma, che - credo - può anche essere aggravato dall'eventuale panico che potrebbe provare.
L'anestesista ha promesso di somministrargli un calmante.
Vorrei pertanto chiedere: posto che la prassi attuale prevede il solo impiego di collirio, è totalmente da escludere la possibilità di ricorrere all'anestesia generale (pratica cui si ricorreva in tempi non molto remoti, a quanto ho capito)?. (Volendo cavillare, nel modulo sul consenso informato si legge – senza ulteriori specificazioni – che essa può a volte essere “necessaria e possibile”).
È possibile che nel momento stesso di intervenire, di fronte a una oggettiva impossibilità di procedere, si prendano misure diverse, nell'interesse del paziente, anche se durante il colloquio ambulatoriale si è ribadito più volte che non è prassi?
D'altra parte - ma questo è un pensiero personale - una cosa sono le "direttive" ufficiali, un'altra la singolarità di ogni paziente, che può avere paure, fobie, incubi che, per quanto irrazionali e magari incomprensibili ad altri, sussistono pur sempre.
Ringrazio per la disponibilità.
Un mio parente - cinquantenne - deve sottoporsi a giorni ad un intervento di cataratta.
Nonostante l'età è terrorizzato in una misura veramente inimmaginabile dall'idea di essere sveglio e cosciente, dato che gli è stato riferito che normalmente l'intervento avviene mediante il semplice impiego di collirio. Questo è confermato anche dalle numerose risposte che ho letto nel forum.
Da sempre infatti l'occhio è la parte che più lo ha impressionato, ed anche durante le visite oculistiche ha sempre avuto grande difficoltà anche solo a farsi mettere qualche goccia nell'occhio. Inoltre è claustrofobico e quindi lo spaventa anche la sola idea di avere la testa immobilizzata durante l'operazione. A ciò si aggiunge il suo problema di asma, che - credo - può anche essere aggravato dall'eventuale panico che potrebbe provare.
L'anestesista ha promesso di somministrargli un calmante.
Vorrei pertanto chiedere: posto che la prassi attuale prevede il solo impiego di collirio, è totalmente da escludere la possibilità di ricorrere all'anestesia generale (pratica cui si ricorreva in tempi non molto remoti, a quanto ho capito)?. (Volendo cavillare, nel modulo sul consenso informato si legge – senza ulteriori specificazioni – che essa può a volte essere “necessaria e possibile”).
È possibile che nel momento stesso di intervenire, di fronte a una oggettiva impossibilità di procedere, si prendano misure diverse, nell'interesse del paziente, anche se durante il colloquio ambulatoriale si è ribadito più volte che non è prassi?
D'altra parte - ma questo è un pensiero personale - una cosa sono le "direttive" ufficiali, un'altra la singolarità di ogni paziente, che può avere paure, fobie, incubi che, per quanto irrazionali e magari incomprensibili ad altri, sussistono pur sempre.
Ringrazio per la disponibilità.
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Gentile utente buona sera, la problematica che ci illustra può e deve essere valutata accuratamente dall'anestesista che si occuperà del paziente, anche in base alla sua situazione clinica ed al preoperatorio. Posto che l'intervento oggi, a differenza che in passato, è eseguito con una tecnica completamente diversa, dura solo alcuni minuti ed è assolutamente indolore, in effetti una anestesia generale appare sproporzionata come rischio intrinseco. Tuttavia esiste la possibilità di garantire al paziente tranquillità e confort con la somministrazione di farmaci, anche senza fare una anestesia generale con intubazione e connessione al respiratore automatico. Non si tratta di direttive ufficiali, ma di semplice valutazione del rapporto di rischio/beneficio tra un intervento che non ha carattere di urgenza e l'anestesia che si rende necessaria per eseguirlo.
Spero di essere stata chiara, saluti
Spero di essere stata chiara, saluti
La consulenza e' prestata a titolo
puramente gratuito secondo lo stile MedicItalia
Dottoressa Anna Maria Martin
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.1k visite dal 10/02/2013.
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