Setticemia shosk settico

Il 25/2 mio padre ha fatto un intervento in ambulatorio all'occio sx(membrana amniotica), la sera aveva la febbre, il giorno dopo il medico di base gli ha dato l'antibiotico pensando all'influenza, ma la febbre non è passata e il 4/3 l'abbiamo ricoverato in rianimazione-terapia intensiva: ha avuto un'infezione, i medici parlano di setticemia, shock settico, insufficenza multiorgano: completamente anurico, polmoni con liquidi e pus, anche il fegato ha sofferto, il cuore sembra reggere per il momento, ha anche due ischemie cerebrali evidenziate dalla tac, ed ischemie cerebrali multiple evidenziate dalla risonanza; dagli esami culturali non hanno individuato il batterio dell'infezione, in base a questi esami l'infezione non sembra partita ne dall'occhio, ne dai polmoni.
Era inizialmente intubato ora ha la tracheotomia, comunque respira male, è dializzato, a volte gli devono dare dei farmaci per la pressione.
Il 19/3 ha avuto di nuovo la febbre ela notte una crisi respiratoria; senza che sia stato cambiato antibiotico la febbre è scesa di nuovo, hanno rifatto gli esami culturali, attendiamo l'esito.
Ci hanno spiegato che la situazione è molto grave, che loro stanno facendo il massimo e che è il suo fisico che deve reagire.
Come possiamo stare tranquilli che lo stiano curando correttamente se non hanno individuato la causa dell'infezione? Se questi antibiotici erano così a largo spettro come mai l'altro ieri è ricomparsa la febbre?
Possibile che per gli esami culturali ci vogliano 5 giorni? Ho letto su internet di un septitest, funziona? come lo si trova? può servire?
I reni non sono ripartiti, hanno detto che hanno fatto ecografie, l'ha visto il nefrologo, non c'è nessun blocco, ma non si può fare niente per farli ripartire? non c'è un farmaco per farli ripartire?
poi c'è il problema dei polmoni pieni di liquidi e pus, lo aiutano ad espellere i liquidi con la dialisi, ma non si possono siringare?
I medici si stanno impegnando e stanno facendo il possibile, ma noi vorremmo dare una possibilità in più a mio padre, cercando di avere un consulto da uno specialista di setticemia se esiste, per sapere se si può fare di più, non sappiamo neanche bene a chi dovremmo rivolgerci, se a un nefrologo, un pneumologo, un ematologo, o ad un "super-esperto" di rianimazione?
Ci sono centri più all'avanguardia a cui rivolgersi per un consulto?
Mio padre ha 71 anni, aveva una fibrosi polmonare già da prima ed un passato di alcolismo per questo i medici ci hanno parlato come se lui fosse un morto che camminava già da prima, in realtà per noi mio padre era pieno di salute, andava sugli alberi a tagliare le piante, sollevava pesi che i figli si sarebbero sognati.
Gli esami che ha fatto la mattina dell'intervento andavano benissimo, anche gli esami del fegato fatti pochi giorni prima andavano bene.
Per noi era in salute prima, aveva ancora una prospettiva di vita, ed è nostro padre e vorremmo fare il possibile.
Vi ringrazio per qualunque consiglio possiate darci.
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Dr.ssa Anna Maria Martin Anestesista 2k 68
Gentile utente buon giorno, con molta probabilità il senso di quello che vi hanno detto i medici in relazione alle patologie di base del babbo va letto solo nei termini di un minor margine di recupero. Mi spiego meglio: dei polmoni con una Fibrosi (non ci dice perchè) creano "per forza" una insufficienza respiratoria anche se la persona in condizioni basali è ancora compensata (respira ancora bene, a proposito ho letto nel suo post precedente che il babbo assumeva cortisone, ci può dire perchè?), ma basta poco per scompensarlo. Per il fegato si può fare la stessa considerazione. Ma al babbo è successa comunque una cosa gravissima, e per chiunque, la cui partenza mi dice non si è riusciti ad individuare, cosa del resto non rara. Si tratta di una forma morbosa polidistrettuale che ha coinvolto tutti gli organi e tale situazione, nella mia esperienza, ha talvolta causato l'esito infausto anche in giovani ed in minor tempo.
Purtroppo devo dirle che non ci sono protocolli terapeutici diversi da quelli che i colleghi della Rianimazione stanno applicando, non ci sono medicine diverse e più efficaci, altrimenti le userebbero. Bisogna solo aspettare e sperare.
Non creda che noi non capiamo il suo dolore e la sua ansia di fare tutto e di più, ma sinceramente mi sembra, da quello che ci scrive e con i limiti della via telematica, che i miei colleghi non meritino critiche, forse, e solo se non è stato già fatto, una Consulenza infettivologica potrebbe completare l'iter terapeutico, ma è molto probabile che i colleghi della Rianimazione lo abbiano già fatto.
Spero di averla aiutata e la saluto, se vuole ci tenga informati.

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Dottoressa Anna Maria Martin

[#2]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio molto della risposta.
Quindi secondo lei non ha senso che noi chiediamo un consulto magari ad un centro universitario?
Per metterci l'animo in pace ce ne consiglierebbe uno?
Anche se probabilmente è un po' tardi; sono passati 18 giorni di ricovero e mi sembra di aver capito che se la situazione poteva migliorare doveva già essere migliorata, ora non rimane che aspettare il peggioramento.
Oggi a pranzo il dottore ci ha detto che è stupita del fatto che mio padre sia ancora vivo.
Spero sia brava come medico perchè a parlare con le persone.... ma a questo non dò molta importanza, sarà questione di carattere.
"dei polmoni con una Fibrosi (non ci dice perchè)":
credo che la fibrosi precedente di mio padre fosse dovuta ad un passato (molto remoto, sono più di 20 anni che ha smesso) di fumatore, forse aveva contribuito anche l'aver lavorato per 20 anni in una fabbrica di mattoni.
Gli avevano detto che se non smetteva di fumare moriva, ha smesso subito!
Da quella volta questi polmoni sono messi male e spesso aveva una forte tosse.
Ultimamente un pneumologo che l'aveva visitato si era stupito del fatto che mio padre dichiarava di respirare bene e che si lamentava solo della tosse, e gli aveva provato a dare il cortisone per vedere se notava un miglioramento. Aveva inziato da appena un mese.
Non credo che abbiano chiesto una consulenza infettivologica, ci hanno sempre comunicato gli esami e le visite che faceva.
Grazie ancora dell'interessamento.


[#3]
Dr.ssa Anna Maria Martin Anestesista 2k 68
Gentile utente buona sera, il suo babbo aveva quindi una insufficienza respiratoria come avevo pensato, ma non è questo il punto, al massimo una aggravante ma non così determinante nella sintomatologia attuale. Devo confessare che anche io sono stupita dalla sua resistenza in una situazione del genere, evidentemente è molto ben assistito, ed è una fibra molto forte nonostante tutto.
Nella sua zona io ho avuto modo di conoscere ed apprezzare i medici dell'Ospedale S. Orsola di Bologna, ma ritengo sia utile per un eventuale consulto chiedere oltre che del Rianimatore anche dell'Infettivologo.
Non so se si possa rivelare di una qualche utilità nel modificare il comportamento terapeutico, ma capisco perfettamente il vostro stato d'animo.
Noi tifiamo per voi.
Un saluto
[#4]
Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 116
Buongiorno, se posso permettermi di aggiungere qualcosa a tal proposito, visto che ho lavorato in Emilia Romagna, e cioè se la Rianimazione in questione è quella della città riportata nei dati dell'utente, allora buona parte del personale medico è proveniente dalla stessa Scuola universitaria bolognese del S. Orsola.
Cordiali saluti

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Dott. Stelio ALVINO