Prostatite batterica ed epididimite

Entrambe le spermioculture sono risultate negative.
Inoltre ho iniziato ad accusare un dolore al testicolo destro che già avevo durante tutta questa situazione, ma che andava e veniva, invece a fine cura del ciproxacin ho iniziato ad avere questo dolore continuativo.
Si tratta di un’epididimite diagnosticata in ospedale.
Ora io mi trovo confuso perché non capisco la filosofia di quest’urologo perché se nel primissimo tampone c’era l’ureaplasma urealyticum io non credo che questo sia stato sconfitto dal ciproxacin.
Suppongo che gli ultimi esami siano alterati dalla vicinanza con la fine dell’antibiotico.
L’urologo però ammette che in base alla tecnologia di ricerca effettuata in laboratorio l’antibiotico non ha nessun influenza sull’esame.
Io sicuramente sono leggermente migliorato rispetto a prima perché credo di aver combattuto l’enterococcus fecalis (ma non ne ho la certezza dal momento che i due esami sono negativi come detto) ancora ho sintomi e molto probabilmente l’epididimite è causata dall’Ureaplasma, se no perché ancora ho l’epididimite?.
Ovviamente le mie sono supposizioni.
Ora quest’urologo sostiene ed è contro l’uso dei cortisonici in ambito urologico perché sostiene che possono andare ad alterare la flora batterica e che difficilmente hanno effetto nella zona dei genitali e quindi per sfiammare mi ha prescritto l’antinfiammatorio Naprosyn.
Io comunque nel dubbio ho preso lo zitromax 3giorni che ho finito oggi per combattere l’ureaplasma senza l’antibiogramma, ma continuo ad avere ancora fastidi.
(Anche se per l’urologo essendo tutto negativo io non ho nulla, distrutto pure l’ureaplasma, ma col ciproxacin??
Ecco perché anche se tutto negativo ho voluto prendere lo zitromax) Non ho neanche la certezza se magari il mio ureaplasma è resistente allo zitromax, ma ho azzardato questa cura per non prendere troppi antinfiammatori dal momento che so che l’epididimite è sicuramente causata dal batterio e quindi ho preso lo zitromax per non aspettare altri giorni per la spermiocoltura.
La mia domanda è: dal momento che è risaputo che ci sono stati casi precedenti in cui si ha avuto difficoltà a combattere questa presenza batterica, anche per evitare recidive, è possibile una cura alternativa all’antibiotico in modo tale da debellare con una soluzione definitiva il problema?
Ho visto e letto che ci sono vari metodi di approccio a partire dall’antibiotico per via orale.
Punture, dirittura infiltrazioni in loco sulla ghiandola prostatica dal retto.
Quindi perché non andare direttamente a questa soluzione se è la più efficace?
Potete consigliarmi per favore cosa devo fare?
E questa cosa dei cortisonici?

Non ditemi di mandarmi da un urologo perché non fanno altro che confondermi ditemi voi direttamente cosa devo fare.

Grazie di cuore
[#1]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Caro lettore

ci si deve far curare da un medico che ci conosca e ci abbia visitato.
Il "dottor GOOGLE" può dare molte, forse troppe informazioni ma , comunque chi deve fare una diagnosi e prescrivere una terapia continua ad essere un medico "in carne ed ossa".Con questa varietà di antibiotici tutto è confuso
cordiali saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
La ringrazio per la cortese risposta.
Ci tengo a sottolineare che io mi sono documentato e sono stato seguito da medici in carne ed ossa come lei stesso ha definito.
Ho semplicemente voluto utilizzare questo sito, proprio per avere un confronto e un’argomentazione da parte di medici specialisti come lei riguardo le mie domande poste senza arrivare a conclusioni inesatte o confusionarie del mondo di internet.
Vorrei chiederle se riuscisse a darmi una sua valutazione del mio caso e rispondermi a livello medico a quei miei dubbi che solo voi avendo studiato potete esaudire.
Io ho fatto la spermiocoltura il giorno della fine dell’antibiotico e 5 giorni dopo la fine dell’antibiotico secondo quanto dettomi dal mio urologo con esito negativo al primo e al secondo a distanza di 5 gg. Ora lui sostiene che io mi sia negativizzato e che le tecniche di laboratorio sono avanzate e che l’antibiotico non altera i risultati . Allora mi chiedo perché i laboratori sottolineino e stressino il tempo che deve passare (10/15 ggg) prima delle analisi dopo la cura. Quindi è vero che l’antibiotico non ha nessun effetto sulle analisi , sono attendibili?
Quello che dice l’urologo è vero?
Inoltre perché alcuni urologi sostengono che l’uso di cortisonici non è indicato (perché altera la flora batterica e quindi è meglio l’uso di antinfiammatori come Naprosyn ad esempio) mentre altri lo prescrivono?
Comunque può rivedere la mia descrizione sopra per avere tutto più chiaro.
La ringrazio anticipatamente.
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