Disfunzione erettile e fuga venosa
Buongiorno,
scrivo questo post perché soffro di disfunzione erettile oramai da tempo (non ho memoria di aver mai potuto avere un'erezione rigida completa per molto tempo).
Il mio problema è che l'erezione arriva, il pene si gonfia, ma faccio molta fatica a mantenerla: in effetti il pene si sgonfia pian piano tornando allo stato flaccido, come se fosse un canotto bucato.
Questo succede sempre, anche nell'atto di masturbazione.
Sildenafil e Tadalafil fanno si che lo sgonfiamento sia più lento ma il problema c'è ed è sempre lì.
Sebbene sia una condizione molto deprimente e ansiogena, mi sono fatto forza e sono deciso a indagare la mia problematica.
Ho effettuato un'ecografia eco-doppler con iniezioni di prostaglandina che non ha evidenziato alcun difetto arterioso e, nel referto, il medico ha scritto che non ci sarebbe alcuna fuga venosa.
In effetti in quell'occasione ricordo che il mio pene era (stranamente) durissimo per l'iniezione.
Ora, sebbene questo referto dica che non ci sia alcuna fuga venosa, io ne ho tutti i sintomi, in un contesto normale, senza iniezioni di farmaci.
Volevo dunque chiedere come posso indagare ancora meglio la mia condizione.
Ci sono altri esami che posso fare che possano in qualche modo evidenziare e/o confermare la presenza di una fuga venosa e identificare quali vene siano le responsabili?
Nel caso questa diagnosi fosse confermata, quale sarebbe la cura?
Ho letto su internet che la chirurgia vascolare classica non ha molto successo, però ci sono nuove tecniche di chiusura/embolizzazione delle vene come "l' embolizzazione del plesso venoso periprostatico" (fonte: trovato cercando su Google) che andrebbe a chiudere le vene tramite le quali defluisce il sangue, creando quell'effetto "canotto bucato" che io sento di avere praticamente sempre.
Per ora, visto la mia giovane età, non voglio prendere in considerazione la protesi ma vorrei chiedere se esiste qualche tipo di chirurgia vascolare valida che possa migliorare la mia condizione o risolvere il problema definitivamente.
Grazie
scrivo questo post perché soffro di disfunzione erettile oramai da tempo (non ho memoria di aver mai potuto avere un'erezione rigida completa per molto tempo).
Il mio problema è che l'erezione arriva, il pene si gonfia, ma faccio molta fatica a mantenerla: in effetti il pene si sgonfia pian piano tornando allo stato flaccido, come se fosse un canotto bucato.
Questo succede sempre, anche nell'atto di masturbazione.
Sildenafil e Tadalafil fanno si che lo sgonfiamento sia più lento ma il problema c'è ed è sempre lì.
Sebbene sia una condizione molto deprimente e ansiogena, mi sono fatto forza e sono deciso a indagare la mia problematica.
Ho effettuato un'ecografia eco-doppler con iniezioni di prostaglandina che non ha evidenziato alcun difetto arterioso e, nel referto, il medico ha scritto che non ci sarebbe alcuna fuga venosa.
In effetti in quell'occasione ricordo che il mio pene era (stranamente) durissimo per l'iniezione.
Ora, sebbene questo referto dica che non ci sia alcuna fuga venosa, io ne ho tutti i sintomi, in un contesto normale, senza iniezioni di farmaci.
Volevo dunque chiedere come posso indagare ancora meglio la mia condizione.
Ci sono altri esami che posso fare che possano in qualche modo evidenziare e/o confermare la presenza di una fuga venosa e identificare quali vene siano le responsabili?
Nel caso questa diagnosi fosse confermata, quale sarebbe la cura?
Ho letto su internet che la chirurgia vascolare classica non ha molto successo, però ci sono nuove tecniche di chiusura/embolizzazione delle vene come "l' embolizzazione del plesso venoso periprostatico" (fonte: trovato cercando su Google) che andrebbe a chiudere le vene tramite le quali defluisce il sangue, creando quell'effetto "canotto bucato" che io sento di avere praticamente sempre.
Per ora, visto la mia giovane età, non voglio prendere in considerazione la protesi ma vorrei chiedere se esiste qualche tipo di chirurgia vascolare valida che possa migliorare la mia condizione o risolvere il problema definitivamente.
Grazie
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Salve. Prima di prendere in considerazione interventi molto invasivi come una protesi o anche la scleroembolizzazione (intervento per nulla libero da rischi di complicanze), bisognerebbe tentare un approccio più conservativo. Provando con altri farmaci e schemi di assunzione, o anche una valutazione sessuologica per escludere cause psicogene. Se aveva risposto molto bene alla iniezione intracavernosa, deve sapere che quella è una strada che percorrono molti pazienti, usandola al bisogno. Vi sono comunque anche molte altre formulazioni da provare
Per visite e consulti: https://www.clickdoc.it/prenota-visita/69335/federico-romantini-urologo-alba_adriatica
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Gentile lettore,
se lei ha sviluppato una erezione rigida in corso di erezione con prostaglandins, questo tende ad escludere una distinzione veno-occlusiva. <ci deve essere dell'altro.
Cordialmente,
se lei ha sviluppato una erezione rigida in corso di erezione con prostaglandins, questo tende ad escludere una distinzione veno-occlusiva. <ci deve essere dell'altro.
Cordialmente,
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.9k visite dal 12/02/2023.
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