Cavernosografia e cavernosometria, quando?
Cari Dottori,
Mi rivolgo di nuovo a voi perché non riesco a darmi pace: non si arriva ad una diagnosi per la mia disfunzione erettile.
Per farla più breve possibile ne soffro da sempre, dovendo utilizzare i farmaci PDE5i sin dai miei primi rapporti, con molto successo, funzionavano benissimo.
Da 6 mesi a questa parte (ho solo 23 anni) i farmaci hanno smesso di funzionare nell'arco di qualche settimana, e le mie erezioni non sono letteralmente mai complete, arrivano sempre ad un "limite" non sufficiente alla penetrazione, anche durante la masturbazione.
Agli albori di questo peggioramento feci un ECDD che evidenziò un problema arteriogenico: PSV 16cm/s.
Un mese fa lo ripetei, apparentemente in questo caso le arterie funzionavano bene, senza quantificarne il flusso sul referto, ma si evidenziavano delle piccole placche, che parlando con altri specialisti furono giudicate troppo piccole per parlare di DE da IPP.
IN AMBEDUE I CASI RAGGIUNSI AL MASSIMO UN RIGONFIAMENTO, NEMMENO VICINO AD UN'EREZIONE
Le dosi di prostaglandina sono ignote nella prima (eh già, immagino sempre 5mcg), e 5mcg nella seconda.
Ora vorrei sapere da voi... è sufficiente una non erezione per escludere problemi ad esempio venosi?
Come si fa a giudicare un flusso in uscita se non si è arrivati ad un flusso in entrata sufficente?
Al costo dell'invasività, non sarebbe quantomeno utile fare gli esami di cui in oggetto per avere un'immagine più chiara, visto che la "prima scelta" dell'ecg ha avuto risultati anche ambigui?
Qui a Roma non riesco proprio a trovare nessuno che le trovi utili in nessun caso o che le esegua
Per ultimo vorrei coprire la situazione psicologica: partner stabile, uno dei periodi più "lisci" della mia vita, lo escluderei, ma in ogni caso sono in cura per altri motivi
Vi chiedo aiuto, cosa devo fare per capire cosa c'è che non vada a livello organico, ho solo 23 anni senza altri fattori di rischio, la prospettiva di dover utilizzare terapie infiltrative o protesi è orribile a questa età
Sto in ogni caso facendo un ciclo di onde d'urto che mi è stato consigliato pressoché da tutti gli andrologi con cui sono stato a contatto, incrociando le dita, per adesso pochi risultati.
Grazie in anticipo
Mi rivolgo di nuovo a voi perché non riesco a darmi pace: non si arriva ad una diagnosi per la mia disfunzione erettile.
Per farla più breve possibile ne soffro da sempre, dovendo utilizzare i farmaci PDE5i sin dai miei primi rapporti, con molto successo, funzionavano benissimo.
Da 6 mesi a questa parte (ho solo 23 anni) i farmaci hanno smesso di funzionare nell'arco di qualche settimana, e le mie erezioni non sono letteralmente mai complete, arrivano sempre ad un "limite" non sufficiente alla penetrazione, anche durante la masturbazione.
Agli albori di questo peggioramento feci un ECDD che evidenziò un problema arteriogenico: PSV 16cm/s.
Un mese fa lo ripetei, apparentemente in questo caso le arterie funzionavano bene, senza quantificarne il flusso sul referto, ma si evidenziavano delle piccole placche, che parlando con altri specialisti furono giudicate troppo piccole per parlare di DE da IPP.
IN AMBEDUE I CASI RAGGIUNSI AL MASSIMO UN RIGONFIAMENTO, NEMMENO VICINO AD UN'EREZIONE
Le dosi di prostaglandina sono ignote nella prima (eh già, immagino sempre 5mcg), e 5mcg nella seconda.
Ora vorrei sapere da voi... è sufficiente una non erezione per escludere problemi ad esempio venosi?
Come si fa a giudicare un flusso in uscita se non si è arrivati ad un flusso in entrata sufficente?
Al costo dell'invasività, non sarebbe quantomeno utile fare gli esami di cui in oggetto per avere un'immagine più chiara, visto che la "prima scelta" dell'ecg ha avuto risultati anche ambigui?
Qui a Roma non riesco proprio a trovare nessuno che le trovi utili in nessun caso o che le esegua
Per ultimo vorrei coprire la situazione psicologica: partner stabile, uno dei periodi più "lisci" della mia vita, lo escluderei, ma in ogni caso sono in cura per altri motivi
Vi chiedo aiuto, cosa devo fare per capire cosa c'è che non vada a livello organico, ho solo 23 anni senza altri fattori di rischio, la prospettiva di dover utilizzare terapie infiltrative o protesi è orribile a questa età
Sto in ogni caso facendo un ciclo di onde d'urto che mi è stato consigliato pressoché da tutti gli andrologi con cui sono stato a contatto, incrociando le dita, per adesso pochi risultati.
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile Utente ,
il suo caso è molto complicato e ritengo che non possa esserle di aiuto darle delle risposte tecniche per email. E' possibile, ma da questa distanza mi è impossibile darle conferma, che il suo caso sia stato difficile da risolvere perché non si è giovato di un percorso diagnostico che comprendesse alcuni temi sessuologici in modo da permetterle una diagnosi più precisa .
La mia esperienza mi porta a consigliarle di cercare in prima istanza un bravo sessuologo o un bravo andrologo che abbia esperienza di sessuologia per districare le sue convinzioni, aiutarla a superare le sue angosce e trovare il percorso più corretto da seguire . Parlare o considerare terapie invasive o irreversibili come le protesi del pene alla sua età sono un grave rischio se prima non si fa questo percorso perché quando si è in trappola, la tentazione di uscirne fuori con la scorciatoia della chirurgia, potrebbe non essere la soluzione migliore anzi potrebbe essere nociva. E questo glielo dico da chirurgo che fa la chirurgia del pene da oltre 40 anni. A mio avviso il suo percorso diagnostico è incompleto perché mancante di quanto descritto sopra
mi tenga aggiornato
il suo caso è molto complicato e ritengo che non possa esserle di aiuto darle delle risposte tecniche per email. E' possibile, ma da questa distanza mi è impossibile darle conferma, che il suo caso sia stato difficile da risolvere perché non si è giovato di un percorso diagnostico che comprendesse alcuni temi sessuologici in modo da permetterle una diagnosi più precisa .
La mia esperienza mi porta a consigliarle di cercare in prima istanza un bravo sessuologo o un bravo andrologo che abbia esperienza di sessuologia per districare le sue convinzioni, aiutarla a superare le sue angosce e trovare il percorso più corretto da seguire . Parlare o considerare terapie invasive o irreversibili come le protesi del pene alla sua età sono un grave rischio se prima non si fa questo percorso perché quando si è in trappola, la tentazione di uscirne fuori con la scorciatoia della chirurgia, potrebbe non essere la soluzione migliore anzi potrebbe essere nociva. E questo glielo dico da chirurgo che fa la chirurgia del pene da oltre 40 anni. A mio avviso il suo percorso diagnostico è incompleto perché mancante di quanto descritto sopra
mi tenga aggiornato
Dr. Giuseppe La Pera.
Specialista in Urologia ed Andrologia
https://www.youtube.com/@GiuseppeLaPera
[#2]
Ex utente
Dottore la ringrazio molto della sua risposta.
Sono già seguito da tempo in ambito psicologico e mi è stato ribadito proprio da loro di continuare l'iter di diagnosi strumentale, ma dall'altra parte vengo rimandato a proseguire l'iter psicologico senza ulteriori accertamenti.
Come può ben capire non so più dove andare a parare, la ringrazio di nuovo
Sono già seguito da tempo in ambito psicologico e mi è stato ribadito proprio da loro di continuare l'iter di diagnosi strumentale, ma dall'altra parte vengo rimandato a proseguire l'iter psicologico senza ulteriori accertamenti.
Come può ben capire non so più dove andare a parare, la ringrazio di nuovo
[#3]
in genere quando vedo pazienti con difficolta sessuali mi confronto con uno specialista sessuologo di quelli che hanno fatto la scuola di specializzazione in sessuologia clinica perché è uno psicologo con competenze specifiche sui comportamenti sessuali.
chissà che non sia proprio lo specialista di cui ha bisogno-
tienimi aggiornato
chissà che non sia proprio lo specialista di cui ha bisogno-
tienimi aggiornato
Dr. Giuseppe La Pera.
Specialista in Urologia ed Andrologia
https://www.youtube.com/@GiuseppeLaPera
[#4]
caro lettore
il suo caso è abbastanza "classico": paziente giovane che non riesce a raggiungere una adeguata rigidità del pene, o non riesce a mantenerla per il tempo necessario a penetrare la propria partner o mantenere una penetrazione per il tempo sufficiente ad essere soddisfatto o dare soddisfazione.
Una volta si dava molta importanza all' "ansia da prestazione" ...sei nervoso, insicuro, l'ansia ti fa produrre un sacco di "adrenalina" che fa chiudere le arterie del pene e non hai erezioni valide...allora psico terapia per mesi nella speranza che abbassando l'ansia l'organismo produca meno adrenalina ed il pene funzioni "meglio" (anche gli antichi dicevano ("il pene non vuole pensieri...")
In realtà si è visto che il sangue che dovrebbe riempire i corpi cavernosi tanto da determinare una erezione rigida dovrebbe rimanere diciamo "intrappolato" al loro interno per garantire una rigidità sufficiente per il tempo sufficiente ( è come una camera d'aria dei pneumatici che se "perde aria" (perchè si buca, perche' perde la valvolina, perchè e' fatta di gomma non valida..)si sgonfia è "la macchina" (il pene) sbanda, si ferma, non cammina più.
con grande disagio per il guidatore ma anche per la "passeggera" che ha deciso di salire con lui in macchina. in questi casi è inutile o poco vantaggioso andare a scuola guida (dal sessuologo) bisogna riparare i pneumatici o la autovettura.!!!!! oppure la tieni ferma in garage e ti accontenti di metterla in moto senza mai andare con a bordo qualcuna (masturbazione)
Certo il sessuologo, la scuola guida, ti insegna ad accettare meglio il problema, di non fare percorsi lunghi, di stare attento alle donne che porti in macchina, di aiutarti con qualcosa ma non risolve il problema.
Ad un paziente con questi problemi consiglio di fare una accurata visita, dosaggi ormonali ed ematochimici. valutazione Rigiscan delle erezioni notturne (che sono quelle più fisiologiche) ecocolordoppler penieno dinamico con AVSS, e poi decisione definitiva.
Nel passato, anch'io avevo utilizzato un esame la cavernometria che , poi, si è rivelato poco o assolutamente attendibile perche tendeva a valutare solo casi "estremi"
Dopo aver fatto una diagnosi attendibile, decidere assieme al paziente le varie soluzioni possibili tra cui, anche, un sostegno psicosessuologico collaterale
cordiali saluti
il suo caso è abbastanza "classico": paziente giovane che non riesce a raggiungere una adeguata rigidità del pene, o non riesce a mantenerla per il tempo necessario a penetrare la propria partner o mantenere una penetrazione per il tempo sufficiente ad essere soddisfatto o dare soddisfazione.
Una volta si dava molta importanza all' "ansia da prestazione" ...sei nervoso, insicuro, l'ansia ti fa produrre un sacco di "adrenalina" che fa chiudere le arterie del pene e non hai erezioni valide...allora psico terapia per mesi nella speranza che abbassando l'ansia l'organismo produca meno adrenalina ed il pene funzioni "meglio" (anche gli antichi dicevano ("il pene non vuole pensieri...")
In realtà si è visto che il sangue che dovrebbe riempire i corpi cavernosi tanto da determinare una erezione rigida dovrebbe rimanere diciamo "intrappolato" al loro interno per garantire una rigidità sufficiente per il tempo sufficiente ( è come una camera d'aria dei pneumatici che se "perde aria" (perchè si buca, perche' perde la valvolina, perchè e' fatta di gomma non valida..)si sgonfia è "la macchina" (il pene) sbanda, si ferma, non cammina più.
con grande disagio per il guidatore ma anche per la "passeggera" che ha deciso di salire con lui in macchina. in questi casi è inutile o poco vantaggioso andare a scuola guida (dal sessuologo) bisogna riparare i pneumatici o la autovettura.!!!!! oppure la tieni ferma in garage e ti accontenti di metterla in moto senza mai andare con a bordo qualcuna (masturbazione)
Certo il sessuologo, la scuola guida, ti insegna ad accettare meglio il problema, di non fare percorsi lunghi, di stare attento alle donne che porti in macchina, di aiutarti con qualcosa ma non risolve il problema.
Ad un paziente con questi problemi consiglio di fare una accurata visita, dosaggi ormonali ed ematochimici. valutazione Rigiscan delle erezioni notturne (che sono quelle più fisiologiche) ecocolordoppler penieno dinamico con AVSS, e poi decisione definitiva.
Nel passato, anch'io avevo utilizzato un esame la cavernometria che , poi, si è rivelato poco o assolutamente attendibile perche tendeva a valutare solo casi "estremi"
Dopo aver fatto una diagnosi attendibile, decidere assieme al paziente le varie soluzioni possibili tra cui, anche, un sostegno psicosessuologico collaterale
cordiali saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#5]
Caro ettore
le onde d'urto dovrebbero migliorare la situazione vascoiare arteriosa
personalmente non vedo benefici in un paziente con disfunzione veno occlusiva cavernosa
cordiali saluti
le onde d'urto dovrebbero migliorare la situazione vascoiare arteriosa
personalmente non vedo benefici in un paziente con disfunzione veno occlusiva cavernosa
cordiali saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.5k visite dal 28/03/2022.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?