Intervento di corporopessi per deficit veno-occlusivo
Salve, la mia è una situazione complessa,vorrei solo un parere "TEORICO" su quanto segue : ho da sempre una grave incompetenza veno-occlusiva (appurata da ecocolordopller. rigiscan ecc) e soprattutto da me,visto che su piu di 100 rapporti avuti nel corso della mia vita,il problema è sempre presente, non è occasionale..oltre che nella masturbazione ecc.Ho usato per anni iniezioni di bimix-trimix ma il calo dell'erezione cè sempre. Per capirci ho una buonissima risposta arteriosa tanto da avere dolore al glande per la rigidità ottenuta dopo pochi istanti dalle iniezioni, ma uno svuotamento istantaneo. Considerate che i miei rapporti sono un continuo "masturbarmi" per mantenere un minimo di rigidità decente. nel corso delle tante visite fatte negli anni mi è stata sempre confermata e il problema sembra essere la conformazione del mio pene.Tutti i medici ogni volta visto il mio pene in erezione sono stati unanimi nel dire che gran parte della mia incapacità veno-occlusiva era sicuraemnte dettata dallo sviluppo anomalo del pene, molto grosso. Lunghezza in erezione a partire dall'attaccatura del pube è 19 cm ma la circonferenza raggiunge nella fase centrale 16 cm ( misura reale). Alla base è piu stretto e soprattutto soffro di "lassità" dell'attaccatura. Ho il pene a "penzoloni" per intenderci, quindi instabile; ancora: sia moscio che eretto ruota a 360 gradi ( malrotazione), anche questo credo sia causa della mia incompetenza venosa. Appurato e dato per scontato quanto detto ( scusate la presunzione, ma non vorrei sentirmi dire << faccia altri esami, verifichi l'esistenza del deficit ecc ecc...>>), sono sul punto di inserire una protesi peniena. So a cosa vado incontro e vorrei non ricevere commenti su questa mia scelta; quello che vorrei sapere è se teoricamente un eventuale intervento di corporopessi ( legatura e rinforzo del legamento) potrebbe aiutarmi, ovviamente sempre con l'ausilio delle pillole, a migliorare la situazione, e magari evitare l'intervento di protesi. Non vado nel dettaglio dell'intervento, visto che Voi medici avete sicuramente capito di che si tratta; il Professore che mi ha in cura mi ha dmostrato anche premendo con la mano alla base del pene come il pene aumenta la rigidità se ancorato al pube ( io lo ho del tutto staccato, come la razza africana, così mi è stato detto). Il motivo per cui sono titubante è che cmq credo perderò 1-2 cm alla base del pene, e non vorrei fosse inutile, nel senso che poi dovrei ricorrere comunque alla protesi, quando allora potevo farla subito.
Nel caso cmq non ottenessi buoni risultati, credete si possa intervenire all'inverso sezionandolo di nuovo e tornare a come sono ora??
per concludere: Vorrei solo una risposta Teorica sulla possibilità di un miglioramento della rigidità peniena a seguito dell'intervento di corporopessi.
Grazie a chi vorrà rispondermi
Nel caso cmq non ottenessi buoni risultati, credete si possa intervenire all'inverso sezionandolo di nuovo e tornare a come sono ora??
per concludere: Vorrei solo una risposta Teorica sulla possibilità di un miglioramento della rigidità peniena a seguito dell'intervento di corporopessi.
Grazie a chi vorrà rispondermi
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Caro Utente,vita la storia clinica così ricca e caratterizzata da un costante deficit del tono erettivo,trovo superfluo e fuorviante,nonché rischioso,affidarsi ai consigli di chi non ha avuto il privilegio di visitarLa e di prendere visione degli accertamenti diagnostici che in questi anni ha praticato.
L'unica cosa che mi sento di escludere é una possibile "restitutio ad integrum" (ritorno allo stato primitivo),dopo gli interventi a Lei proposti.Cordialità.
L'unica cosa che mi sento di escludere é una possibile "restitutio ad integrum" (ritorno allo stato primitivo),dopo gli interventi a Lei proposti.Cordialità.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Ex utente
Grazie della risposta dottore. Ovvio che non avendomi Voi medici del sito visitato, non potete sapere la mia situazione.
Io "gradirei soltanto" un opinione sull'intervento "in sè, in generale". Se effettivamente la corporopessi possa giovare ad un pene che è "lasso"... che poi nel mio caso magari non basterebbe è un altro conto..
In teoria dunque, quest'intervento può aiutare ?
spero anche in una risposta del Dott. Pozza che stimo molto..
Io "gradirei soltanto" un opinione sull'intervento "in sè, in generale". Se effettivamente la corporopessi possa giovare ad un pene che è "lasso"... che poi nel mio caso magari non basterebbe è un altro conto..
In teoria dunque, quest'intervento può aiutare ?
spero anche in una risposta del Dott. Pozza che stimo molto..
[#3]
caro lettore,
la mia esperienza con decine di pazienti affetti da Disfunzione Veno occlusiva Cavernosa e che sono arrivati alla decisione di ricorrere all'impianto protesico endocavernoso è assolutamente positiva. Tutti, o quasi, assolutamente soddisfatti del recupero di una erezione spontanea senza dover ricorrere a farmaci, iniezioni o manipolazioni "forsennate".
Il problema della circonferenza dell'asta va considerato in dettaglio con il paziente perche se è vero che una corporopessi potrebbe ridurre tale aspetto, è anche vero che il tessuto cavernoso residuo può "compartecipare all'evento erettile gratificando il paziente che percepisce anche una notevole erezione "propria" determinata dalla specifica situazione sessuale e dalla specifica eccitazione conseguita.
Bisognerebbe parlarne direttamente
cari saluti
la mia esperienza con decine di pazienti affetti da Disfunzione Veno occlusiva Cavernosa e che sono arrivati alla decisione di ricorrere all'impianto protesico endocavernoso è assolutamente positiva. Tutti, o quasi, assolutamente soddisfatti del recupero di una erezione spontanea senza dover ricorrere a farmaci, iniezioni o manipolazioni "forsennate".
Il problema della circonferenza dell'asta va considerato in dettaglio con il paziente perche se è vero che una corporopessi potrebbe ridurre tale aspetto, è anche vero che il tessuto cavernoso residuo può "compartecipare all'evento erettile gratificando il paziente che percepisce anche una notevole erezione "propria" determinata dalla specifica situazione sessuale e dalla specifica eccitazione conseguita.
Bisognerebbe parlarne direttamente
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#4]
Gentile lettore,
da quanto ci dice e con i limiti del web, non ritengo che l'intervento di corporopessi possa in alcun modo impattare positivamente sulla qualità della sua rigidità. Per quanto riguarda la sua rotazione assiale (penso intendesse 180° e non 360°) dubito fortemente che possa essere responsabile del deficit di rigidità.
Da ultimo una domanda sulle sue dimensioni: ci descrive una lunghezza di 19 cm, una circonferenza al III medio di 16 cm, ma quale è la sua circonferenza alla base del pene in massima erezione?
da quanto ci dice e con i limiti del web, non ritengo che l'intervento di corporopessi possa in alcun modo impattare positivamente sulla qualità della sua rigidità. Per quanto riguarda la sua rotazione assiale (penso intendesse 180° e non 360°) dubito fortemente che possa essere responsabile del deficit di rigidità.
Da ultimo una domanda sulle sue dimensioni: ci descrive una lunghezza di 19 cm, una circonferenza al III medio di 16 cm, ma quale è la sua circonferenza alla base del pene in massima erezione?
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
[#5]
Ex utente
Salve dott. Pescatori.. la circ. alla base è molto minore, 14 cm circa. Scusi se l'anticipo nella Sua risposta e se dico qualcosa di scorretto me ne scuso e La prego di correggermi, ma siccome credo di conoscere ahimè bene la materia, anche se da profano, suppongo che Lei possa ipotizzare vista la misura ala base, una possibile ipotesi di deficit di tipo geometrico, ovviamente da confermare con indagini strumentali, tipo carvernom.. ecc.. Sono d'accordo anch'io, e se fosse confermata questa ipotesi mi pare che si potrebbe ipotizzare un intervento ( scusi la non tecnicità dei termini) di ingrossamento alla base del pene con vena safena.. ( ho letto qualcosa a riguardo).. Il fatto è che purtroppo per un medico che ipotizza un intervento di questo genere ne trovo un altro che mi dice non serva a nulla, e all'opposto mi propone un intervento di corpororiduzione dicendomi che lo ringrazierò a vita dopo l'intervento; un altro mi giura che con una nesbit ( ho il pene curvo di soli 20 gradi) mi risolve gran parte del deficit, un altro se ne esce con la corporopessi. Come vede quattro pareri diversi da 4 medici diversi e Le assicuro tutti conosciuti e considerati luminari. Ora Lei ed altri Suoi colleghi potreste ( giustamente) dirmi: ma allora se non ti fidi non concuderai mai nulla, che vuoi?!.. ed io rispondo: di chi mi devo fidare delle 4 ipotesi diverse? ( aggiungo una 5 ipotesi fatta dal medico più concreto di tutti , che è quella della protesi).. Quello che ho pagato di più? quello che sò avere più esperienza? Mi risulta che tutti hanno ampia esperienza e credenziali. Le provo tutte? prima ingrosso il pene alla base, poi se non funziona lo riduco di circonferenza; se ancora non funziona faccio la nesbit così sta dritto e se ancora niente tento la corporopessi ( aggiungo di mio che a sto punto ci metto pure una bella legatura di vene) e poi se proprio non và ricorro all protesi. E aggiungo : parto con un pene 19x16 chissà come arriverei dopo tutti questi interventi ( per quanto possa importare le misure di fronte ad una buona rigidità...)....
Scusate lo sfogo a tratti sarcastico; molti medici, magari non andrologi potrebbero giustamente conscigliarmi di farmene una ragione e pensare ad altro nella vita, ma siccome credo che anche se estremi, esistono cmq rimedi fatti apposta per queste problematiche, le tento tutte..poi si vedrà.
Cmq avete già risposto al quesito che ho proposto sopra. Vi ringrazio
Scusate lo sfogo a tratti sarcastico; molti medici, magari non andrologi potrebbero giustamente conscigliarmi di farmene una ragione e pensare ad altro nella vita, ma siccome credo che anche se estremi, esistono cmq rimedi fatti apposta per queste problematiche, le tento tutte..poi si vedrà.
Cmq avete già risposto al quesito che ho proposto sopra. Vi ringrazio
[#6]
Ex utente
scusi dott. Pescatori dimenticavo: non sono pratico di angoli forse è come dice lei a 180 gradi la rotazione del mio pene, anche se io intendo dire che se metto le dita sopra il glande riesco a far girare completamente il pene su se stesso, come si fa con una trottola; anzi proprio come una trottola anche piu di un giro tanto da arrotolarlo per intenderci..a me pare si possa dire 360 gradi, ma ripeto non ne sono sicuro.. e questo credo perchè è veramente "pendulo", la base non è attaccata all'osso pubico,almeno così mi è stato detto. La circonf. alla base è 12,5 cm sopra ho sbagliato..credo che avvvalga ancora di piu la sua teoria..
grazie di nuovo
grazie di nuovo
[#7]
Ex utente
ancora, solo epr essere il piu chiaro possibile, per quanto possa servire via internet: quando ho il pene in erezione, lo devo necessariamente sostenere da sotto con la mano..fa male altrimenti! è pesante! ma non tanto per le dimensioni, quanto perchè credo non sia attaccato saldamente. L'esempio azzeccato è questo: è come avere un peso attaccato alla parte bassa del corpo che lentamente tende a "STACCARSI" dal corpo. Ovviamente lo staccarsi è solo una sensazione, appunto perchè da orizzontale in piena erezione tende a cadere a "penzoloni" , in posizione non del tutto verticale ma certamente obbliqua. Per questo davo credito a quanto dettomi da quest'ultimo medico che mi prospettava l'intervento di corporoplessi. Quello che volevo sapere è se l'intervento di corporoplessi servise solo a darmi la stabilità al pene o anche a ridurre il deficit; in quest'ultimo caso ok. Quando devo effettuare una penetrazione ovviamnete sono io che con la mano devo indirizzare il pene, così come in vita mia mai ho potuto far posizionare una ragazza seduta sopra di me, me lo schiaccerebbe( questo non so se dovuto tanto a questo appena detto o forse alla minore circonferenza della base). Di certo manca la "stabilità"..
[#8]
Caro lettore,
E' vero, vengono prospettate soluzioni chirurgiche diverse anche da nomi "altisonanti".
Mi creda, l'idea di allargare gli spazi cavernosi con tratti di safena è molto bella , da un punto di vista di tecnica chirurgica ma non ha i presupposti per migliorare la qualità della erezione. Io ho avuto modo di vedere più di un paziente, operato a milano con tale procedura, tutti insoddisfatti e non solo...
La correzione della curvatura raddrizza il pene, che così potrebbe penetrare meglio ma non correggere la problematica veno-occlusiva che quasi sempre si associa alla curvatura, La corporopessi "riduttiva" venne proposta, sempre a Milano, anni fa da un chirurgo brasiliano che collaborava in quella città. Non ho visto pazienti operati in tale modo ma , per sentito dire,non mi sembra che i risultati siano stati tanto entusiasmanti da farla proporre come soluzione del problema.
Non cerchi soluzioni mirabolanti. Il tasso di soddisfazione di chi ha scelto la soluzione protesica è assolutamente molto-molto elevato
cari saluti
E' vero, vengono prospettate soluzioni chirurgiche diverse anche da nomi "altisonanti".
Mi creda, l'idea di allargare gli spazi cavernosi con tratti di safena è molto bella , da un punto di vista di tecnica chirurgica ma non ha i presupposti per migliorare la qualità della erezione. Io ho avuto modo di vedere più di un paziente, operato a milano con tale procedura, tutti insoddisfatti e non solo...
La correzione della curvatura raddrizza il pene, che così potrebbe penetrare meglio ma non correggere la problematica veno-occlusiva che quasi sempre si associa alla curvatura, La corporopessi "riduttiva" venne proposta, sempre a Milano, anni fa da un chirurgo brasiliano che collaborava in quella città. Non ho visto pazienti operati in tale modo ma , per sentito dire,non mi sembra che i risultati siano stati tanto entusiasmanti da farla proporre come soluzione del problema.
Non cerchi soluzioni mirabolanti. Il tasso di soddisfazione di chi ha scelto la soluzione protesica è assolutamente molto-molto elevato
cari saluti
[#9]
Gentile lettore,
le posso confermare che nella mia esperienza un pene con le sue caratteristiche dimensionali non può diventare rigido, pur in presenza di una emodinamica perfetta, cioè in assenza di fughe venose.
Ciò detto, vedo che lei è molto informato. Perciò chi ascoltare e che strada intraprendere non può essere che una sua decisione che, a parità di "curriculum", prenderà sulla base del grado di fiducia che i vari Specialisti le faranno percepire.
Le faccio i miei migliori e più sinceri auguri per intraprendere il percorso che, con serenità, la porti a risolvere al meglio il suo problema.
le posso confermare che nella mia esperienza un pene con le sue caratteristiche dimensionali non può diventare rigido, pur in presenza di una emodinamica perfetta, cioè in assenza di fughe venose.
Ciò detto, vedo che lei è molto informato. Perciò chi ascoltare e che strada intraprendere non può essere che una sua decisione che, a parità di "curriculum", prenderà sulla base del grado di fiducia che i vari Specialisti le faranno percepire.
Le faccio i miei migliori e più sinceri auguri per intraprendere il percorso che, con serenità, la porti a risolvere al meglio il suo problema.
[#10]
Ex utente
grazie a tutti delle risposte. Appunto per i motivi che anche Lei dott. Pozza ha bene spiegato, ero "orientato" a tentare l'ipotesi della corporopessi del legamento. Sono riuscito a trovare solo il titolo di uno lavoro effettuato tempo fa che ad intuito mi pare riguardi questo tipo di intervento suddetto.
" Trattamento chirurgico della insufficienza erettile veno-occlusiva con plicatura crurale e corporopessi: risultati a 12 mesi in 144 pazienti"
Atti "Andrologia '91" 331-332 (1991).
Ma non riesco a trovare l' abstract nè un riassunto conclusivo. Nè sono riuscito a risalire agli autori del lavoro e quindi all' equipe che ha eseguito gli interventi.(anche se non so quanto ci sia da fidarsi su quanto scritto in questi lavori, soprattutto nella parte finale- le conclusioni).
Se qualche medico di voi ha accesso agli Atti di andrologia o possiede un sunto, sarei curioso di prenderene visione.
" Trattamento chirurgico della insufficienza erettile veno-occlusiva con plicatura crurale e corporopessi: risultati a 12 mesi in 144 pazienti"
Atti "Andrologia '91" 331-332 (1991).
Ma non riesco a trovare l' abstract nè un riassunto conclusivo. Nè sono riuscito a risalire agli autori del lavoro e quindi all' equipe che ha eseguito gli interventi.(anche se non so quanto ci sia da fidarsi su quanto scritto in questi lavori, soprattutto nella parte finale- le conclusioni).
Se qualche medico di voi ha accesso agli Atti di andrologia o possiede un sunto, sarei curioso di prenderene visione.
[#11]
Ex utente
mi scuso ancora per la continuazione di un post di cui già ho ricevuto vostri pareri e credo si possa ritenere concluso. Ho solo un chiarimento da chiedere a voi esperti in materia. Come sopra detto hi ricevuto varie ipotesi di interventi dai vari professionisti da me consultati per il mio problema di incompetenza veno-occlusiva presumibilmente legata all'anatomia del mio pene. Uno di questi è una corpororidizione dei corpi cavernosi. Ho trovato una sola pubblicazione in merito e vorrei incollarla affinchè possiate confermarmi sia questo il tipo di intevento propostomi. Nel caso i risultati non so quanto possano ritenersi "entusiastici". Spero di non sbagliare, allegandovi magari la descrizione di un operazione che magari non centra nulla con quanto a me propostomi. Grazie
RIDUZIONE VOLUMETRICA CHIRURGICA DEI CORPI CAVERNOSI IN 4
PAZIENTI CON DISFUNZIONE ERETTILE DA INSUFFICIENZA VENO-OCCLUSIVA E DEFICIT DI FIBRE ELASTICHE NELLA TUNICA ALBUGINEA
-Clinica Urologica. Università "Federico II". Napoli.
-Unità Operativa di Urologia. Ospedale "Predabissi" di Melegnano. Milano.
Introduzione
La grave riduzione di fibre elastiche che si è evidenziata nella tunica albuginea(TA)di
pazienti con DE sembra riflettersi sulla funzione della TA stessa come ipotizzato da
più autori.Paragonando i due corpi cavernosi a due cilindri contenenti fluido sotto
pressione, una diminuzione della resistenza della parete del cilindro può provocare un
aumento del raggio del cilindro con una conseguente diminuzione della pressione
all'interno (legge di La Place). Gli aa. propongono una nuova tecnica chirurgica allo
scopo di compensare la DE che si verifica nei pazienti con riduzione di fibre elastiche
nella TA.
Materiali e Metodi
Sono stati selezionati 4 pazienti(età media 40,25a.)affetti da DE da più di 5 anni e
non rispondenti alle PGE1 e agli inibitori delle 5 fosfodiesterasi, con deficit di fibre
elastiche nella TA e disfunzione veno-occlusiva. I pazienti sono stati sottoposti ad
intervento chirurgico di corpororiduzione volumetrica con asportazione di una bendarella
di TA di circa 0,5 cm dalla faccia laterale di entrambi i corpi cavernosi.
Risultati
A 2 mesi dall'intervento, il test alla PGE1 (40 mcgr) ha dato un buon risultato con erezione
valida sia per durata che per rigidità in 2 pazienti, mentre negli altri 2 si è avuta
una tumescenza con rigidità di circa il 45 e il 58%. I 2 pazienti rispondenti alla PGE1
hanno risposto anche alla dose di 100 mg di sildenafil con una erezione valida.I 2
pazienti poco rispondenti alla PGE1 hanno risposto parzialmente anche a 100 mg di
sildenafil e a 20 mg di tadalafil.
Conclusioni
La rivascolarizzazione dei corpi cavernosi, allo scopo di aumentare la pressione endocavernosa,
può essere considerata fallimentare se valutata sui risultati a distanza.
L'intervento proposto dagli aa. vorrebbe agire, al contrario, sul versante parietale.
Non potendo ridare elasticità alla TA si propone di ridurre il raggio di curvatura del
cilindro cavernoso. Mantenendo il flusso arterioso costante ne consegue un aumento
della pressione intracavernosa (legge di La Place). I risultati ottenuti, sebbene assolutamente
preliminari, sembrano confermare quanto ipotizzato a livello matematico.
Altri studi devono essere condotti in tal senso.
RIDUZIONE VOLUMETRICA CHIRURGICA DEI CORPI CAVERNOSI IN 4
PAZIENTI CON DISFUNZIONE ERETTILE DA INSUFFICIENZA VENO-OCCLUSIVA E DEFICIT DI FIBRE ELASTICHE NELLA TUNICA ALBUGINEA
-Clinica Urologica. Università "Federico II". Napoli.
-Unità Operativa di Urologia. Ospedale "Predabissi" di Melegnano. Milano.
Introduzione
La grave riduzione di fibre elastiche che si è evidenziata nella tunica albuginea(TA)di
pazienti con DE sembra riflettersi sulla funzione della TA stessa come ipotizzato da
più autori.Paragonando i due corpi cavernosi a due cilindri contenenti fluido sotto
pressione, una diminuzione della resistenza della parete del cilindro può provocare un
aumento del raggio del cilindro con una conseguente diminuzione della pressione
all'interno (legge di La Place). Gli aa. propongono una nuova tecnica chirurgica allo
scopo di compensare la DE che si verifica nei pazienti con riduzione di fibre elastiche
nella TA.
Materiali e Metodi
Sono stati selezionati 4 pazienti(età media 40,25a.)affetti da DE da più di 5 anni e
non rispondenti alle PGE1 e agli inibitori delle 5 fosfodiesterasi, con deficit di fibre
elastiche nella TA e disfunzione veno-occlusiva. I pazienti sono stati sottoposti ad
intervento chirurgico di corpororiduzione volumetrica con asportazione di una bendarella
di TA di circa 0,5 cm dalla faccia laterale di entrambi i corpi cavernosi.
Risultati
A 2 mesi dall'intervento, il test alla PGE1 (40 mcgr) ha dato un buon risultato con erezione
valida sia per durata che per rigidità in 2 pazienti, mentre negli altri 2 si è avuta
una tumescenza con rigidità di circa il 45 e il 58%. I 2 pazienti rispondenti alla PGE1
hanno risposto anche alla dose di 100 mg di sildenafil con una erezione valida.I 2
pazienti poco rispondenti alla PGE1 hanno risposto parzialmente anche a 100 mg di
sildenafil e a 20 mg di tadalafil.
Conclusioni
La rivascolarizzazione dei corpi cavernosi, allo scopo di aumentare la pressione endocavernosa,
può essere considerata fallimentare se valutata sui risultati a distanza.
L'intervento proposto dagli aa. vorrebbe agire, al contrario, sul versante parietale.
Non potendo ridare elasticità alla TA si propone di ridurre il raggio di curvatura del
cilindro cavernoso. Mantenendo il flusso arterioso costante ne consegue un aumento
della pressione intracavernosa (legge di La Place). I risultati ottenuti, sebbene assolutamente
preliminari, sembrano confermare quanto ipotizzato a livello matematico.
Altri studi devono essere condotti in tal senso.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 6k visite dal 16/06/2009.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?