Il servizio sanitario nazionale copre le spese

Gentili dottori, vi scrivo per risolvere un mio dubbio: da molti anni ormai presento un rigonfiamento dei capezzoli (in particolare il sinistro) e dell'area ad essi circostante. Ciò mi ha sempre provocato un certo imbarazzo, tuttavia, essendo sempre stato anche un po' cicciottello, ho sempre creduto che si trattasse di grasso. Ultimamente però mi sono dedicato in maniera costante alla palestra, diventando magro e muscoloso nel resto del corpo, ma senza avvertire una diminuzione proprio in quelle aree. Mi sono informato e, tramite letture ed autopalpazione, ho il sospetto di avere una ginecomastia "vera". Premettendo che ho già prenotato una visita medica, la mia domanda è la seguente: il Servizio Sanitario Nazionale copre le spese per tale intervento, nel caso il medico diagnosticasse una ginecomastia vera appunto? Lo chiedo in quanto non avrebbe per me senso spendere i soldi per una visita dallo specialista per poi non avere la possibilità di risolvere il problema (non potendomi permettere l'operazione tramite centri privati).

Poi avrei un'altra domanda: lo specialista a cui mi sono rivolto (in quanto operante nel centro medico in cui sono solito andare), è un Urologo, ma al momento della prenotazione della visita la sua segretaria mi ha assicurato che ha anche competenze di Andrologia. Poichè in tale centro manca la figura specifica di Andrologo, ma vi è un Endocrinologo, volevo sapere se per il caso specifico di diagnosi di ginecomastia ho scelto in maniera corretta o dovrei rivolgermi a un endocrinologo (o cambiare centro medico alla ricerca di un andrologo). Grazie per le eventuali risposte.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.6k 1.2k
Gentile utente,
intanto rispondo SI alla Sua prima domanda:
l'eventuale intervento per ginecomastia è contemplato
dal regime del SSN.
Per la scelta dello specialista di riferimento, va benissimo ovviamente il medico " competente in Andrologia", come Lei lo ha definito, e senz'altro va bene l'endocrinologo almeno per la fase iniziale dell'inquadramento diagnostico.
Se è previsto un intervento chirurgico contano più le "competenze di chirurgia plastica" acuisite in genere anche da chirurghi dedicati di Senologia Chirurgica.
A mio avviso comunque, dopo la diagnosi, un consulto con
il chirurgo plastico è indispensabile.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#2]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.5k 379
Daccordo con il collega Catania.Per la soluzione chirurgica del problema penso che il chirurgo generale sia in grado di asportare il tessuto mammario,come ha sempre fatto anche in passato.Non penso che tale intrvento demolitivo necessità, in maniera assoluta ,di un chirurgo plastico.Inoltre non è sempre facile trovare strutture ospedaliere con reparti di chirurgia plastica.Quindi daccordo con il collega Catania

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#3]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
per ginecomastia si intende l' ingrandimento delle mammelle nell'uomo. L'affezione comporta invariabilmente un aspetto femmineo del torace e quindi, in una popolazione maschile ormai molto attenta al look, alle tendenze ed alla moda, di certo rilevanti problemi psicologici. Basti pensare alle occasioni frequentissime di mostrare il torace, non solo in presenza femminile ma anche maschile, determinate dalla maggior frequentazione di palestre, circoli, piscine etc.
Attenzione: è bene sottolineare che la gran parte deglia dolescenti, in età diciamo compresa fra i 12 ed i 17 anni, mostra una fase di rapido sviluppo del tessuto mammario, e quindi è frequente rilevare una cosiddetta ginecomastia puberale. Tale fase dura un tempo piuttosto variabile, ma direi che entro all'incirca 3 anni non è più osservabile in oltre il 90% dei casi.
Nel restante 10% dei casi la ginecomastia persiste oltre il diciassettimo anno di età. Inn tali evenienze, personalmente, giudico quasi nulle le possibilità di regressione spontanea, e quindi indicato il trattamento chirurgico.
Per quanto riguarda le cause della ginecomastia, occorre sottolineare che in effetti non sono del tutto ben conosciute.
Si discute molto su una maggiore sensibilità del tessuto mammario agli stimoli ormonali, oppure su un effettivo squilibrio degli ormoni circolanti (ginecomastia congenita). Ecco il motivo per cui i pazienti affetti da ginecomastia necessitano invariabilmente di un videat endocrinologico generale più che solo andrologico.
Ma non solo. Si deve tenere presente che la ginecomastia può avere una connotazione famigliare ed in alcuni casi per fortuna rari può essere associata ad altri stati patologici (alcuni tipi di tumore, tubercolosi, grave denutrizione, cirrosi epatica).
I trattamenti con estrogeni o androgeni, sia a scopo anabolizzante che terapeutico(tumori della prostata) possono condurre alla ginecomastia (acquisita).
Ma l'elenco dei farmaci in grado di portare a questa patologia è in realtà molto più vasto ed include: ergotamina, diazepam, spironolattone, digitale, antiandrogeni in generale ed anche la marijuana.
la diagnosi clinica e strumentale deve distinguere la ginecomastia vera (ghiandola mammaria) da quella "falsa" determinata quasi esclusivamente da tessuto adiposo (pseudoginecomastia).
Il problema ha degli importatnti risvolti terapeutici: in presenza di ginecomastia a forte prevalenza di tessuto adiposo, si può programmare con successo un intervento di liposuzione, in genere in anestesia locale.
Se occorre rimuovere una scarsa componente di tessuto ghiandolare associata, basterà effettuare una piccola incisione nella metà inferiore dell' areola e procedere al completamento dell'intervento.
Nei casi di ginecomastie vere e voluminose, con associato l'effetto a "grembiule" della cute con depiazzamento del complesso areola-capezzolo, sarà invece necessario procedere ad interventi più demolitori, sino alla mastectomia sottocutanea, ma sempre attraverso incisioni cutanee minime econdotte intorno all'lareola.
Se l'intervento è stato corretto e radicale, il risultato è stabile nel tempo. Se l'asportazione del tessuto affetto non è stata completa, possono verificarsi delle recidive (10-15% dei casi).
Chi lo deve eseguire questo benedetto intervento? Risposta facile: chi lo sa fare e ne fa tanti e documentati soprattutto...sia esso Chirurgo Generale che Chirurgo Plastico.
Affettuosi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

[#4]
Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile paziente,
sicuramente potrà trovare una risposta clinica presso strutture pubbliche valide. Premesso questo, vorrei aggiungere che le competenze specifiche del chirurgo plastico in materia non sono legate solamente all'abilità tecnica di poter asportare il tessuto ghiandolare (presente in tutti i chirurghi pur di estrazione diverse), quanto piuttosto nella capacità di poter modellare anche l'area mammaria o come spesso accade le aree limitrofe, mediante asportazione o aspirazione del grasso.
Dott. Claudio Bernardi
chirurgia plastica
www.claudiobernardi.it

Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net

[#5]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
ribadisco che ogni strategia terapeutica deve essere programmata dopo una accurata valutazione medica generale, endocrinologica, dietologica ed in fine chirurgica. Occorre avere ben chiaro gli obbiettivi che si intendono raggiungere e quali sono le strade per raggiungerli. Poi si sceglie la metodica più idonea per lo scopo: mammectomia, plastica del complesso areola capezzolo, "round block", lipectomia e via dicendo.
Ancora affettuosi auguri.
Prof. Giovanni MARTINO

dietologica,
[#6]
Dr. Renzo Benaglia Andrologo 665 1
Gentile Utente,
concordo pienamente con i colleghi.
A Bergamo c/o gli Ospedali Riuniti può certamente trovare Endocrinologi ed una eventuale equipe chirurica valida pe risolvere il suo problema.

Un cordiale saluto

x

[#7]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
il suggerimento del Collega BENAGLIA è perfetto.
Ancora affettuosi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
[#8]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Gentile lettore,
mi allaccio anch'io alle già numerose risposte che ha ricevuto per confermare che lo specialista più indicato nella valutazione iniziale di una gineconastia è senza dubbio l'andrologo che ha nel suo bagaglio una buona preparazione endocrinologica . Sulla seconda eventuale fase chirugica risulta importante la specifica competenza ed esperienza maturata sul campo da chi esegue questo tipo di chirurgia.
Ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
https://centrodemetra.com/prenota-consulto-online/

[#9]
Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
ribadisco il mio modo di vedere.
Ogni strategia terapeutica deve essere programmata dopo una accurata valutazione medica generale, endocrinologica, dietologica ed in fine chirurgica.
L'andrologo entra in questa "equipe" in maniera indiretta.
Affettuosi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
[#10]
Dr. Giuseppe Benedetto Urologo, Andrologo 2.7k 15
concordo in pieno con l'oottima esposizione del prof Martino

dr Giuseppe Benedetto
www.giuseppebenedetto.netfirms.com

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